La bella tavola a Castellamonte, ovvero l’arte di ricevere al castello

A Castellamonte l’arte di ricevere è una tradizione antica che i San Martino e poi i Riccardi di Netro si trasmettono di generazione in generazione e oggi vogliono far scoprire a tutti i visitatori del loro castello. Le recenti grandi esposizioni dedicate alle tavole sabaude nelle residenze reali italiane infatti hanno indicato la strada da percorrere, così diversi palazzi e castelli nobiliari si preparano ad esporre al pubblico le proprie sontuose collezioni di argenti e porcellane. Ma a Castellamonte faranno anche di più, la tavola verrà allestita in diretta per cinque domeniche da aprile a ottobre con il padrone di casa che illustrerà l’uso e l’origine di ogni oggetto.
La bella tavola a Castellamonte
Il laboratorio didattico intitolato “La Bella Tavola”, al quale ho potuto partecipare in anteprima la settimana scorsa, è un’esperienza unica e originale pensata e a fare da anfitrione a Castellamonte, nel Canavese in provincia di Torino, sarà il conte Tomaso Riccardi di Netro, attuale proprietario della dimora che situata sulla collina sopra il paese gode di una bellissima vista sul paesaggio circostante.
Le prime notizie sulla rocca risalgono al 1066 e la fondazione del maniero viene attribuita ai discendenti del mitico Arduino, marchese di Ivrea e poi re d’Italia, che presero il titolo di conti di Castellamonte. Nel Trecento la fortezza e i suoi proprietari parteciparono alla guerra del Canavese e alle lotte feudali tipiche dell’epoca, che videro i nobili schierarsi coi Savoia o coi marchesi del Monferrato per la supremazia su questa porzione di Piemonte, fino a quando nel 1387 il vincitore Amedeo VIII impose la “pax sabauda”. Col passare dei secoli la rocca venne rimaneggiata perdendo il suo scopo militare a favore di quello di residenza di campagna. Ancora oggi un’ala seicentesca ricorda due suoi proprietari-progettisti Carlo e Amedeo di Castellamonte, grandi architetti al servizio di Casa Savoia a cui si devono tanti gioielli barocchi che i turisti oggi ammirano a Torino e dintorni.
All’evoluzione architettonica corrispondono anche i passaggi di proprietà: le linee dirette maschili si estinguono e per matrimonio la dimora passa ad altre famiglie, prima i San Martino e poi a inizio Novecento tramite la bisnonna dell’attuale conte ai Riccardi di Netro, una delle più prestigiose famiglie della nobiltà piemontese.
Le sale interne del castello con i loro cimeli raccontano la storia della famiglia, molto attiva durante il Risorgimento e legata alla famiglia reale. Uno dei suoi esponenti più famosi fu Alessandro arcivescovo di Torino che nel 1868 celebrò il matrimonio tra Umberto I e Margherita, a causa del quale, si dice, vide sfumare la possibilità di ottenere la berretta cardinalizia.
Col susseguirsi delle generazioni, grazie a matrimoni ed eredità, nella dimora si accumulano servizi di porcellane, argenti e cristalli provenienti dalle più importanti manifatture europee che rispecchiano i gusti internazionali delle loro committenti.
Nella sala da pranzo ci si trova davanti a un tavolo con sopra solo una tovaglia bianca di fiandra risalente ai San Martino, di cui riporta le iniziali ricamate. Da questo momento inizia il laboratorio didattico vero e proprio in cui Tomaso Riccardi di Netro arreda la tavola raccontando in modo avvincente funzione, origine, aneddoti, caratteristiche e posizione di ogni singolo oggetto che va a comporre una mise-en-place derivante dalle tradizioni degli ultimi due secoli. Niente è lasciato al caso e ogni dettaglio viene curato. La cosa che colpisce di più è come l’apparecchiatura non sia solo indice di buon gusto ed ospitalità ma possa rivelare la storia della famiglia o le sue posizioni politiche. La tovaglia bianca con tovaglioli enormi, per esempio, deve il suo utilizzo all’etichetta di Versailles, mentre guardando la posizione dell’incisione dello stemma sulle posate d’argento si intuisce se il padrone di casa è filo-britannico. Ogni singolo aspetto della tavola nobiliare viene sviscerato: dall’evoluzione delle livree del personale alle differenze stilistiche delle varie porcellane (Meissen, Richard, francesi e britanniche), fino agli oggetti che legano la famiglia ai Savoia, mettendo in mostra veri e propri cimeli.
Il servizio di posate d’argento per una quarantina di persone presenta una serie di pezzi in vermeil nel caso si ospitassero i sovrani, le coppette in argento da servire insieme alla frutta recano lo stemma sabaudo in quanto donate dai duchi di Genova all’ultima dei San Martino, dama di corte e madrina ad Agliè della principessa Bona di Savoia-Genova, e infine i menù finemente decorati ricordano la partecipazione a funzioni di stato e pranzi reali, tra cui spicca quello del maggiore evento mondano organizzato al Quirinale sotto la monarchia, le nozze l’8 gennaio del 1930 del principe ereditario Umberto con Maria José del Belgio. Piccoli capolavori dimenticati dal grande pubblico e visibili solo nelle immagini di pochi libri.
Castello a parte, Castellamonte offre molteplici e interessanti opportunità culturali e gastronomiche. Mostre di artisti locali contemporanei, il progetto incompiuto della chiesa dell’Antonelli che avrebbe dotato l’abitato di una spettacolare cupola, passeggiate tra le viuzze alla scoperta delle insegne dei negozi realizzate con la famosa ceramica di Castellamonte con cui vengono prodotte le rinomate stufe che vengono esportate in tutto il mondo e molto altro ancora. Interessantissima per chi è appassionato di turismo industriale è anche la possibilità di visitare gli stabilimenti in cui viene lavorata la ceramica, vera eccellenza di Castellamonte. Inoltre per gli amanti della buona tavola e della cucina piemontese il borgo ospita il ristorante “I Tre Re”, che quest’anno festeggia il centenario di attività, le cui specialità sono conosciute in tutta la regione.
Infine non va dimenticato che proprio vicino a questa località del Canavese ci sono due castelli molto conosciuti al grande pubblico, quello di Masino e quello Ducale di Agliè, residenza di villeggiatura dei Savoia-Genova.
Alessandro Sala
Il laboratorio “La Bella Tavola” si svolgerà domeniche 24 aprile, 29 maggio, 26 giugno, 31 luglio e 30 ottobre 2016; con inizio alle ore 15. L’iniziativa è inserita nel progetto “CASTELLI E DIMORE STORICHE” ideato e promosso da Turismo Torino con l’intento di valorizzare e far conoscere le residenze storiche private del torinese. Le domeniche 28 agosto e 25 settembre il castello sarà aperto gratuitamente come sede espositiva della 56esima edizione della Mostra della Ceramica di Castellamonte.
Ingresso al laboratorio e al castello: 14€ a persona (25€ a coppia)
Per i titolari dell’abbonamento Musei Torino Piemonte: 12€
Prenotazione obbligatoria: 011.9183679 oppure info@artintour.net
Grazie infinite ad Alessandro,ormai ufficialmente corrispondente da Torino e dintorni di AltezzaReale.com che ha partecipato a questo blogtour organizzato da Turisimo Torino e grazie a Silvia Lanza che ci ha invitato a vedere in anteprima e raccontare questa bella iniziativa di promozione culturale di un luogo e delle sue tradizioni.