Il principe Carlo compie 70 anni. L’erede al trono dalla A alla Z

Il 14 novembre il principe Carlo compie 70 anni e fa un certo effetto vedere quest’uomo che, all’età in cui tutto il resto del mondo si gode la meritata pensione, lui è ancora lì che aspetta di essere chiamato a svolgere il compito per il quale è stato educato e formato fin dalla nascita. Ad ogni modo, sarà per la sua capacità di riflessione e introspezione, sarà perché in fondo non essere il sovrano gli lascia maggiore libertà di azione (e di parola) a proposito dei temi che gli sono cari, ma il principe Carlo non sembra affatto una persona triste, infelice e irrisolta. Anzi tutto il contrario. In attesa della festa organizzata a Buckingham Palace domani sera esploriamo la vita dell’erede al trono dalla A alla Z.

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A come abdicazione

Molti in Gran Bretagna e nel resto del mondo si sono chiesti se al raggiungimento dei 90 anni la regina si sarebbe decisa ad abdicare in favore del figlio Carlo. La maggior parte dei commentatori politici e dei giornalisti anglosassoni è stata d’accordo nel dire che no, The Queen non avrebbe ceduto la corona al principe di Galles e questo per un semplice motivo: il suo è un job “per la vita” per il quale non sono previsti né cedimenti, né pensionamento.
Un impegno preso formalmente con i sudditi il giorno del suo ventunesimo compleanno e confermato davanti a Dio con l’incoronazione.
Nel 2012, parlando al Parlamento, Elisabetta II ha dichiarato “ho avuto il privilegio di essere testimone di una parte di questa storia e con il sostegno della mia famiglia mi impegno di nuovo, davanti a voi, a dedicarmi al servizio del nostro grande paese e del suo popolo, ora e per gli anni a venire”.
L’autorità della sovrana infatti non è solo puro e semplice esercizio del potere MA anche SACRO DOVERE a cui si sono inclinati prima di lei il padre, la madre, i nonni. Di recente l’ipotesi è stata avanzata di nuovo con una data precisa, cioè il 95mo compleanno della regina.
Ad ogni modo, qualunque cosa accada, il principe ha già fatto sapere che regnerà con il nome di Giorgio VII, in onore del nonno. Non sceglierà Carlo perché i predecessori con il suo stesso nome hanno fatto tutti una brutta fine: il primo è stato decapitato per tradimento, il secondo non ha lasciato ottimi ricordi.

B come Birkhall e anche Balmoral

Poco dopo il matrimonio la regina Vittoria e il principe Alberto iniziano a trascorrere le loro vacanze in Scozia e si innamorano delle Highlands. Dopo aver acquistato una vasta tenuta nel Deeside, per la precisione sulle rive del fiume Dee a metà strada fra Braemar e Ballater all’interno del parco nazionale del Cairngorms, Vittoria e Alberto fanno costruire un castello dove ancora oggi la regina trascorre due mesi fra agosto e settembre. Della proprietà fanno parte anche altri edifici più piccoli fra cui Birkhall che viene destinata al principe di Galles il quale però preferisce un altro piccolo castello. Negli anni ’20 del Novecento Giorgio V concede l’uso di Birkhall al duca e alla duchessa di York che ridecorano gli interni e creano un bel giardino; nel dopoguerra la proprietà diventa la residenza delle vacanze della principessa ereditaria e di suo marito, poi con l’ascesa al trono vi torna la Queen Mum che l’aveva abitata da duchessa di York. Nel 2002 il principe Carlo eredita Birkhall dalla nonna e si dedica con passione alla manutenzione dei giardini che però vengono devastati nel 2016 da un’ondata di maltempo e dalla successiva esondazione del fiume Muick.

C come Clarence House

Clarence House, uno dei molti edifici compresi nel recinto di Saint James Palace, è la residenza ufficiale del principe di Galles e della duchessa di Cornovaglia. La palazzina, costruita fra il 1825 e il 1827 incorporando una serie di fabbricati di epoca Tudor, per il duca di Clarence, fratello di re Giorgio IV, è opera di uno dei più celebri architetti dell’epoca, John Nash il geniale ideatore della Londra Regency. Gli interni sono molto sobri perché il duca, a differenza dello stravagante fratello, non ama gli eccessi. Dopo Giorgio IV a Clarence House è stata la residenza della duchessa di Kent, madre della regina Vittoria e poi di due figli della regina, Alfredo duca di Edimburgo e Arthur duca di Connaught. Nel 1950, dopo un lungo restauro curato personalmente dal duca di Edimburgo, Clarence House diventata la casa della principessa Elisabetta e della sua famiglia ma tempo due anni e la nuova regina si trasaferisce a Buckingham Palace. Nella palazzina quindi si trasferisce la vedova di Giorgio VI che vi resta fino alla morte nel 2002.
L’edificio è stato restaurato a cura della Royal Household Proprerty Service che, in stretta connessione con lo Stewardship Council, ha scelto e utilizzato materiale sostenibile e legname proveniente da foreste gestite in modo responsabile. Il designer Robert Kime ha curato l’allestimento degli interni che mantengono l’atmosfera intima che aveva caratterizzato la dimora ai tempi della Queen Mum. Il principe Carlo fra l’altro ha conservato molti mobili e oggetti appartenuti alla nonna, aggiungendo alcune opere della Royal Collection fra cui vasi cinesi, un Veronese e un Carracci.
L’erede al trono è tornato a Clarence House il 4 agosto del 2003, per l’anniversario di nascita della nonna alla cui memoria, l’anno successivo, ha dedicato il bel giardino formale allestito di fronte all’ingresso.
Nel mese di agosto, quando il principe e la moglie sono in Scozia, il pianterreno della dimora è aperto al pubblico ma nel 2019 l’apertura verrà sospesa per lavori di restauro.

Il principe Carlo, foto ufficiale per i 60 anni

D come Diana

È stata la donna più famosa del mondo, la «principessa del popolo». La sua morte ha segnato un’epoca e a venti anni di distanza dall’incidente dell’Alma, Diana, principessa del Galles è ancora un personaggio leggendario e amatissimo. Ma chi era veramente questa ragazza che poteva diventare regina e invece ha scosso dalle fondamenta la millenaria, immutabile e rigida monarchia britannica? È stata la vittima innocente di obsolete dinamiche dinastico-familiari o una manipolatrice senza scrupoli a caccia di fama, decisa a vendicarsi in blocco dei Windsor che l’avevano estromessa? Molto probabilmente nessuna di queste due cose.
L’esistenza sostanzialmente infelice di Diana è il prodotto di un colossale doppio sbaglio, prima di tutto quello della stessa giovane Lady che desidera disperatamente trovare un principe azzurro per fuggire da una vita familiare complicata e dolorosa e mettere a segno il primo grande successo di una vita fino ad allora abbastanza mediocre. Un errore altrettanto consistente lo commettono Carlo e i suoi genitori, la regina e il principe Filippo, i quali si fermano alle apparenze: convinti di avere trovato la perla rara, non scavano a fondo nella personalità e nel background della candidata al posto di moglie dell’erede al trono.
Insomma da un lato c’è una ragazza determinata a sposare lo scapolo più celebre del mondo per diventare principessa di Galles, dall’altro un trentenne a cui i genitori mettono fretta perché deve assicurare la perennità della dinastia. Obiettivi diversi che convergono una mattina di fine luglio sulle scale della cattedrale di Saint Paul ma fanno implodere questa coppia improbabile.
Lady Diana diventa la protagonista della sua personalissima favola, però rifiuta di rivestire il ruolo assegnatole e si ribella dimenticando che quell’esistenza se l’è scelta da sola senza ri ettere sulle conseguenze. Un’incoerenza che non le sarà mai perdonata e renderà molto complicato e doloroso tutto il percorso successivo alla separazione.
Estremamente contraddittoria, Diana è allo stesso tempo capricciosa e generosa, ingenua però astuta e manipolativa; capace di straordinaria empatia e saldamente ancorata ai suoi aristocratici privilegi; una “principessa del popolo” vicina a bambini e malati che nello stesso adora le mondanità e gli abiti costosi. Una fedele suddita di Sua Maestà che lotta con tutte le sue forze contro la sua sovrana e contro il futuro re al quale, nonostante tutto, dichiara un imperituro amore persino il giorno del divorzio. Tutte chiare manifestazioni del suo essere insicura e all’affannosa ricerca della felicità ideale e, forse impossibile, secondo un suo personale e molto probabilmente irraggiungibile punto di vista. Nonostante ciò la principessa di Galles riesce comunque a costruirsi un magnifico culto della personalità, perseguito con accanimento fino all’ultimo giorno di vita. Questo intrico di sentimenti e passioni spesso contrastanti conducono l’inglese aristocratica che doveva essere regina a produrre dentro la monarchia, uno sconquasso più grande di quello provocato dall’abdicazione di Edoardo VIII nel 1936.
Rimane una domanda in fondo a questa storia: chi ha ucciso Diana? La risposta ce la fornisce Antonio Caprarica che ha analizzato, quasi minuto per minuto, le ultime ore della principessa: Diana non è stata uccisa da un fantomatico complotto; l’ex moglie dell’erede al trono è morta perché l’auto, guidata da una persona che aveva in corpo un’abbondante dose di alcol, è stata lanciata a una velocità folle sotto a un tunnel molto pericoloso.

E come ecologia

Il principe Carlo è uno dei paladini mondiali dello sviluppo sostenibile e non certo perché di moda. Il futuro re d’Inghilterra è da sempre appassionato di ambiente e natura, tanto che quando, nel 1969 durante le vacanze a Balmoral, si inventa una storia per distrarre i fratelli minori Andrea ed Edoardo il messaggio fra le righe è molto chiaro. Nel racconto un vecchio eremita poco attento agli effetti delle sue azioni sull’ambiente si scontra con i Gorm, piccoli elfi e folletti delle praterie scozzesi che vivono nel sottosuolo da dove spingono nelle lande i fiori che fabbricano e dipingono. L’anziano uomo di Lochnagar installando una vasca da bagno inonda tutta la valle e finisce con l’entrare in guerra con i folletti. Pubblicato nel 1980 il racconto ha un grande successo e nel 1993 viene prodotto un cartone animato nel quale il principe di Galles ha il ruolo del narratore. Ma favole a parte il principe di Galles, che nel 1986 aveva confessato di parlare alle sue piante e all’epoca era stato gentilmente messo in ridicolo può essere davvero considerato un precursore; le sue idee “verdi” hanno fatto scuola e i suoi inviti a considerare più attentamente il problema dei cambiamenti climatici si sono rivelati premonitori. Dal 1990 il principe Carlo ripete che l’impatto dell’uomo sull’ambiente rischia di essere disastroso per la terra e non si fa certo pregare per esporre il suo pensiero. Qualche anno fa a Bruxelles ha persino definito gli scettici “degli irresponsabili che giocano alla roulette russa e trascurano l’avvenire”.
Dopo i primi interventi quasi timidi e sottovoce, con il passare del tempo il futuro re ha acquistato sicurezza e perso peli sulla lingua e approfittando del suo statuto privilegiato – e del fatto che i suoi spostamenti sono seguiti da orde di giornalisti – spesso e volentieri bacchetta politici e capi di governo, compresi quelli di casa sua. Carlo ha colpito nel segno semplicemente usando il buon senso e nel corso degli anni si è costruito una nuova immagine e ha dato un nuovo senso alla sua vita in attesa di qualcosa che ancora oggi appare lontano. “E’ evidente che non possiamo continuare in questo modo. C’è una troppo grande disparità fra quello che chiediamo al pianeta in termini di risorse e la capacità della natura a rispondere”, ha osservato durante un incontro in Sud Africa. Nel 2009 durante un viaggio in America Latina ha tracciato con estrema chiarezza il quadro catastrofico di un futuro in cui “le popolazioni dovranno cercare di sfuggire alle inondazioni e alla siccità e ci saranno sempre meno cibo e acqua con il rischio di veder crescere l’instabilità sociale e i conflitti”.
Nell’aprile dello stesso anno è a Roma e parla di sviluppo sostenibile con papa Benedetto XVI. “Dimenticare la terra significa dimenticare l’umanità” ha affermato più volte l’erede al trono. Alle parole il principe ha fatto seguire numerose azioni concrete creando una fondazione per l’ambiente, instradando i suoi figli verso gli stessi temi e interessi, scrivendo un libro, organizzando eventi di sensibilizzazione e prendendo parte a un documentario della Bbc dal titolo “The Earth in Balance, A Personal View of the Environnement” e nel suo piccolo da tempo ha adottato comportamenti responsabili.
Ad Highgrove nel Gloucestershire ha piantato tre ettari di fiori di campo. La sua idea – originale in una nazione in cui il giardinaggio è una istituzione – è quella di non forzare l’ambiente; nella sua proprietà cerca di favorire il benessere degli uccelli e delle api, proteggendo il loro habitat, piantando certe essenze specifiche e non usando pesticidi e nella sua fattoria Duchy Home Farm l’agricoltura biologica è praticata dal 1986.
Anche se è difficile da credere il principe di Galles si sporca le mani con la terra e partecipa attivamente alla manutenzione delle sue proprietà; nella sua cucina entrano solo prodotti biologici preferibilmente provenienti dal suo orto e gli scarti diventano compost. Carlo inoltre ricicla l’acqua piovana e ha investito in energie rinnovabili: pompa a calore geotermico, stufa a pellet e pannelli solari. L’erede al trono britannico è anche un sostenitore delle medicine alternative e tutti ricordano il suo j’accuse contro gli architetti i quali “troppo spesso ignorano i sentimenti e i desideri della gente comune”.

Principe verde –>  http://bit.ly/1oHpUc8

F come figli

Nella sua recentissima – e pare molto informata biografia – Robert Jobson afferma che William e Harry hanno spesso avuto un rapporto difficile col padre: durante l’infanzia o lavorava o era fuori per lavoro. Dopo il divorzio, i due fratelli hanno visto ancora meno il padre e poi la tragica fine di Diana ha reso tutto ancora più complicato. Quando poi Carlo ha sposato Camilla, nel 2005, William e Harry hanno accolto la notizia con rassegnazione, racconta ancora Jobson. Oggi, scrive Jobson, il principe del Galles si è guadagnato il loro rispetto. Harry lo scorso maggio, nel primo round di festeggiamenti per i suoi 70 anni a Buckingham Palace, ha tenuto un emotivo discorso in suo onore e sembra sia stata proprio Meghan Markle a far avvicinare padre e figlio. Come sappiamo è stato Carlo ad accompagnare l’ex attrice all’altare. Harry, molto emozionato, gli avrebbe sussurrato: «Grazie, papà».

 

G come Galles

Il 1 luglio 1969, con una spettacolare cerimonia al castello di Carnaevon, il ventunenne principe Carlo riceve l’investitura ufficiale come erede al trono e il titolo di principe di Galles. Carlo è anche duca di Cornovaglia ed a questo secondo titolo sono legate la maggior parte delle sue risorse economiche.

H come Highgrove

Il principe Carlo acquista Highgrove nel 1980; la tenuta che comprende un edificio residenziale e 140 ettari di terreni agricoli e di boschi si trova a circa 120 miglia da Londra e l’erede al trono la paga 750.000 sterline. Una cifra abbastanza elevata ma siamo nelle celebri Cotswolds una delle zone più ambite e alla moda d’Inghilterra. La dimora non ha in sé nulla di regale, è piuttosto un luogo appartato perfetto per un gentiluomo di campagna che ama la natura e il giardinaggio. Infatti l’aspetto più a ascinante di Highgrove non è la dimora, simile a molte altre della campagna inglese, ma il giardino creato dal principe con l’aiuto e la consulenza di importanti paesaggisti britannici fra cui Miriam Rothschild, Lady Salisbury e Rosermary Verey. Nel corso degli anni Carlo ha trasformato un intrico di rovi, un prato desolato e uno stagno quadrato in un luogo magico, selvaggio e sorprendente, attraversato da pergolati carichi di piante e sentieri profumati da fiori ed erbe. Intorno alla casa sono stati allestiti un giardino selvatico, un giardino formale e un orto, mentre in tutta il principe ha voluto piantare molti alberi fra cui una collezione di faggi. In un libro dedicato ai giardini di Highgrove l’erede al trono ha spiegato che il suo obiettivo è quello di «guarire i danni spaventosi che sono stati fatti al suolo, al paesaggio e alle nostre anime». Dopo aver completamente risanato i terreni agricoli della tenuta, nel 1985, il principe ereditario avvia un importante e innovativo esperimento, avviando ovunque le coltivazioni biologiche e la trasformazione viene portata a compimento nel 1996. Inizialmente considerato un visionario, nel corso degli anni Carlo dimostra invece una grande lungimiranza e la fattoria di Highgrove oggi è un vero e proprio modello di agricoltura sostenibile. In questo piccolo angolo del Gloucestershire l’erede al trono cerca di creare quella che egli stesso ha definito «l’espressione fisica di una filosofia personale».
www.highgrovegardens.com

I come Italia

È noto che il principe Carlo ama moltissimo l’Italia. Il suo primo viaggio ufficiale insieme a Diana nel 1985 è stato un evento storico e di grande impatto mediatico; l’erede al trono tornerà molte volte da solo e nel 2017 con la seconda moglie Camilla.

Il post sul viaggio in Italia di Carlo e Diana –> http://bit.ly/1U1Y2Mn

Il post sul viaggio del 2017 –> http://bit.ly/2m2N3o1

J come Jubilee

“Your Majesty, Mummy…” il discorso del principe Carlo in occasione del Diamond Jubilee
–> https://www.youtube.com/watch?v=7yU7jnbaZ_0

K come Kate e Meghan

A quanto pare il principe Carlo ha degli ottimi rapporti con le sue due nuore, Catherine duchessa di Cambridge e Meghan duchessa di Sussex. L’erede al trono ha subito accolto con affetto Kate e nel 2005 l’ha invitata a unirsi a lui e ai figli per una vacanza invernale Svizzera. Con Meghan le relazioni sono più frecenti ma tutti ricordano il gesto di affetto in occasione delle nozze del suo secondogenito; il principe Carlo ha condotto all’altare la sposa il cui padre per tutta una serie di motivi non era presente alla cerimonia. Ma non solo, al termine della funzione, il principe ha offerto cavallerescamente il suo braccio oltre che alla moglie anche a Doria Raglan, madre della neo duchessa.

Qui il post sulle nozze Harry e Meghan –> http://bit.ly/2IwlljE

L come Lirica

Il principe Carlo è un grande appassionato di lirica e durante il suo viaggio in Italia del 1985 è stato invitato al teatro alla Scala dove ha assistito a una rappresentazione della Turandot alla Scala di Milano.

M come Mountbatten

Lord Louis Mountbatten è l’adorato prozio del principe Carlo, il “nonno onorario” che non ha mai spesso di rimpiangere e al quale continua a rendere omaggio. Da molti ritenuto l’eminenza grigia dietro alle nozze del nipote Filippo (figlio di sua sorella Alice) con la futura regina Elisabetta II, Mountbatten diventa molto presto il confidente del principe Carlo il quale considera “zio Dickie” il nonno che non ha mai avuto. Il principe di Galles, che ha un rapporto freddo e distante con il proprio padre, stringe con Mountbatten un legame speciale; il prozio è un amico, un consigliere, la persona di cui più si fida e a cui spesso chiede consiglio e conforto. «Mi ha dimostrato grande affetto, mi ha anche detto cose spiacevoli che magari non avrei voluto sentire» racconterà il principe. L’erede al trono sa che a Lord Louis può confidare «qualsiasi cosa» sicuro di ricevere «i più saggi consigli e suggerimenti» per questo motivo la tragica morte di Mountbatten nel 1979 è per il principe Carlo un vero e proprio shock.

Il post sulla morte di Mountbatten –> http://bit.ly/2nGKjlk

Il principe Carlo è ancora oggi molto legato alla famiglia Mountbatten e nel 2016 ha portato all’altare Alexandra, la pronipote di Lord Louis –> http://bit.ly/28XGZvy

N come nipoti

Il principe Carlo adora i nipoti. Nel documentario diffuso dalla BBC Camilla parla anche del bellissimo rapporto che il marito ha con i nipotini ai quali molto spesso legge dei libri. I figli di William e Kate vanno matti per queste letture perché il nonno cambia voce a seconda del personaggio che parla. Talvolta si concede pure di fare dei rumori con la bocca, uno sbam!, uno swish!, per aumentare la teatralità di una frase.
Per la nascita del primogenito dei Cambridge ha piantato così tanti molti alberi che ormai vengono chiamati “la foresta di George”. I bambini lo chiamano “nonno Galles”, d’altronde la piccola Lilibet si rivolgeva a Giorgio V con un affettuoso “nonno Inghilterra”. All’indomani dell’annuncio della gravidanza di Meghan Markle, si è detto entusiasta per questa «nuova fase della sua vita». E nel 2013 alla londinese Radio Times, rivelò che non vedeva l’ora di instaurare un rapporto con il piccolo George.

Il quarto nipote arriverà in primavera –> http://bit.ly/2pUTvCa

O come ostinato

Sui temi che lo appassionano insiste e persiste perché pensa con la propria testa anche se gli altri lo criticano. “Mi accusano di essermi immischiato nella vita politica inglese. Se immischiarsi significa preoccuparsi delle nostre città, come feci 40 anni fa, allora ne vado fiero”.
Comunque, nell’intervista alla Bbc l’erede ha voluto rassicurare i sudditi: “Seguirò le orme di mia madre e – ha spiegato – opererò nei parametri costituzionali”. I suoi più accesi critici infatti lo accusano di esseri immischiato fin troppo nella politica britannica, sostenendo a spada tratta l’omeopatia e schierandosi in prima linea contro architettura moderna e i cibi geneticamente modificati. “Quando sarò re la smetterò di sostenere pubblicamente le battaglie in cui credo, non sono così stupido”.

P come Portonovo

Nel 1988 il principe Carlo, in visita privata nelle Marche ospite dei conti Leopardi a Recanati, ha cenato nella suggestiva baia di Portonovo. Ecco il racconto di quella serata molto speciale –> http://bit.ly/29gu2cT

Q come Queen

Elisabetta II oltre a essere la madre del principe Carlo è l’incarnazione stessa della “Britannia”, alla cui grandezza ha dedicato tutta la vita; in oltre sessantacinque anni di regno la sovrana ha affrontato senza battere ciglio avversità di ogni genere: dall’abdicazione dello zio Edoardo VIII alle bombe tedesche su Londra, dalla morte prematura dell’adorato padre alla vita ad alto tasso alcolico della sorella minore, dall’assassinio dello zio lord Mountbatten fino all’annus horribilis, quel tragico 1992 punteggiato dai divorzi dei figli e chiuso dal disastroso incendio dell’amato castello di Windsor.
Sorretta da un granitico senso del dovere, la regina è riuscita a mantenere ben salda la rotta persino nel momento in cui gli scandali sembravano aver ridotto al lumicino le possibilità di sopravvivenza della corona. La sovrana non sembra davvero sentire il peso dell’età. Sarà il successo planetario, sarà l’essere diventata una vera e propria icona, sarà che si è buttata finalmente dietro alle spalle gli anni orribili – e non solo il 1992 – sarà che gli inglesi la stimano, la rispettano e la considerano simbolo di continuità e stabilità. Qualunque sia il motivo di questa regale serenità, The Queen è sempre più sorridente, disinvolta, cordiale e non ha l’aria di essere oppressa dalla corona.
Se l’istituzione, che ha attraversato momenti particolarmente critici, non è mai stata così popolare è sicuramente, in gran parte, merito della regina: per il suo proverbiale senso del dovere, per il fatto di essere sempre stata un punto di riferimento e un faro, per l’avere accettato i cambiamenti restando comunque se stessa. Non tutti i britannici sono monarchici, ma tutti le sono estremamente riconoscenti per avere ricoperto il suo ruolo alla perfezione. Per esserci stata, SEMPRE. “Lei è regina non perché governa l’Inghilterra, ma perché senza di lei l’Inghilterra non sarebbe più quella che è”.

R come reggente

Secondo il royal watcher Robert Jobson, autore di “Charles At Seventy: Thoughts, Hopes And Dreams, l’erede al trono potrebbe essere nominato Principe Reggente. Jobson sostiene che la regina Elisabetta continuerà a regnare, non rinunciando al trono fino alla morte o a una malattia invalidante ma che lascerà la funzione rappresentativa e tutto quanto ad essa connesso al figlio.

S come Shand

Camilla Shand è il grande amore del principe Carlo e dal 2005 i due sono marito e moglie.

Il post sui dieci anni di matrimonio –> http://bit.ly/2oR0idy

T come Turnbull&Asser

Il princope Carlo è considerato uno degli uomini più eleganti del mondo e uno dei suoi fornitori preferiti è Turnbull & Asser. La storica azienda, che si trova al 71-72 di Jermyn Street, è stata fondata nel 1885 e ha vestito, fra gli altri Sir Winston Churchill, Ronald Reagan, George H. W. Bush, Charlie Chaplin e Picasso. Turnbull & Asser produce inizialmente abbigliamento maschile molto tradizionale e dalle linee classiche, ma con il tempo si specializza nella camiceria su misura e da molti anni realizza tutte le camicie e molti abiti del principe di Galles. I capi sono tutti rigorosamente made in England (vengono prodotti nella fabbrica del Gloucestershire) sono famosi per l’altissima qualità dei tessuti e dei filati utilizzati. A partire dal 1962, Turnbull & Asser ha vestito il James Bond cinematografico in particolare nel periodo in cui l’agente segreto aveva il volto di Sean Connery. Ali Al Fayed, fratello minore di Mohamed Al Fayed, ex proprietario di Harrods, ha acquistato Turnbull & Asser nel 1986 rinnovando e modernizzando il negozio Jermyn Street.
Turnbull&Asser gode dell’ambito e prestigioso “Royal Warrant”, ovvero il riconoscimento concesso ai commercianti o alle aziende che, da almeno cinque anni consecutivi, hanno regolarmente fornito beni o servizi alla regina, al duca di Edimburgo o al principe del Galles.
L’uso di accordare questo bene cio risale al Medioevo; durante il regno di Enrico II Plantageneto esiste un Royal Charter in cui vengono annotati i fornitori u ciali del sovrano e della sua famiglia, ma il Royal Warrant così come lo conosciamo oggi viene introdotto dalla regina Vittoria che in oltre sessant’anni di regno ne concede circa duemila.
Ciascuno dei membri della famiglia reale può conferire un solo Royal Warrant per ogni singola tipologia di prodotto o servizio che sono regolati da norme severe e vengono sottoposti al controllo di un’apposita commissione, il Royal Household Tradesmen’s Warrants Commitee. Il riconoscimento ha inizialmente una durata di cinque anni, trascorsi i quali viene sottoposto nuovamente alla Commissione che, fra l’altro, si riserva il diritto di revocarlo qualora vengano meno le garanzie e le motivazioni per cui è stato concesso. Solo le aziende che hanno ottenuto questo riconoscimento possono utilizzare la dicitura “By appointment…” e mostrare nella loro carta intestata e sui propri prodotti le Royal Arms, ossia lo stemma personale della regina, del duca di Edimburgo o del principe di Galles.

U come università

Nell’ottobre del 1967 il principe Carlo entra a Cambridge e nel 1970 si laurea in antropologia, archeologia e storia diventando il primo erede al trono con un diploma universitario.

V come Victoria

Il principe Carlo discende dalla regina Vittoria e dal principe Alberto sia da parte di madre che di padre attraverso due dei figli della coppia. Vittoria e Alberto sono quadrisavoli della regina Elisabetta che discende da Edoardo VII, mentre il principe Filippo è il pronipote della principessa Alice. Inoltre visto che il nonno paterno dell’erede al trono era nato principe di Grecia Carlo discende doppiamente dal re di Danimarca Cristiano IX.

W come Windsor

Il castello di Windsor è uno dei luoghi simbolo della monarchia inglese: edificato per volere di Guglielmo il Conquistatore alla fine dell’XI secolo, è il più grande castello europeo ancora adesso utilizzato come residenza reale e anche il più antico palazzo abitato senza interruzioni fin dall’epoca della sua costruzione. Oggi questo formidabile complesso di bastioni merlati e torri è nello stesso tempo un’attrazione turistica e una delle residenze preferite di Elisabetta II che trascorre qui i suoi week end, un mese a cavallo di Pasqua e una settimana in giugno per le corse ippiche del Royal Ascot. Nel castello si svolgono ogni anno molti eventi ufficiali della monarchia come cene di Stato, la cerimonia dell’ordine della Giarrettiera e, nella St. George Chapel, anche battesimi e matrimoni.
Nel 1917 in piena guerra mondiale re Giorgio V decide di abbandonare il patronimico tedesco della famiglia in uso dal matrimonio della regina Vittoria. Mentre i soldati britannici combattono aspramente sul fronte tedesco, la dinastia non può continuare a chiamarsi Sassonia Coburgo Gotha, quindi si fanno diverse ipotesi su un eventuale possibile cambiamento e dopo un lungo dibattito viene scelto il nome più semplice e inglese di tutti: Windsor, proprio come il castello costruito dal duca normanno vincitore della battaglia di Hastings.

X come Xi Jinping

Nel 2015 il princope Carlo, grande sostenitore della causa tibetana e amico personale del Dalai Lama, si rifiutò di partecipare alla cena di Stato in onore del presidente cinese Xi Jinping. E non se ne è mai pentito.

Y come York

Il duca di York è il fratello minore del principe Carlo e si dice che fra i due i rapporti siano piuttosto tesi perché l’erede al trono ha deciso che quando cingerà la corona la famiglia reale sarà ristretta ai suoi soli discedenti con relative consorti. Quindi non ci saranno ruoli, incarichi e lista civile per i fratelli e i loro figli.

Z come zio

Il principe a quanto pare ha ottimi rapporti con i figli della sorella Anna, meno chiaro il suo legame con le figlie del fratello Andrea, ma in ogni caso era presente al recente matrimonio di Eugenie.

Infine visto che molto spesso i lettori e le persone che mi seguono sui social mi chiedono di consigliare libri sui royals inglesi. Farò un post specifico con consigli di lettura ma in attesa vi ricordo che sul principe Carlo c’è la bella biografia di Vittorio Sabadin – per anni corrispondente della Stampa a Londra – che ha scritto anche un interessante volume sulla regina Elisabetta.

Sempre a proposito di Royal Family questo è un libro essenzialmente fotografico realizzato da Chris Jackson che è il fotografo della Getty che segue da molti anni la famiglia reale inglese e in particolare i principi William e Harry. Ci sono molte foto note ma anche altre inedite e comunque vederle stampate fa tutto un altro effetto.

Questo invece è uno splendido libro grazie al quale potrete entrare dentro Buckingham Palace, guardare tutti i dettagli, le decorazioni, i mobili, gli stucchi, le tappezzerie… L’autore di queste magnifiche immagini è Ashley Hicks, architetto e decoratore, figlio del celebre designer David Hicks e nipote di Lord Mountbatten.

Grazie di cuore agli amici e “partner in crime” Francesca Panseri e Alessandro Sala per l’aiuto e i consigli nella stesura di questo post.

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