La svendita napoleonica

Con la vendita dei cimeli napoleonici ereditati dal bisnonno Louis II, Sua Altezza Serenissima il principe Alberto II di Monaco si è messo nelle tasche qialcosa come dieci milioni di euro, lira più lira meno. Ah si certo al lordo delle tasse e delle commissioni spettanti alla premiata casa d’aste Osenat.
Il motivo ufficiale della dispersione è che lui, monsieur le Prince aveva bisogno di fare spazio a palazzo. Il motivo occulto è avvolto nel mistero. Sta di fatto che la collezione andrà in giro per il mondo, chiusa nelle vetrinette del salotto buono di qualche magnate il quale potrà dire agli ospiti in attesa della cena: “quello è il cappello di Napoleone”. Sono soddisfazioni anche queste, potendosele permetterse visto che il celebre bicorno è stato battuto a 1.884.000 euro.
Di sicuro il Principe avrebbe fatto migliore figura offrendo tutto quanto a un museo qualunque, anche al piccolo ma molto, molto interessante museo napoleonico di Roma che di sicuro avrebbe fatto i salti di gioia. Invece già il solo fatto di avere affidato tutto a una casa d’aste ha scatenato i collezionisti e l’avvicinarsi del bicentenario di Waterloo ha completato l’opera.
Da appassionata lettrice di Asterix posso solo citare Giulio Cesare che spesso esclama: SINE COMMENTARI