All’asta i ricordi dei Savoia Aosta

La notizia ha provocato un po’ di scompiglio negli ambienti monarchici e fra gli appassionati di vicende reali: il duca d’Aosta vende “ricordi di famiglia”. Da tempo si mormora che il principe Amedeo e la moglie siano in procinto di lasciare definitivamente la tenuta di Castiglion Fibocchi (in provincia di Arezzo) per il loro buen retiro sull’isola di Pantelleria (o come chiarito di recente per un appartamento a Firenze) e vista da questa prospettiva la decisione ha l’aria di uno sgombero pre-trasloco. Ma i Savoia-Aosta non sono una famiglia come tutte le altre e nel catalogo oltre alle bomboniere – delle quali chiunque sano di mente desidera liberarsi l’istante dopo averle ricevute, anche se si tratta del ventaglio- ricordo per le nozze di Felipe e Letizia di Spagna – ci sono molti pezzi storici. Inoltre questa vendita praticamente coincide quasi con il 70mo compleanno del Duca (nato il 27 settembre 1943): pura coincidenza o volontà di dare un taglio al passato e iniziare una vita nuova?

“La scelta della casa d’aste [Bolaffi n.d.r.] pare azzeccata – osserva Vittorio Giovanni Cardinali, presidente dell’associazione Immagine per il Piemonte – perché Torino è ancora un città legata sentimentalmente ai Savoia e come ha sottolineato l’amministratore delegato Giulio Filippo Bolaffi «i prezzi di partenza sono decisamente competitivi, perché sarà il mercato a decretare il giusto valore degli oggetti proposti»”. (qui il post)

 Il catalogo di quest’asta è davvero interessante ed ecco per noi le osservazioni di un amico appassionato di cose d’arte e antiquariato.

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Oggi – 25 settembre – nella sede torinese di via Cavour della Casa d’aste Bolaffi, saranno dispersi 269 lotti appartenenti ad Amedeo di Savoia, quinto duca d’Aosta, che testimoniano e raccontano la vita della ex famiglia reale italiana ma soprattutto i legami affettivi e di sangue che essa aveva con le principali dinastie europee regnanti nel corso degli ultimi tre secoli.

Ad eccezione di dieci importanti dipinti su tela raffiguranti Carlo Emanuele II, Vittorio Amedeo II, Vittorio Amedeo III, e le tre principessine figlie di Carlo Emanuele III di Savoia, uno stucco, due altorilievi in legno scolpito con santi, un arazzo con il ritratto di Eugenio di Savoia, un grande servizio da altare in argento sbalzato e qualche scultura, il nucleo dell’incanto torinese è costituito da oggetti di uso quotidiano come ventagli, portacipria, orologi, candelieri, tagliacarte, tabacchiere e di uso prettamente domestico come serviti di piatti, servizi da the, set di posate da pic-nic, servizi di posate in argento, ciotole, vassoi, caffettiere, cestini, scaldavivande, cuccume, guantiere, bugie e qualche curiosità. Quella che potrebbe sembrare una comune vendita di oggetti di piccolo antiquariato si rivela essere in realtà ad uno sguardo più attento un interessante spaccato dei rapporti che legavano tre case reali, quella italiana, greca, e portoghese per tutto l’Ottocento e parte del secolo scorso.

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Provenienti dalle collezioni della bisnonna materna Olga Kostantinovna Romanova (1851-1926), regina di Grecia e nipote dello zar Nicola I di Russia (1796-1855), il principe Amedeo farà battere da Bolaffi una ciotola rettangolare e una brocca con bacile da viaggio in argento di metà Ottocento, per poi passare a tre lotti appartenuti al bisnonno re Giorgio I di Grecia (1845-1913) recanti le armi del sovrano: sei piatti in porcellana bianca con bordo mistilineo filettato in oro, sei piatti in porcellana con tesa azzurra e cavetto bianco, ed un servizio di 26 pezzi di cristallo molato composto da: 6 bicchieri da acqua, 6 bicchieri da vino bianco, 6 bicchieri da vino dessert, 6 coppe da champagne e 2 bottiglie.

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Dalla famiglia reale Greca giungono in asta anche oggetti del nonno del duca cioè di re Costantino I (1868-1923) e della moglie Sofia di Prussia (1870-1932), il più curioso dei quali, oltre a servizi da the, da caffè e posate in argento è sicuramente un grande in folio con legatura in marocchino blu e la lettera S coronata al centro del piatto superiore. L’album contiene le trascrizioni dei telegrammi di congratulazioni inviati all’Imperatrice tedesca nell’agosto del 1888 presso la corte di Potsadm, in occasione del fidanzamento di sua figlia, la principessa Sophie, con il principe “Tino” di Grecia. Le trascrizioni dagli originali sono in inglese, francese e tedesco. Tra coloro che si felicitano con i giovani promessi sposi ci sono la regina Vittoria, l’Imperatore e numerosi Granduchi di Russia, Olga di Grecia, i Conti Bernstorff, i principi di Coburgo, il principe Tommaso di Savoia, Antoinette e Leopold Hohenzollern che scrivono da Sigmaringen, la Granduchessa madre da Heiligendamm, Elisabetta d’Austria da Ischl, il conte Stolberg da Wernigerode, il principe di Baviera da Hinterstein e molti altri.

Il lotto con una delle basi d’asta più alte è però un servizio di posate in argento con le armi di re Costantino I: 10000 euro per più di 18 kg di argento massiccio diviso tra cucchiai, forchette, coltelli, mestoli, pinze, palette e forchettoni.

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Passando ai bisnonni paterni del quinto duca d’Aosta, ci si imbatte in tre tovaglie, una delle quali di dimensioni monumentali in lino di Fiandra, tessuto a motivi floreali, lunga 28 metri e larga 3, che riproduce 13 volte l’aquila sabauda coronata contenente la cifra “A”, emblema di Amedeo I duca d’Aosta (1845-1890), e re di Spagna dal 1870 al 1873.

Di grandi dimensioni ma di tutt’altra natura sono due piedi di elefanti dei primi del Novecento abbattuti dalla amata nonna di Amedeo, Elena d’Orléans, duchessa d’Aosta (1871-1951), principessa colta, cosmopolita, poliglotta, e soprattutto esperta cacciatrice.

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Sfogliando le pagine del catalogo Bolaffi salta agli occhi la massiccia presenza di oggetti appartenuti ad Amelia d’Orléans (1865-1951), moglie di Carlo I re del Portogallo (1863-1908) ultima regina consorte ma soprattutto sorella di Elena. Ci sono sei volumi, dal Seicento all’Ottocento, che recano il suo ex libris, un ventaglio dipinto a mano con le armi reali portoghesi e francesi, una statua in argento della Vergine Maria (donatale nel 1886), una scatola in argento e un piatto, del diametro di 60 cm, in porcellana policroma con al centro un grande stemma sormontato da corona reale con le armi di Portogallo e Francia, che le venne donato dalle province francesi, disegnato dal Conte Hallez d’Arros ed eseguito da Maurice Macé del 1899.

Ed infine agli amanti delle genealogie sabaude non sfuggirà di certo una rara e monumentale incisione del 1680, alta quasi tre metri e stampata su 24 fogli giuntati e montati su tela, che raffigura un imponente albero genealogico sulle origini della casata, Genealogie de la Royale Maison de Savoye opera di Giovanni Tomaso Borgonio, che ha una base d’asta fissata in 3000 euro.

Claudio Brunetti

 

Gli appassionati di souvenir reali hanno solo l’imbarazzo della scelta… a domani con un post dedicato al compleanno ducale e all’annosa diatriba su chgi è il capo del casato.

Copyright foto: catalogo della casa d’aste Bolaffi

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