Storie d’estate nella baia di Portonovo fra principi e chiese romaniche

Ogni tanto mi piace parlare delle Marche, anche se a dire il vero nella mia regione le teste coronate ci sono passate di rado e spesso per sbaglio (vedi Costanza d’Altavilla che presa dalle doglie ha partorito il futuro Federico II nella piazza del mercato d Jesi) ma scavando qua e là qualcosa trovo sempre. Come in questo caso. Che ne dite del panorama dell’immagine di apertura? Bello, vero?!?! E’ la baia di Portonovo lato laghetti, luogo magico altamente sconsigliato di giorno nei mesi di luglio e agosto, ma perfetto la sera per godere il tramonto e la luce che cala sul mare. Io ne sono innamorata, ma la baia ha affascinato anche un personaggio a noi molto, molto noto. 

Un principe nella baia di Portonovo

Nella primavera del 1988 Marisa Dubini riceve una telefonata dalla contessa Anna Leopardi. Niente di insolito: la signora, moglie di un pronipote del poeta, è una cliente abituale del suo ristorante nella baia di Portonovo, a due passi dal mare. Il locale è molto suggestivo, tutto bianco e blu, ma spartano; essenzialita e rigore nell’apparenza e nella sostanza. Da Marisa, cioe “da Emilia”, che era la sua mamma (Giulia Palmina, pero essendo sposata con un certo Emilio diventa Emilia), il menu è costituito da pochi piatti allestiti con quello che offre il mare, giorno per giorno. Però è sempre compreso un panorama mozzafiato sulla falesia del Conero che scende a strapiombo sull’acqua. Anna Leopardi conosce bene il posto e ci vuole portare un suo ospite, uno straniero al quale desidera far assaggiare il celebre fritto di pesce “di Emilia”, un piatto che e impensabile rifare in una cucina casalinga anche se la casa e il Palazzo Leopardi di Recanati. Per Marisa non ci sono problemi, lei che della semplicita ha fatto uno stile di vita non si stupisce quasi mai e accoglie sempre con un sorriso chiunque, celebre o sconosciuto, varchi la sua soglia.

 baia di Portonovo
Baia di Portonovo

C’è pero ancora una questione da chiarire molto bene. “Il nome di questa persona non deve essere reso noto”, spiega la contessa Leopardi, “e, naturalmente, il locale restera chiuso al pubblico per motivi di sicurezza, perché… si tratta del principe Carlo, il principe di Galles”. Marisa resta un attimo senza fiato, guarda la cornetta del telefono, ci pensa su qualche secondo e risponde che “si, non ci sono problemi, non lo sapra nessuno, neanche mio marito, solo che forse e il caso di dare una sistemata alla sala”. Assolutamente no, risponde la contessa Leopardi, “il principe ha visto le foto e vuole venire perché gli e piaciuta da morire l’aria “rustica” e alla buona di questa capanna sul mare”. Ah, ecco chi era quel signore distinto che il giorno di Pasqua era venuto a pranzo con il conte Vanni Leopardi e che si era messo a fotografare tutti gli angoli! Prima di portare nella baia di Portonovo l’erede al trono, l’ambasciatore britannico in persona aveva voluto assicurarsi di persona che il luogo fosse degno del figlio di Elisabetta II. E Carlo d’Inghilterra, invitato dai Leopardi per un tour nelle Marche, dà con entusiasmo il suo regale nulla osta per questo insolito fuori programma. “Ovviamente”, ci tiene a precisare la contessa Anna, “il figlio della regina d’Inghilterra non va in giro per i ristoranti, quindi e come se la cena si svolgesse a casa mia”.
Poi si saprà che il principe di Galles ha programmato una settimana da solo in giro per una regione che non conosce ma di cui gli hanno parlato con entusiasmo. Sarà un viaggio tutto fra arte e cultura, alla scoperta di luoghi e paesaggi da dipingere ad acquerello, la sua passione. Diana, con la quale è già abbondantemente ai ferri corti anche se non lo sa ancora quasi nessuno, restera a casa. Il programma non è decisamente di suo gusto: natura, città d’arte, musei. Il principe, in visita strettamente privata, sarà accompagnato da un amico carissimo, Nicholas Soames, nipote di Winston Churchill, all’epoca suo segretario privato. “Una settimana prima del giorno x”, ricorda Marisa, “mi hanno dato il via libera e ho potuto dirlo a marito e figli anche perche dovevamo gestire tutti insieme preparativi, accoglienza e serata. Ci e stato di grande aiuto e sostegno anche mio nipote Maurizio Fiorini che nel suo hotel Emilia sulla collina di Portonovo aveva spesso personaggi importanti e sapeva come districarsi in queste situazioni”. Il menu è l’ultimo pensiero di Marisa, in tavola (anzi in due tavole, una sulla veranda e un’altra dentro, nel caso piovesse o fosse freddo) ci saranno le solite cose. Niente di regale, qui il principe viene a mangiare i piatti dei pescatori di Portonovo, nulla di piu, nulla di meno. Il 12 maggio sono tutti pronti e allineati, Marisa in cucina con il suo staff, ispezionato con cura dalla polizia, in sala il marito Franco, i figli Federica ed Edoardo e il nipote Maurizio. Tutti portano i guanti bianchi, perche la contessa Leopardi ha detto che nella Casa reale inglese si usa cosi. Alle 18 la spiaggia si svuota all’improvviso, polizia e carabinieri arrivati in forze fanno sgomberare pescatori e turisti spiegando che “sta per arrivare il principe Carlo”. “Alla faccia della segretezza”, ricorda ridendo Marisa, “cosi dopo cinque minuti sono arrivati un nugolo di fotografi, ma qui da noi era tutto chiuso, sigillato”. La serata non è delle migliori, pioviggina, il mare agitato sbatte contro la parete del piccolo edificio bianco e gli ospiti, sedici in tutto, l’aperitivo lo prendono nella sala interna. “Il principe di Galles si e presentato per ultimo”, racconta Marisa, “e mi sono trovata di fronte un bellissimo signore, distinto, elegante nell’aspetto e nei modi, con un notevole charme e un gran sorriso. Un personaggio affascinante, secondo me, nonostante tutto quello che si dice. Se ero emozionata? Si, certo, non accade tutti i giorni di avere a cena il figlio della regina d’Inghilterra, il futuro re”.

Una cena reale nella baia di Portonovo 

Abituato al clima britannico, Carlo chiede di sedere nella veranda, dove e stato apparecchiato in bianco e azzurro con grandi cesti pieni di ginestre del Conero. Dice a tutti che vuole sentire il mare. In tavola vengono serviti moscioli (cozze) di Portonovo, pannocchie (cicale di mare), “pauri” al sugo, che l’erede al trono “mangia con molto gusto, aiutandosi con il pane, come vede fare dal conte Leopardi”. La “scarpetta reale” distende l’atmosfera e mette tutti di buon umore.”Ha fatto il bis degli spaghetti con i moscioli, la nostra specialita, un fatto straordinario, i reali evitano di mostrare tutto questo appetito, eppure…ma ha apprezzato moltissimo anche il fritto misto. Insomma la serata e scivolata via senza problemi e alla fine il principe è venuto in cucina a ringraziare e a stringere la mano a tutti”. In quel momento Marisa coglie al volo l’occasione e chiede di poter fare una foto, Carlo acconsente di buon grado e si mette in posa, sorridente. “Gli abbiamo offerto un piccolo ricordo della serata”, prosegue Marisa, ≪lui poi ci ha mandato una lettera per ringraziare della splendida accoglienza. Che posso dire dopo tanti anni? Ecco, e stata ’na roba strana, ma bella un bel po’. Mamma Emilia era morta da due anni, ma sarebbe stata tanto felice, era il suo sogno”.

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Questa storia mi fa sempre sorridere e anche un po’ emozionare perché mi sembra di rivedere Marisa che, quando le ho detto “metto questa storia nel mio libro”, quasi non voleva. Perché lei è così, affettuosa, carina, semplice. Come tutta la sua bella famiglia che quando vai da loro ti sembra di essere a casa. Ad ogni modo la foto con il principe di Galles campeggia alta su una parete, dentro a una bella cornice. E adesso tutta la vicenda è anche narrata nel mio libro 101 storie sulle Marche che non ti hanno mai raccontato. Così c’è tutto nero su bianco perché all’epoca nessun giornale è riuscito ad avere informazioni precise.

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Che ne dite, vi è venuta voglia di fare un giro nella baia di Portonovo? Nel caso passaste da queste parti prima di fare anche voi la “scarpetta” con il sugo dei moscioli sdoganata anche dal principe Carlo quindi diventata il massimo dello chic, vi consiglio caldamente di visitare la chiesa di Santa Maria di Portonovo, gioiello romanico incastonato nella baia fra le pendici del monte e le onde del mare, un luogo fra i più belli e suggestivi della riviera marchigiana.

Il monastero benedettino di Santa Maria viene costruito intorno alla prima metà del Mille ai piedi del Monte Conero di fronte al mare e sovrastato dalla imponente mole del promontorio. All’inizio del XVI secolo, a seguito di un’invasione turca, il monastero viene distrutto e quasi raso al suolo mentre la chiesa, interamente costruita in pietra del Conero, rimane miracolosamente in piedi. Fu proprio grazie a questo miracolo che nel 1837, cinque secoli dopo l’abbandono da parte dei monaci, l’abate Pietro Casaretto si stabilisce nei pressi della chiesa e dà il via ai lavori di recupero avendo compresa l’importanza artistica e religiosa dell’edificio. Il forte terremoto del 30 ottobre 1930, non provoca morti, ma causa gravi danni alla città e alla chiesa che, ulteriormente restaurata sotto la guida del soprintendente Luigi Serra, viene riaperta al culto nel 1934. Nel 1988 la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche avvia un progetto di restauro scientifico conservativo dell’edificio. L’intervento di recupero, terminato nel 1996, ha restituito in pieno i valori architettonici di questo antico gioiello del Romanico in Italia.

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L’identificazione stilistica della chiesa non è immediata dato che ad una prima lettura l’impianto dell’edificio sembrerebbe ispirato da influenze orientali per la presenza della croce greca e della cupola che sovrasta il transetto. La navata principale è voltata a botte con arconi in aggetto che sembrano poggiare su semi-colonne pensili con piccoli capitelli decorati, mentre le navate laterali sono voltate a crociera. I pilastri cilindrici, quasi tutti privi di basamento, sono coronati da capitelli in pietra decorati con quattro foglie geometriche stilizzate. A dire il vero Santa Maria è un esempio unico nella riviera adriatica e l’importanza architettonica deriva dalla armonia dell’insieme e dalla perfetta integrazione delle parti che rendono l’edificio più imponente di come è realmente.

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Nella baia di Portonovo potete visitare anche il Fortino Napoleonico e in alcune particolari occasioni la Torre de’ Bosis, residenza del poeta Adolfo De’ Bosis.

Copyright foto: Marina Minelli

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