Margrethe di Danimarca, 75 anni e non sentirli

Il 16 aprile la regina Margrethe di Danimarca compie 75 anni e la signora, allegra, brillante e in ottima salute (nonostante sia una tabagista incallita e non pentita) oltre a festeggiare in pompa magna, ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di abdicare. La sovrana, che ha ricevuto i giornalisti proprio in vista delle feste per il suo compleanno, si è detta molto soddisfatta della propria vita e di tutto quanto realizzato, quindi ha intenzione di andare avanti e di rimanere ben salda sul trono. Frederick e Mary (alla quale Margrethe riconosce di avere fatto un ottimo lavoro come principessa ereditaria) dovranno aspettare ancora un po’.

Ai reali danesi piace moltissimo fare festa e non perdono occasione per organizzare galà, sfilate e commemorazioni d’ogni genere dunque anche questa volta sono in programma una serie di eventi a cui prenderanno parte anche royal europei fra cui Felipe e Letizia di Spagna il che è una notizia quasi straordinaria. Il programma dettagliato è qua http://kongehuset.dk/english/Menu/news/events-in-connection-with-her-majesty-the-queens-75th-birthday e il clou delle celebrazioni è la cena di gala del 15 aprile che sarà tutto un risplendere di abiti da sera, divise, decorazioni e naturalmente diademi.

Fatta questa premessa lascio la parola a Nicoletta Mercati, lettrice e amica, che è stata di recente in Danimarca e ci racconterà qualcosa su Margrethe e sui luoghi visitati.

Amalienborg - Palazzo di Cristiano VIII

La regina in carica è nata il 16.4.1940 (mi spiace rivelare l’età di una signora ma è, evidentemente, un dettaglio noto) una settimana dopo che le forze naziste avevano invaso la Danimarca, divenendo, quindi, un simbolo di rinascita e resistenza come indica il suo nome margherita (in danese). Margrethe Alexandrine Þorhildur Ingrid è figlia di Federico IX e della Regina Ingrid, nata principessa di Svezia. Fu chiamata Margherita (Margrethe) in onore della nonna materna, la principessa Margherita di Connaught, Alessandrina in onore della nonna paterna, la duchessa Alessandrina di Meclemburgo-Schwerin, e Ingrid in onore di sua madre. Dal momento che suo nonno paterno, l’allora regnante Re Cristiano X, era, a quel tempo, anche Re d’Islanda, e Margrethe fino al 1944 fu una principessa islandese, alla Principessa fu dato, come omaggio al popolo di Islanda, un nome islandese, Þórhildur, derivato da “Thor” che significa “battaglia” o “combattere”. La margherita, peraltro, è il fiore simbolo della Danimarca ed il soprannome della sovrana è Daisy, il nome del fiore in inglese. Al tempo della sua nascita, solo i maschi potevano salire al trono di Danimarca, poiché non aveva fratelli (dopo di lei nacquero le principesse Benedikte e Anna Maria), erede al trono era suo zio, il principe Knud, fratello minore di re Federico. La popolarità di Federico e delle sue figlie e il ruolo più importante delle donne nella vita danese, avviò il complicato processo per modificare la Costituzione. A ciò si aggiunse, forse, il fatto che la suocera di Knud fu accusata di simpatie filonaziste. Fu così che la proposta fu approvata da due parlamenti in successione e poi da un referendum, che si tenne il 27 marzo 1953. Il nuovo Atto di Successione consentì la successione femminile al trono di Danimarca, secondo la preferenza di primogenitura maschile, sicché una femmina poteva salire al trono solo in mancanza di fratelli. Da dire che nel 2009 si cambiò ancora, cosicché oggi, il primogenito diviene re indipendentemente dal genere La Principessa Margrethe perciò, all’età di tredici anni, divenne erede presuntiva (come accadde, peraltro, ad Elisabetta d’Inghilterra) ed, in assenza di fratelli (non ne nacquero neppure dopo la sua investitura ad erede), divenne regina nel 1972, alla morte dell’amatissimo padre. Margrethe II non è l’unica donna ad aver regnato in Danimarca. Vi fu, infatti, una Regina Margrethe I (1353-1412), figlia di re Valdemar IV e moglie di Re Haakon Vi di Norvegia che fu reggente del figlio Olaf che morì all’età di diciassette anni. Margrethe, allora nominò erede un suo cugino, Enrico di Pomerania, all’epoca ancora in fasce. Di fatto, quindi, la regina, anche dopo che il ragazzo raggiunse l’età per regnare, rimase al suo posto e, di fato, regnò per tutta la vita.

Frederiksborg - Ritratto del Principe Henrik
Il motto di Margrethe II è “God’s help, the love of The People, Denmark’s strength”. E’ famosa per essere una donna impegnata e colta, nonché, grande fumatrice. Ha quattro lauree (legge, archeologia preistorica, scienze politiche e filosofia) conseguite nelle più prestigiose università europee, oltre al danese parla diverse lingue (francese, svedese, inglese e tedesco), tra i suoi interessi spiccano l’arte e la letteratura ed ha numerosi hobby tra cui il disegno, la scenografia ed il ricamo. Abile pittrice di paesaggi ha, inoltre, illustrato (spesso utilizzando la tecnica del decoupage in cui eccelle) diversi libri tra cui opere di Andersen, di Karen Blixen, un libro di poesie del marito ed un’edizione de Il Signore degli Anelli firmando con lo pseudonimo Ingahild Grathmer e devolvendo il corrispettivo a iniziative per lo sviluppo delle arti. Con il marito ha tradotto, tra gli altri, i romanzi di Simone de Beauvoir. Ha progettato numerose scenografie per il teatro ma anche per qualche film, disegnato costumi per opere teatrali e per balletti, dipinto una pala d’altare per una chiesa norvegese e ricamato arredi e paramenti per diverse chiese e prelati. Ha disegnato francobolli, calendari, biglietti d’auguri e carte da gioco per diverse associazioni tra cui Save the Children, il WWF e la società danese per la ricerca sul cancro. Ecco l’elenco completo nel sito della casa reale danese: http://kongehuset.dk/english/the-royal-house/Regentparret/hm-the-queen. Le sue opere sono state esposte in mostre temporanee e musei (a mia totale insaputa anche a Roma nel 2012 http://www.huffingtonpost.com/2012/04/13/queen-margrethe-art_n_1424096.html).
La mostra più recente di cui abbia trovato notizia si è tenuta al ARoS di Aarhus tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, intitolata Pas-de-deux Royal: an artistic meeting http://en.aros.dk/about-aros/press/2013/pas-de-deux-royal/, ha celebrato, attraverso circa 150 opere, le poliedriche espressioni artistiche non solo della Regina ma anche del Principe Consorte (poeta e scultore) evidenziando il forte legame, non solo personale, ma anche il talento creativo che hanno condiviso per anni. Il loro è stato, senz’altro, un matrimonio d’amore che ha attraversato, negli anni, qualche momento critico.
Margrethe è una vera e propria artista a palazzo, quindi, ma anche una donna di grandi doti politiche ed umane che ha sempre esercitato il suo ruolo in modo impeccabile continuando, nel contempo, a vivere una vita, per quanto possibile, a contatto con la realtà. Il suo stile è sempre stato estremamente sobrio, forse non nell’abbigliamento dove però predilige il riciclo (come anche dibattuto ancora ne post http://www.altezzareale.com/2010/04/14/donne-reali/happy-birthday-regina-margaretha/).

dinamarca-1-a

Nel 2013 The Guardian l’ha anche inserita nell’elenco delle cinquanta donne meglio vestite del mondo e questo, personalmente, mi sembra un po’ azzardato. Più che elegante, il suo stile mi sembra personale, abiti che definirei comodi per il giorno e scenografici per la sera. E pensare che, da giovane, vestiva in stile classico e seguiva i dettami della moda. Chi lo avrebbe mai detto! http://orderofsplendor.blogspot.it/2012/01/flashback-friday-queen-margrethes-style.html In seguito, invece, ha adottato uno stile sempre più originale ed alcuni abiti assomigliano a costumi di scena. D’altronde, lei stessa, intervistata, nel 2012, ha dichiarato, a proposito delle sue scelte in fatto di abbigliamento, come, con il passare degli anni, si si senta più libera ed abbia meno vergogna ad osare qualcosa di diverso. Piuttosto formale, ma sempre molto colorato, l’abbigliamento scelto per il tradizionale messaggio di auguri per il Nuovo Anno. Qui una bella carrellata http://www.danskmagazine.com/cover-girls/queen-margrethes-38-new-years-looks/ In occasione del suo settantacinquesimo compleanno, nel 2015, è stata organizzata una mostra a Frederiksborg di circa quaranta abiti della Regina, tra cui il vestito da sposa e l’abitino del battesimo http://royalista.com/94622/gallery-an-excited-queen-margrethe-admires-her-old-dresses/

Margrethe non vive confinata nei palazzi ma la si vede spesso in giro per Copenaghen ed i sudditi proprio per questo la adorano. Sembra che da giovane avesse il complesso per l’altezza (1,84 cm) e che in sua presenza fosse proibito utilizzare l’espressione Sua Altezza. Ma il marito il conte francese Henri de Laborde de Monpezat, terzo segretario d’ambasciata a Londra, la supera di ben nove centimetri!
Ha un ottimo rapporto con il suo popolo che la ama. Una volta alla settimana, durante i mesi invernali, riceve dei sudditi che possono dibattere con lei qualsiasi argomento sia di loro interesse. Si dice che i danesi, se un giorno scomparisse la monarchia la eleggerebbero presidente della repubblica. Da dire che tutta la famiglia reale è molto amata con indici di gradimento che variano dall’80 al 90 per cento!
Un accenno, a parte, merita il Principe Consorte. Henri Marie Jean André, Conte di Laborde de Monpezat, che a seguito del matrimonio, il 10.6.1967, divenne HRH Principe Henrik di Danimarca. Al pari della moglie, è un vero poliglotta (capito Letizia?) parla, infatti, oltre alla lingua madre francese, il danese (seppure ancora con un forte accento), l’inglese, il cinese e il vietnamita (stante gli anni della fanciullezza e della prima giovinezza trascorsi in estremo oriente ed i successivi studi in materia alla Sorbona). Vorrei solo riferire curiosità o “scandali” che hanno coinvolto il Principe Consorte e di cui non sapevo nulla ma che, magari, alcuni di voi ricorderanno.
Nel 2006 la rivista danese Ud&Se ha pubblicato una intervista con il principe Henrik, in cui, tra le altre cose, parlava dei suoi cani, il cibo e la sua infanzia in Vietnam, menzionando di una volta in cui aveva mangiato carne di cane. La notizia è stata ripresa da altre riviste e, forse un po’ gonfiata, ha messo il Principe in una situazione molto scomoda, in quanto, quale presidente onorario del Dachshund Club danese si è trovato ad essere accusato di aver mangiato un cane. Ben più profonda è stata, però, la crisi del 2002, la cosiddetta “ Fuga dalla Danimarca” quando Henrik lasciò la Danimarca e si trasferì nel Castello di Caïx, a Cahors nel sud della Francia, appartenente alla coppia. La ragione della partenza fu dovuta al fatto che, nel ricevimento del nuovo anno, suo figlio, il principe ereditario Federico, era stato incaricato di ricevere gli ospiti, in assenza della regina Margrethe, a causa di un infortunio. Henrik si sentì “messo da parte, degradato e umiliato” per il fatto di essere stato “relegato al terzo posto nella gerarchia reale”.
“Per molti anni sono stato il numero due di Danimarca” disse. “Sono stato soddisfatto di quel ruolo, ma non voglio essere relegato al numero tre dopo tanti anni”. Henrik, quindi, decise di abbandonare la Danimarca per riflettere del suo status all’interno della famiglia reale danese. La regina Margrethe si recò subito in Francia per incontrarsi con suo marito. Henrik sottolineò che sua moglie e suo figlio non erano responsabili dell’accaduto. Il principe consorte trascorse tre settimane a Caix e non apparve al fianco di sua moglie, come previsto, al matrimonio di Willem Alexander e Maxima. Dopo tre settimane Henrik tornò in Danimarca e riassunse i suoi doveri reali.
Dal 2008, pochi giorni prima del secondo matrimonio di Joachim, la Regina ha conferito il titolo di “conte di Monpezat” (in danese: greve af Monpezat) ad entrambi i suoi figli, e reso ereditario per i loro discendenti in linea maschile, sia maschi che femmine. Questa era una questione che stava molto a cuore ad Henrik che già molte volte aveva espresso il desiderio di vedere ‘Monpezat’ aggiunto al nome dinastico di ‘Oldenburg-Glücksburg’. E a proposito del titolo c’è da dire che la famiglia Laborde de Monpezat designa se stessa come conti, anche se il loro diritto a disporre di quel titolo è contestato: l’Encyclopédie de la fausse noblesse et de la noblesse d’apparence afferma che l’antenato del principe Henrik, Jean Laborde, ricevette la lettera patente reale di nobilitazione nel 1655, condizionata dalla sua accettazione come nobile nelle tenute della provincia di Béarn dove erano situate le sue terre. Ma questa condizione non fu mai realizzata, in quanto le proprietà rifiutarono la petizioni di Laborde nel 1703 e ancora nel 1707. Il cognome della famiglia era “Monpezat” dal tempo della Rivoluzione francese, senza titolo, fino al 14 luglio 1860, quando fu modificato da un decreto imperiale in “de Laborde-Monpezat”, e legalmente cambiato di nuovo il 19 maggio 1861 in “de Laborde de Monpezat”. Sebbene il titolo comitale sia stato utilizzato dalla famiglia, come se si trattasse di un titre de courtoisie, tradizionalmente la corte reale e la società francese hanno riconosciuto questi titoli.
Non avendo foto scattate da me della Regina o del Principe Consorte mi limito ad allegare le foto di Margrethe trovate nei vari palazzi reali.  E, poi, una curiosità.

Il quadro del salotto

particolare del quadro

Questo il quadro che era appeso nel salotto della casa da noi presa in affitto fuori Copenaghen. Che coincidenza! Appena l’ho visto ho capito che lì saremmo stati bene e che avevamo fatto la scelta giusta. E così è stato!

Chistiansborg - Il salone delle feste - Allestimento 2

Durante il viaggio in Danimarca ho visitato anche varie residente reali fra cui il palazzo di Christiansborg che ha un’enorme e spettacolare sala da ballo lunga 40 m ed alta 10 metri con una galleria che corre lungo tutto il perimetro. Dal soffitto decorato con stucchi e tre grandi dipinti di Kræsten Iversen, che simboleggiano i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario che hanno sede nel palazzo, pendono numerosi lampadari in cristallo realizzati a Venezia. Il pavimento, nel classico bianco e nero, ha un disegno meno scontato del solito. Per non rovinarlo così come nel resto del palazzo, durante la visita è obbligatorio indossare dei copri scarpe usa e getta. La sala è davvero enorme, può ospitare più di 400 persone, e viene utilizzata in occasione dei ricevimenti a corte che si tengono per il nuovo anno (mi pare di capire che i vari ricevimenti si tengono qua e là), delle visite di stato (qui il link della visita degli Obama) e delle grandi serate di gala. Di grande impatto e luminosa, colpisce per il forte cromatismo. Non il classico salone da ballo di altri palazzi reali, tutto oro, stucchi e specchi ma qualcosa, di senz’altro, originale e più moderno. Ciò che caratterizza la sala e che ne è l’elemento più noto sono gli arazzi che ne decorano le pareti.

Christiansborg - Il salone delle feste - allestimento1

Qui invece è possibile vedere una foto della sala allestita per un banchetto ufficiale in occasione dei 40 anni di regno di Margrethe.

Originariamente decorata con arazzi, risalenti all’epoca di Cristiano V, provenienti da Rosenborg, la Sala è stata appositamente restaurata per accogliere i nuovi arazzi che ora ne ricoprono le pareti. Si tratta di un regalo di compleanno. In occasione del cinquantesimo compleanno di Margrethe nel 1990, infatti, fondazioni private e organizzazioni finanziarie donarono alla Regina circa 13 milioni di corone danesi (1 euro vale 7,4654 corone danesi, al cambio attuale) e lei decise di investirle commissionando la realizzazione di 17 nuovi arazzi destinati ad adornare questa sala. L’incarico fu affidato alla celeberrima Manifattura Nazionale de Gobelins e de Beauvais di Parigi. L’opera, su cartoni a grandezza 1:1 dell’artista danese Bjørn Nørgaard, noto scultore, ha richiesto una lunga lavorazione che ha visto impegnate circa 30 persone a tempo pieno per quasi dieci anni, cosicché, gli arazzi sono stati esposti in occasione del sessantesimo compleanno della Regina nel 2000. Alla cerimonia di inaugurazione la Regina ha espresso il desiderio che gli arazzi possano appartenere all’intera nazione danese e così li ha donati allo stato.

Christiansborg - Il salone da ballo

Gli arazzi ripercorrono 1000 anni di storia danese e del mondo e raffigurano, l’età dei Vichinghi, il basso e l’alto Medio Evo, la Monarchia Assoluta. La Riforma, La Seconda Guerra Mondiale, Il Presente ed il Futuro. L’artista, molto noto, e già all’epoca insignito di un’onorificenza reale, ha davvero messo in scena un vera e propria lezione di storia millenaria. Ogni arazzo, infatti, contiene numerose scene di eventi storici riferiti al periodo rappresentato, oggetti, simboli ed ornamenti dell’epoca, così come i re e le regine che si sono succeduti. Nei bordi, invece, vi sono i volti di personaggi storici mentre, in alcuni arazzi vi sono ”buchi del tempo” con oggetti e motivi contemporanei che irrompono nella narrativa storica.
Anche i membri della Famiglia Reale sono rappresentati. In particolare, la Regina ed il Principe Henrik, nell’arazzo dedicato al Presente, appaiono a figura intera in una sorta di Eden, con Margrethe, novella Eva, che offre una mela al marito. Ovviamente, entrambi vestiti con abiti di gala sono abbastanza somiglianti. In basso sono rappresentati i loro bassotti (e chissà che anche questi non siano veri ritratti). I Principi Federico e Joachim sono i protagonisti del Futuro. Mentre l’erede al trono è rappresentato con i colori della bandiera, il bianco ed il rosso, il fratello è vestito di verde a simboleggiare il suo status di ”coltivatore” della fattoria del Castello di Schackenborg. Almeno questo é quello che recitano le fonti,. In realtà i colori sono pastello e sfumati. Da notare come tutti i personaggi, per non so quale motivo abbiano mani molto grandi.

Christiansborg - Arazzi 1

Gli arazzi coprono una superficie di più di 200m2 ed hanno tutti la stessa larghezza di 295 cm mentre hanno differenti altezze. Qualche particolare tecnico che forse può interessare. Gli arazzi sono tessuti in posizione verticale , ma su due diversi tipi di telai – uno ( verticale) ordito alto e uno con un ordito basso ( orizzontale) ( haute lisse e basse lisse ) . Il risultato è lo stesso ma l’ordito basso o orizzontale è un po ‘più veloce , quasi 2,5 m2 per anno! Un tessitore francese deve avere un’esperienza di almeno 5 anni prima di poter lavorare Les Gobelins. Durante l’esecuzione il tessitore lavora con il disegno dietro l’ ordito e con un avanzato sistema di specchi che gli permettono di tessere esattamente ciò Bjørn Nørgaard ha progettato. I tessitori hanno utilizzato solo circa la metà del numero di colori visualizzati sul disegno – circa 65 tonalità – ma hanno comunque realizzato un’opera il più vicino al disegno originale possibile . Il materiale è lana sia per trama e ordito e la trama è tessuta è sempre e solo orizzontalmente! Diversi livelli possono essere tessuti allo stesso tempo, ma sempre in senso orizzontale.

Christiansborg - Arazzi - Particolare 2
Sono sicuramente di grande effetto ed impatto visivo. Molto colorati, molto appariscenti. Confesso di essere rimasta molto colpita dal violento impatto cromatico dell’insieme ma di non aver apprezzato a fondo gli arazzi. Forse è più corretto dire che il forte cromatismo dei manufatti ha, in me, preso il sopravvento e mi ha impedito di cogliere la complessa struttura di ogni singolo arazzo ed il valore simbolico dei numerosissimi particolari che identificavano i vari periodi storici. Avrebbero meritato, e me ne accorgo ora a seguito delle ricerche effettuate per il post, ben altra attenzione. Avrei dovuto permettere all’artista di prendermi per mano, e riquadro per riquadro, portarmi a spasso nel tempo cercando di cogliere più informazioni possibili. Non l’ho fatto e me ne pento. In pratica, concentrata, per di più, nell’osservare quelli raffiguranti la famiglia reale, che hanno peraltro, un impianto iconografico completamente diverso (con grandi figure centrali), per mera ignoranza, non ho colto il reale valore dell’opera. Ho sbrigativamente osservato gli altri senza capire che quello che a me appariva una rappresentazione caotica era, in realtà, una struttura complessa. Munita solo di una guida sintetica che si limitava a riferirne l’origine ed il soggetto, la storia della Danimarca, ho, erroneamente, trascurato di osservare l’insieme ed i singoli elementi. Mea culpa. Per quanto mi faccia vanto di non partire mai impreparata questa volta ho fallito. Come alibi solo il fatto di aver preparato un viaggio in cinque capitali in soli quindici giorni. Ho fatto il possibile ma qui c’è stata una falla evidente nell’organizzazione! E mi spiace che la Vostra cronista non sia stata in grado di riferire meglio di così. Per mera completezza, e non per alleggerire la mia ”colpa”, riferisco che anche altri hanno avuto qualche perplessità http://austintapestry.blogspot.it/2009/09/queens-birthday-tapestries.html

Christiansborg _ Foto della Regina e del Principe Consorte con il Re e la Regina di Svezia

Qui qualche foto che non sono riuscita ad ingrandire dal sito dell’artista http://www.bjoernnoergaard.dk/da/gobeliner
Qui invece, per dare un’idea della complessità dell’opera l’immagine di uno dei cartoni preparatori, un vero e proprio dipinto, con l’arazzo dedicato alla seconda guerra mondiale. Davvero molto complesso con una miriade di particolari a ricordre la tragicità del periodo. Tra l’altro a destra si vede anche la famiglia reale. Nel bordo, invece, personaggi storici del Novecento tra cui riconosco Lenin, Mao, Kennedy e Gandhi oltre che Dalì.

Ancora recentissimamente, a marzo 2014, la sala é stata usata, allestita questa volta con tavoli rotondi per un ricevimento in onore dei membri del governo danese, del parlamento e del parlamento europeo http://www.noblesseetroyautes.com/2014/03/diner-de-gala-a-christiansborg-ambiance-dans-le-grand-hall/#more-82457

Nicoletta Mercati

Christiansborg - Ritratto della Regina

 

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