Il quadri principe Eugenio alla Reggia di Venaria

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Praticamente è andata così. Destinato alla carriera ecclesiastica da un sovrano che non ammette di essere contraddetto e non ha nessuna intenzione di averlo fra i piedi nell’esercito, il giovanissimo Eugenio di Savoia-Soissons ha una sola aspirazione, fare il soldato, quindi fa armi e bagagli e se ne va in Austria. Diventerà uno dei più grandi condottieri della storia e Luigi XIV, se ne pentirà amaramente per tutto il resto della sua vita anche perché il principe Eugenio (figlio di un Savoia del ramo Carignano e di Olimpia Mancini una delle nipoti di Mazzarino) infliggerà numerose e cocenti sconfitte alla sua patria d’origine.

I quadri del principe Eugenio

Eugenio, che è il cugino di Vittorio Amedeo II di Savoia, entra nell’esercito imperiale di Leopoldo I d’Asburgo nel 1683 riorganizzandolo in funzione antiturca e antifrancese e conseguendo in questo senso una serie di vittorie-simbolo nella storia d’Europa moderna. Colonnello dei dragoni imperiali, cavaliere del Toson d’oro, feldmaresciallo dell’Impero, governatore di Milano e dei Paesi Bassi, vicario generale dell’Impero in Italia, è anche un raffinato cultore delle arti, interessato alle scienze, grande collezionista e bibliofilo. L’enorme fortuna accumulata in trentatré campagne militari Eugenio la investe in opere d’arte, palazzi di città, residenze estive, biblioteche, giardini, gabinetti di scienze naturali. Quando muore a Vienna il 20 aprile del 1736 all’età di 72 anni non lascia eredi né testamento e l’imperatore Carlo VI d’Asburgo indica come erede del suo immenso patrimonio la nipote Maria Anna Vittoria di Savoia la quale, in fasi successive liquida tutto, vendendo gli edifici e la biblioteca alla famiglia imperiale stessa e i dipinti al cugino Carlo Emanuele III di Savoia. La raccolta del principe Eugenio, allestita nel 1741 presso Palazzo Reale a Torino, è ammirata e magnificata da viaggiatori e cultori d’arte di tutta Europa che lodano in particolare la ricchezza di opere fiamminghe ed olandesi, arrivando ad additarla come uno dei vertici del collezionismo moderno. La quadreria venne poi trasferita, insieme ad altre opere di provenienza dinastica, alla Galleria Sabauda dall’atto della sua istituzione nel 1832, costituendone una sezione particolarmente rilevante e prestigiosa.

In attesa dell’allestimento definitivo della nuova Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale, una cospicua selezione dei dipinti del principe Eugenio rappresenta il fulcro della mostra ospitata alla Reggia di Venaria nelle Sale delle Arti. Una esposizione speciale perché impreziosita dalla possibilità del confronto tra la quadreria del Principe e alcune opere provenienti da importanti collezioni conservate oggi al Louvre e alla Gemaldegalerie di Dresda ed appartenute ad altri personaggi di spicco della corte sabauda residenti nella Parigi dell’epoca, cuore del mercato internazionale dell’arte: Jeanne Baptiste d’Albert de Luynes, contessa di Verrua (1670-1736), la seducente amante di Vittorio Amedeo II “regina” indiscussa dei “salotti culturali” parigini, e Vittorio Amedeo di Carignano (1690-1741), genero della contessa di Verrua e generale delle armate di Francia. Ciò consente l’opportunità per una più ampia ed interessante riflessione sul gusto à la page dei collezionisti nell’Europa di primo Settecento.

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Il principe Eugenio ritratto da Van Schuppen. Copyright foto Galleria Sabauda (Torino)

L’esposizione è introdotta da una prima sezione dedicata al principe Eugenio che ne delinea la personalità, con il magnifico ritratto equestre dipinto da Van Schuppen, le dieci Battaglie vittoriose del condottiero eseguite da Jan Huchtenburg, all’interno di un ben preciso progetto celebrativo fortemente voluto da Eugenio, alcune armi a lui appartenute ed oggi conservate all’Armeria Reale di Torino, i volumi dalle preziose incisioni dedicati alle sue gesta della Biblioteca Reale e della Regione Piemonte. Un’ampia sala ne illustra più generalmente il gusto aggiornato e moderno da lui seguito nella definizione dei propri palazzi viennesi, con arazzi, porcellane e oggetti anch’essi pervenuti a Torino nel Settecento e attualmente conservati tra Palazzo Reale, il Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama e alcuni privati. Di qui parte il percorso espositivo vero e proprio secondo la traccia sopra delineata, con il massimo risalto alle qualità dei dipinti e alla cultura collezionistica che sta alla base delle raccolte. Analogamente, il catalogo segue questo percorso, permettendo di approfondire anche aspetti collegati, quali il collezionismo di incisioni nel quale il Principe si distinse, e può contare sugli importanti studi condotti in questi anni sia dal cotè piemontese che in ambito francese e tedesco.

I quadri del Re

dal 5 aprile – 9 settembre 2012

alla Reggia di Venaria (To)

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