Le perle di Eugenia dal Louvre a Orsay

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Le perle di Eugenia sono uno dei tesori del Louvre. Certo sono meno note della Gioconda, ma lo splendido diadema di perle (attualmente esposto al Musée d’Orsay nell’ambito della mostra “Spectaculaire Second Empire”) è sempre molto ammirato.

Secondo Coco Chanel “una donna ha bisogno di fili e fili di perle”. Una lezione di stile che Eugenia, nata de’ Montijo, consorte di Napoleone III imperatore dei francesi fa sua con qualche decennio di anticipo. La bella spagnola, che negli anni del Secondo Impero impone il suo gusto impeccabile in fatto di abiti (è lei a rendere famosa la gonna vastissima sostenuta da una crinolina) ha, infatti, una grande passione per le perle. Nell’ambiente (reale) non è certo la prima. Enrico III re di Francia usava indossare orecchini di perle, la contemporanea Elisabetta d’Inghilterra se ne inondava addirittura, consapevole di come il loro candore riuscisse a mettere in risalto il rosso sfavillante dei suoi capelli, Joséphine de Beauharnais prima moglie del primo Napoleone, possedeva perle di rara bellezza e se ne adornava con molto piacere. E’ con tutto l’insieme delle sue perle (già di proprietà della corona francese ed usate da altre principesse, ma “rimontate” appositamente per lei dal gioielliere Lemonnier) che la bella e un po’ languida moglie di Napoleone III sceglie di essere ritratta, nel 1853, da Winterhalter e l’effetto è davvero magnifico. Per il suo pittore preferito Eugenia si mette in posa indossando una coroncina, il diadema, il collier a otto fili e un braccialetto.

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Purtroppo di questi e di altri gioielli “storici” poco o nulla, è arrivato fino a noi. Colpa delle guerre, quando per pagare soldati e cannoni si vendono persino le gioie private delle sovrane, colpa delle rivoluzioni durante le quali le dispersioni dei patrimoni reali fanno parte della volontà di cancellare anche la più piccola traccia dell’odiato regime. Colpa di valutazioni un tantino sconsiderate come quelle che portano nel 1887, in piena III Repubblica, alla vendita di tutte le magnifiche parure dell’imperatrice Eugenia, fra cui quella, davvero splendida, di perle. Una dispersione che finisce col diventare una svendita (a causa della gran quantità di pezzi immessi in un colpo solo sul mercato) e colpisce, ai giorni nostri, per la totale indifferenza al valore storico ed artistico degli oggetti per la maggior parte spariti in collezioni private o addirittura smontati per essere trasformati in gioielli meno impegnativi e più commerciabili.

Le perle di Eugenia

Il gioielliere parigino Jacoby si aggiudica il diadema, per fortuna lo lascia così com’è e riesce a venderlo, nel 1890, al principe von Thurn und Taxis. Le varie principesse della grande famiglia tedesca se ne pareranno con un certo orgoglio in tutte le occasioni ufficiali. Gloria, la vivace e giovanissima moglie di Johannes von Thurn und Taxis lo indossa nel giorno del suo matrimonio sopra un abito firmato Valentino, qualche anno dopo lo pianta di sbieco su una parrucca per una celebre festa in costume, ma non esita a disfarsene quando, rimasta vedova, si trova a dover pagare le pesanti tasse di successione che gravano sull’enorme patrimonio familiare. Grazie agli Amis du Museée du Louvre, i quali intervengono con una loro offerta all’asta organizzata a Ginevra nel 1992, il diadema torna a Parigi e da allora, con le sue 212 perle e gli oltre 2000 diamanti, è uno degli oggetti più ammirati nelle vetrine della Gallerie d’Apollon dove sono conservati i gioielli della Corona che il museo sta man mano riacquistando.

 

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