Principessa per una notte nella magia della reggia di Caserta

Oggi nella foto del giorno pubblico la storia di una “principessa per una notte” e di un ballo ambientato nei saloni di una straordinaria reggia. Qualche giorno fa nella posta della pagina Facebook del blog mi arriva un messaggio: lo leggo, lo rileggo, mi commuovo anche un po’, per questo voglio condividerlo con voi. Una lettera di altri tempi che in un momento di dubbi, fatica e tristezze mi ha sollevato il morale e convinto che la strada per quanto copmplicata e in salita è quella giusta. Grazie Natalia, tu non sei una principessa solo per una notte, sei una principessa nel cuore.
Gentilissima Marina, mi scusi se mi permetto di scriverLe, ma ne sentivo il bisogno. Mi presento, sono una giovanissima, appena diciottenne, lettrice del Suo blog “Altezza Reale”, mi chiamo Natalia, studio al liceo classico, e sono una grande appassionata di storia. Sono cresciuta, come tutte le bambine, con Belle, Aurora, Cenerentola, mi sono sempre vestita da principessa per carnevale, e come Lei potrà capire, mi è sempre rimasto, anche crescendo, il mito della principessa bella, gentile ed elegante che va al ballo e trova il suo principe azzurro. Troppo infantile? Sdolcinatissima? Con la testa tra le nuvole? Sì, forse. Anche se preferisco definirmi sognatrice. Diventando grande comunque, Cenerentola e le altre si sono “materializzate” nelle principesse reali (in tutti i sensi, mi scusi il gioco di parole). Vedere la Regina Elisabetta, Victoria di Svezia, Mathilde del Belgio e così via, vestite di tutto punto, con tanto di diadema e parure abbinata, nei loro palazzi, mi faceva letteralmente sognare. E mi dicevo sempre che un giorno anche io sarei stata una principessa esattamente come loro, che avrei messo il diadema, un abito di alta sartoria, i guanti, e che al fianco di un principe in divisa (io figlia di Colonello dell’Esercito, cresciuta con la figura dell’ufficiale gentiluomo, e quindi perdutamente innamorata dell’uniforme), avrei danzato, parlato, cenato, in un castello ammirata da tutti. “Per quale motivo questa ragazza mi sta dicendo tutto ciò?” penserà Lei. Un giorno, tre anni fa, per puro caso mi imbattei nel suo blog, e da quel momento, non c’è stato giorno, in cui non mi sia collegata, anche solo per leggere dei nuovi commenti, sempre molto interessanti. La verità è che leggere i suoi post sui gioielli, sui matrimoni, di ieri e di oggi, mi fa letteralmente sognare. Così come da piccola mi faceva sognare Cenerentola. Qualche mese fa poi, mi si è presentata un’occasione più unica che rara. Le ho scritto sopra che mio padre è un Ufficiale dell’Esercito, e per il mio diciottesimo compleanno (e sapendo anche che tipo è sua figlia), mi ha fatto un regalo stupendo. Mi ha regalato una serata da principessa. Non so se Lei conosce la Scuola Militare di Napoli, fondata nel 1787 dal re Ferdinando IV di Borbone, la più antica scuola militare d’Europa, che annovera tra i suoi ex allievi persino il re d’Italia Vittorio Emanuele III. Comunque, mi perdoni l’excursus storico, la scuola, ogni anno, organizza il così detto Makπ 100, con tanto di ballo delle debuttanti. I cadetti dell’ultimo anno, solitamente nel mese di maggio, scelgono una location storica e imponente per organizzare il ballo, preparato con cura da ufficiali, maestri di balli ottocenteschi, e preceduto da mesi di prove di danza all’interno della scuola. Per ogni debuttante viene realizzato su misura un principesco abito bianco, con voluminosa gonna di tulle, corpetto ricamato con tanto di cristalli di Boemia, scarpette bianche, guanti bianchi, un diadema di Swarovski (non saranno diamanti ma ci accontentiamo), e una parure d’argento con pietre blu gentilmente regalata alle debuttanti dallo sponsor della manifestazione. La location del ballo è stata la Reggia di Caserta, ballo nelle sale reali, e cena nella sala del trono, come nel ‘700.
Ho avuto il piacere di ballare nella così detta “Sala delle guardie del corpo” o “Sala degli stucchi”, così chiamata per via dei numerosi stucchi che la decorano. Entrando nel salone delle guardie non si potevano non notare i busti marmorei dei sovrani Borbonici, Ferdinando I, Francesco I, Ferdinando II, e infine, Francesco II, e la scultura di Alessandro Farnese in abiti da centurione romano arrivata alla Reggia grazie a Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese. Salire lo scalone d’onore al braccio del mio cavaliere ed entrare poi nella sala, piena di ospiti, sulle note della War March of the Priests di Mendelssohn mentre sentivo “fa il suo ingresso la Signorina…”, e poi il valzer spagnolo, viennese, le due quadriglie, la marcia, e il valzer di Cenerentola nel finale. Eh sì, perché io quella sera sono stata Cenerentola. Lei starà continuando a chiedersi perché glielo sto raccontando, perché volevo ringraziarLa, perché è anche grazie a Lei e al Suo blog che ho realizzato il mio sogno con una marcia in più, perché Lei Marina, con i suoi articoli, mi ha dato la forza di continuare a credere nei miei sogni, e infine di realizzarli. La ringrazio di cuore, non smetta mai di scrivere, sono sicura che ci sono tante ragazze romantiche e sognatrici come me che leggono “Altezza Reale”, e che fantasticano su quelle tiare e quelle storie d’amore di cui Lei parla. Mi scusi se con questa lettera le ho fatto perdere del tempo, ma non potevo non ringraziarLa. Sua fedele lettrice,
Natalia.