La Versailles delle Mesdames Tantes

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Camera di Madame Victoire

Solo ora, quasi un mese dopo, ho una seconda confessione da fare: ho tradito la Reine. A Versailles, nelle due ore di pausa fra le due visite privilège durante il nostro magnifico Maria Antonietta Tour 2014, mi sono precipitata a nelle stanze delle Mesdames perché le zie pettegole e un tantino acide di Luigi XVI io le trovo adorabili. Nonostante l’accoglienza fosse stata all’inizio cordiale e affettuosa le Mesdames non andranno mai d’accordo con Maria Antonietta e questo per la giovane sovrana sarà un ulteriore enorme problema visto che le figlie zitelle di Luigi XV saranno le prime a sparlare di lei e a criticare il suo modo di essere regina.

Gli appartamenti delle figlie di Luigi XV, collocati al piano terra del corpo centrale della reggia simmetricamente a quelli del Delfino e della Delfina, erano stati completamente trasformati all’epoca di Luigi Filippo (quando Versailles diventa un museo) ma finalmente nell’aprile del 2013, dopo un lungo lavoro di restauro e il recupero di mobili e oggetti, sono tornati esattamene come apparivano nel 1789. Le zie di Luigi XVI – quando scoppia la rivoluzione erano rimaste solo Adélaïde e Victoire – abitano qui per venti anni e oltre al grande lusso degli ambienti, percorrendo le sale emerge anche il carattere di queste anziane signore che in un certo senso si considerano le po’ vestali di un sacrario: la grande e splendida corte francese. Il mito, iniziato con il Re Sole, si sta però iniziando a sgretolare.

I nove sontuosi ambienti al piano terra evocano la vita a Versailles nell’Ancièn Régime, ma stranamente sono poco frequentati dall’orda di turisti che invade quotidianamente il percorso ufficiale quindi se desiderate passeggiare quasi silenziosamente fra gli ori e le sete della reggia più famosa al mondo questo è un luogo perfetto e magnifico.

In origine qui c’era l’appartamento dei Bagni di Luigi XIV decorato all’italiana, con marmi e mosaici e prima della costruzione della Galleria degli Specchi è uno dei luoghi più belli e prestigiosi dove il sovrano riceve ospiti e ambasciatori. Ma a Versailles gli spazi vengono cambiati, adattati, riallestiti secondo le esigenze del momento e qui finisce madame de Montespan, storica amante del re, quando, ormai in disgrazia, viene sfrattata dal suo bellissimo appartamento vicino a quello del sovrano. Le stanze sono poi abitate da suo figlio il conte di Tolosa (uno dei “legittimati” del Re Sole) e dal figlio di questi il duca di Penthièvre.
Curiosamente qualche decennio dopo un’altra ex amante – rimasta però grande amica e confidente – viene sistemata qui al piano terra: madame de Pompadour che vi resta fino alla morte nel 1764.

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Chambre Madame Adélaïde

Scomparsa finalmente la grande favorita reale le figlie di Luigi XV, che già occupano alcune stanze defilate al piano terra, chiedono al padre di poter occupare lo spazio lasciato libero che, fra l’altro, è uno dei più prestigiosi del castello. A Versailles infatti c’è una vera e propria gerarchia degli appartamenti e dipende dalla vicinanza o meno da quelli occupati dal re e dalla regina. Gli ambienti situati nel corpo centrale del castello sono quindi molto più ricercati di quelli situati nelle ali Nord o Mezzogiorno e in linea di principio sono riservati ai membri della famiglia reale. Gli appartamenti delle Mesdames sono infatti collocati esattamente sotto alle stanze ufficiali del re.

Mesdames

Gli appartamenti delle Mesdames sono nell’angolo in alto a destra e vi si accede liberamente con lo stesso biglietto con cui si entra nella reggia e nei giardini.

Dal punto di vista strutturale questo insieme di stanze grandi e piccole che si affacciano sul giardino forma due appartamenti gemelli – e per questo in genere assegnati a una coppia – una infilata di sale e salette unite da un ultimo ambiente che è in comune. In origine dietro ai saloni ufficiali c’erano anche degli stanzini “di servizio” e delle camere private, ma la ristrutturazione dell’Ottocento ha cancellato tutto.

Le grand cabinet de Madame Adélaïde et son orgue
Il grande Cabinet di Madame Adélaïde con il suo organo

Nelle nove stanze ci sono oggi mobili splendidi – recuperati da altre residenze o riacquistati alle vendite – oggetti di uso comune delle principesse, diversi strumenti musicali, tappeti preziosi, un gran numero di vasi di Sevrès e anche naturalmente i loro ritratti in diverse fasi della vita fra cui quelli celebri realizzati da Nattier. Poltrone, sedie, poltrone, letti e pareti sono coperte da tessuti rifatti appositamente seguendo i disegni originali conservati negli archivi del castello.

Luigi XV sposa Maria Leszczinska nel 1725 da lei avrà dieci figli in dieci anni, due maschi e dieci bambine:

Louise Elisabeth 1727-1759 Madame Première, poi Madame Infante e infine dal 1748 duchessa di Parma
Anne Henriette 1727-1742 gemella della precedente, Madame Henriette
Marie Louise 1728-1733
Louis Ferdinand 1729-1765 il Delfino, padre di Luigi XVI
Philippe 1730-1733 duca d’Anjou
Marie Adélaïde 1732-1800, Madame Adélaïde
Victoire- Louise 1733-1799, Madame Victoire
Sophie Philippe 1734-1782, Madame Sophie
Thérèse Felicité 1736-1744
Louise Marie 1737-1787, Madame Louise, suora carmelitana dal 1770

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La biblioteca di Madame Victoire

Le Mesdames sono un caso a parte nella storia delle donne reali. Mentre per quasi tutte le loro colleghe, a qualsiasi nazione esse appartengano, il destino è segnato fin dalla nascita, alle otto principesse tocca sorte molto diversa per non dire unica e originale.
Innanzitutto sono tante, anche troppe. La prorompente fecondità di Maria Leszczynka è una gioia per la dinastia che all’inizio del ‘700 è rappresentata da un ragazzo/re e da alcuni lontani cugini ambiziosi. Peccato che la figlia dell’ex re di Polonia finisca con il mettere al mondo soprattutto femmine, una dietro l’altra e le prime due addirittura in coppia. In Francia però le donne sono, da tempo immemorabile, escluse dal trono e nella nursery reale i maschi sono solo due e uno di loro, per di più, muore quasi subito. L’altro guaio è che a Versailles (dove la vita di ciascun membro della famiglia del re è regolata da una etichetta minuziosa e precisa per) crescere comme il faut tale schiera è un grosso problema: organizzativo, ma soprattutto economico. Così onde evitare di costituire per ogni principessa una piccola e costosa corte personale, Luigi XV pensa bene di esiliare in un convento la sua prole femminile o almeno la maggior parte di essa. Iniziativa insolita che desta non poco stupore e alla quale Maria Leszczynka, totalmente sottomessa al marito, acconsente quasi senza battere ciglio. D’altronde lei le figlie le considera delle vere e proprie “delusioni” e chiusa in questo pregiudizio non si rende conto che le ragazze sono quasi tutte molto più sveglie del fratello destinato a diventare re.
Le quattro che partono per il monastero di Fontevrault hanno 5, 4, 2 anni e 11 mesi, e torneranno a corte (tranne la penultima che muore, come era già morta a Versailles l’ottava sorellina) solo dieci anni dopo.

Soieries de Lyon dans la chambre de Madame Adélaïde

 

Dettaglio delle sete nella camera di Madame Victoire

A corte restano le gemelle primogenite e la piccola Adélaïde che pur di non essere allontanata da Versailles si getta in ginocchio davanti al padre. La bimba ha temperamento e carattere e questa sarà solo la prima delle molte altre azioni dimostrative che caratterizzeranno la sua vita. Adélaïde, infatti, sposata la maggiore delle gemelle e morta presto la seconda, diventa il leader indiscusso del gruppo. Luigi XV ama teneramente le sue figlie e di rado rifiuta loro qualcosa, ma il confronto con le sue ragazze è spesso difficile.
Religiosissime, devote alla madre che pure le ha trascurate, Adélaïde, Victoire, Sophie e Louise, insieme al fratello il Delfino, ad esempio faranno fronte unico contro lo strapotere e l’arroganza delle amanti reali. L’arrivo della Pompadour per loro è una vera sfida e si illudono di poter strappare il padre dalle braccia della affascinante marchesa, sottraendolo a una relazione scandalosa sul piano morale e umiliante per la regina. Sul piatto della bilancia le principesse mettono l’amore filiale, l’affetto, la gentilezza, qualche volta le lacrime e le suppliche, ma non c’è niente da fare l’amante resta, come rimarrà al suo posto, anni dopo anche la du Barry. Entrambe sontuosamente alloggiate e riccamente equipaggiate, molto meglio di quanto non lo siano le stesse figlie del re che si sfogano rendendo la vita impossibile a tutte le conquiste amorose del padre.
L’atmosfera a Versailles quindi è pessima, ma il disaccordo fra Luigi XV e la sua famiglia ben presto sconfina anche dall’ambito strettamente privato e personale. Infatti le “signore figlie”, che appoggiano incondizionatamente i gesuiti e il partito dei devoti, attraversano quasi senza rendersene conto il Secolo dei Lumi.
Eppure le principesse sono colte, amano leggere (negli appartamenti riallestiti sono tornati anche i libri delle loro biblioteche), suonano diversi strumenti e spesso insieme danno dei piccoli concerti. Nel 1763 Madame Victoire accoglie nel suo “Grand Cabinet” il giovanissimo Mozart che suona davanti alla famiglia reale e l’anno successivo il compositore dedica alla principessa una delle sue prime suonate per questo strumento.

Chambre de Madame Victoire

Camera da letto di Madame Victoire e osservate bene la prossima foto…

Il re di Francia si sarebbe potuto risparmiare una enormità di pensieri se fosse riuscito a piazzare in qualche modo, della sua ingombrante prole, ma sistemata (e neanche tanto brillantemente) la prima, per tutte le altre l’impresa si rivela difficile se non impossibile. Certo il periodo non è dei migliori, la Francia ha perso gran parte del suo prestigio, principi cattolici disponibili non ce ne sono e men che meno denaro contante o terre per le doti. In più le eventuali candidate non hanno alcuna voglia di prendere marito e abbandonare così la corte più brillante d’Europa per un incerto destino in qualche oscuro paese straniero.
Luisa, che vuole dedicarsi alla salvezza dell’anima paterna, alla fine ottiene il permesso di prendere il velo nelle carmelitane, Henriette la seconda gemella si innamora, malauguratamente, di un cugino Orléans, ma il re non ne vuole neanche sentir parlare e lei muore poco dopo. Per le altre si fanno progetti che non vanno da nessuna parte e in effetti loro non hanno voglia di allontanarsi da Versailles dove tengono una loro piccola corte, si dedicano alla musica che amano molto, al giardinaggio e in particolar modo alle chiacchiere e agli intrighi.

MAtour16

credevo di essere sola in questa fuga, e invece…

Le principesse invecchiano insieme e scandalizzate davanti all’ostentato disprezzo della giovane Maria Antonietta per l’etichetta di corte e i rituali che scandiscono la vita del re, iniziano a considererarsi sempre di più le vere e uniche depositarie della grande tradizione reale.
Il nipote Luigi XVI finirà con l’allontanarle quando inizieranno a criticare troppo apertamente le imprudenze e le leggerezze di Maria Antonietta – la quale, fra l’altro, preferisce la compagnia di persone giovani e non desidera avere intorno queste anziane signore inacidite – e così le Mesdames faranno della loro residenza di svago, il castello di Bellevue, uno dei principali centri di diffamazione e maldicenza contro quella che loro per prime cominciano a chiamare, con disprezzo, l’ “austriaca”. Con la brillante e intelligente Adélaïde (che con le sorelle ha dato prova di grande coraggio e abnegazione assistendo fino alla fine il padre malato di vaiolo) si è molto inacidita e tutti a corte temono le sue osservazioni pungenti e spesso la principessa trascina con sé anche la dolce e buona sorella minore.
Imbevute di orgoglio reale, mortalmente annoiate da una vita senza scopo, le anziane zie del re hanno un solo pensiero, il rispetto delle tradizioni e dell’etichetta, ma chiuse nel loro mondo non si rendono conto che il mondo intorno sta cambiando.
Nonostante ciò riescono a sopravvivere al fratello, alla madre, al padre, al nipote e anche alla rivoluzione che le getta in mezzo alla strada. Le ultime due Mesdames, Adélaïde e Victoire, che si sono rifugiate a Bellevue, nel 1790 abbandonano la Francia e si rifugiano a Roma, poi a Napoli e infine a Trieste dove muoiono a sei mesi di distanza l’una dall’altra.

L’evoluzione degli appartamenti

Appart1

Appart2

Appart3

Appart4

Appart6

Copyright foto: Alice Mortali, sito www.chateauversailles.fr

per continuare a seguire il viaggio minuto per minuto ci sono i post di Alice qui http://laparigidimariaantonietta.blogspot.com

ed ecco altre foto per le quali ringrazio ancora una volta l’amica Alice Mortali. Vorrei aggiungere che queste stanze sono – a differenza di altre specie quelle del primo piano – molto luminose e questo fa risaltare e risplendere le magnifiche tappezzerie.

Mesdames1

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Mesdames7

Mesdames8

Mesdames9

Mesdames13

Mesdames14

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