Le peggiori suocere della storia: Bianca di Castiglia

Le peggiori suocere della storia reale non sono molte, ma ci sono. E in genere sono le madri adorate di figli inguaribilmente mammoni. Credevate che il genere facesse parte solo del patrimonio culturale italiano? Eh no, i mammoni sono stati numerosi in tutte le epoche e la storia ci ha lasciato il ricordo indelebile di qualche rapporto un po’ edipico e di alcune suocere veramente pestifere che in confronto il match Elisabetta II-lady Diana è stato una passeggiata. Ecco qui la prima: Bianca di Castiglia sposa di Luigi VIII e madre di Luigi IX, San Luigi.
Prima della scoperta della penicillina e dell’introduzione del servizio sanitario nazionale, la temuta categoria “suocera” era, in tutte le classi sociali, decisamente poco diffusa. Ad ammazzare le donne in giovane età ci pensavano le numerose gravidanze, malattie non meglio identificate, epidemie, il veleno (considerata come una pratica di divorzio ante litteram) e qualche volta anche il boia. E non era questione di ceto, anzi tutto il contrario. Le donne delle famiglie reali, spose appena entrate nella pubertà, madri per dovere dinastico, sfinite da parti a ripetizione arrivavano a 25-30 anni massimo. Quelle che sopravvivevano però erano toste, anzi tostissime. Specie se a soccombere era il marito e la mamma reale si poteva così trasformare in tutrice e reggente a nome del pargolo non ancora in grado di amministrare un regno. Bianca di Castiglia (1188-1252), vedova di Luigi VIII re di Francia e mamma amatissima di Luigi IX (1214-1270), poi San Luigi, è un esempio emblematico del genere. Certo, bisogna rendere onore al merito, è l’energia di Bianca a conservare nelle mani del futuro santo (re dall’età di dodici anni) il trono di una Francia medievale sconvolta da tensioni, difficoltà e guerre.
Ma la regina madre, donna forte, autoritaria e coraggiosa (d’altronde è la nipote dell’indomabile Aliénor d’Aquitania che la conduce personalmente in Francia dalla Castiglia natale), questo figlio che vuole perfetto non solo lo protegge, lo domina anche. Il legame fra i due è intimo e profondo e a farne le spese è soprattutto la dolce Margherita di Provenza (1221-1295), moglie dal 1234 del nono Luigi. Da subito, infatti, i rapporti fra le due donne sono – tesi fino al parossismo – quelli tipici fra una suocera, madre possessiva, ed una nuora che vorrebbe un ruolo e voce in capitolo nella vita del marito. I contemporanei, in mancanza di stampa scandalistica particolarmente appassionata del genere, osservano e riferiscono con dovizia di particolari. Qualcuno è anche un po’ scandalizzato, ma i racconti sono quasi tutti tragicomici. Per esempio Bianca non sopporta che il figlio (poi santo, ma pare in gioventù assai focoso, specie fuori dai periodi di castità e digiuno imposti dalla fede) si intrattenesse con la bella moglie durante le ore del giorno. Così la coppia è costretta ad incontrarsi sulle scale che collegano le loro due camere da letto e la servitù, istruita a dovere, batte dei colpi sul muro quando la regina madre si avvicina alla stanza dell’uno o dell’altro. Insomma, anche uno dei re più importanti e potenti d’Europa è succube della sua mamma. Ma c’è dell’altro e qui si sfiora la cattiveria pura: dopo un parto difficile Margherita giace a letto in pericolo di vita, la terribile Bianca arriva per allontanare il figlio, al quale dice, riferiscono le cronache dell’epoca, “venite via, non avete nulla da fare qui”. Ovviamente lui acconsente per tornare però precipitosamente sui suoi passi quando la moglie sviene e sempre ormai prossima alla fine. Solo la morte di Bianca nel 1252 libera Margherita dall’incubo, ma la regina già da qualche anno è in Terrasanta al seguito del marito che sta tentando di liberare dal dominio saraceno i luoghi sacri della cristianità. Anche una crociata è preferibile alla convivenza con una suocera terribile.

