La vita complicata di Felipe VI

La vita complicata di Felipe VI

Oggi il re di Spagna Felipe VI compie 55 anni ma chi è veramente questo gigante di quasi due metri con lo sguardo di ghiaccio affascinante però imperscrutabile?  Il più giovane sovrano europeo è anche il più misterioso e quello che di più dei colleghi fatica a svolgere il suo ruolo di custode dell’unità nazionale e tutore della Costituzione.
Gli strascichi imbarazzanti del regno paterno, le vicende giudiziarie del cognato e della sorella, le tensioni separatiste e le crisi di governo infatti non permettono al successore di Juan Carlos di dormire sonni tranquilli.
Eppure il ragazzino che la notte del 23 febbraio 1981, durante il tentato golpe del colonnello Tejero, il padre aveva voluto accanto a sé perché doveva imparare «come si fa il re» ha studiato tutta la vita per essere il miglior sovrano possibile di un Paese complicato e diviso.
Felipe VI, il maschio tanto atteso dopo due femmine – «es varòn» le parole con cui Juan Carlos annuncia al generalissimo Franco la nascita del figlio – è stato l’orgoglio del padre ma anche e soprattutto la luce degli occhi di sua madre. Quindi il giovane principe cresce, se non veramente viziato perché in fondo la regina Sofia è per metà una tedesca pragmatica e severa, totalmente adorato dalla mamma la quale vede in lui una grande somiglianza caratteriale con il suo stesso amatissimo padre Paolo di Grecia.
Studente brillantissimo della Georgetown University di Washington, colto, curioso, appassionato di tematiche ambientali e di astronomia, Felipe però ha ereditato poco o nulla della leggendaria cordialità dei Borbone spagnoli, del loro gusto per la festa, dell’empatia e del loro essere sempre alla mano. Il che, sotto certi punti di vista, è un bene ma forse anche un male.
Il principe delle Asturie (questo il titolo dell’erede al trono spagnolo) è un giovane uomo molto serio e parecchio distante. La bellezza però lo aiuta e l’ovazione che gli viene riservata quando entra nello stadio di Barcellona come portabandiera della squadra nazionale alle Olimpiadi del 1992, conferma l’apprezzamento degli spagnoli e in particolare delle spagnole. È l’epoca in cui a Madrid transitano, per non meglio precisati studi e corsi di formazione, quasi tutte le principesse dell’età giusta, fra cui Tatiana del Liechtenstein, le nipoti della regina Fabiola del Belgio, diverse tedesche e qualche austriaca.
Ma Felipe inizia ad andare dove lo porta il suo cuore cioè non proprio esattamente nella direzione che vorrebbero i genitori cioè quella di un’unione con una persona del suo stesso rango così come stabilito dalle consuetudini familiari.
In questi anni il principe inizia a svolgere un ruolo ufficiale ma la sua esistenza è divisa a metà: da un lato l’erede impeccabile nelle funzioni di rappresentanza, dall’altro il giovane uomo alla ricerca dell’anima gemella in un continuo braccio di ferro con il re e la regina.
Bocciata senza possibilità di appello Isabel Sartorius, il grande amore dei vent’anni; la giovane spagnola nonostante un albero genealogico di tutto rispetto (è la figlia del marchese di Marino) ha una madre con seri problemi di tossicodipendenza; sparite nel nulla l’ereditiera americana Gigi Howard conosciuta ai tempi degli studi a Washington, amica della moglie del cugino Pavlos di Grecia, e tante altre.
Si dice che la regina di Spagna, implacabile nei giudizi sulle “fidanzate” del figlio, sia irremovibile. Il gelo con cui accoglie la ex modella Eva Sannum è cosa nota e l’incontro, non ufficiale ma sicuramente previsto, alle nozze dell’erede al trono Haakon di Norvegia con Mette Marit Tjissem nell’agosto del 2001, precipita l’evoluzione negativa di una relazione fino a quel momento molto intensa. Il secondo grande amore di Felipe si infrange sugli scogli dell’intransigenza materna perché Eva non ha una goccia di sangue blu nelle vene, quando era una studentessa ha sfilato indossando solo biancheria intima ed è stata persino sorpresa in topless su una spiaggia iberica.
L’erede al trono, che si dice abbia versato molte lacrime, esce da questa vicenda con il cuore a pezzi e alcune certezze sul proprio destino.
Così, quando si innamora di Letizia Ortìz y Rocasolano, divorziata, figlia di un giornalista e di una infermiera e giornalista lei stessa, mette semplicemente i genitori di fronte al fatto compiuto: «O lei o rinuncio al trono».
Letizia non riscuote consensi unanimi, ha rapporti tesi con i suoceri e non ha reso il principe oggi re un uomo più aperto e cordiale, però l’ha sicuramente aiutato a superare la crisi dell’abdicazione e il tramonto del regno paterno iniziato per volontà di un dittatore, diventato in un certo senso eroico e finito in un vortice di scandali.
Felipe VI adesso è il sovrano di un paese diviso, spesso costretto dalle circostanze a prendere posizione e altrettanto sovente fischiato e contestato come in occasione del discorso a sostegno dell’unità nazionale dopo il referendum indipendentista della Catalogna. Ma è anche un uomo che, grazie alle competenze, alla preparazione impeccabile e al suo essere tutto d’un pezzo, riesce a gestire con equilibrio una situazione spesso esplosiva.
In questi anni il sovrano ha preso molte decisioni drastiche necessarie a proteggere l’immagine sua, quella della monarchia e anche il futuro della figlia Leonor destinata a essere la prima regina dopo due secoli, cioè dai tempi dell’antenata Isabella II che ha regnato dal 1833 al 1868.
Resta da vedere se il taglio dello stipendio (nel 2021 Felipe ha percepito 252.850 euro, mentre l’ultima annualità di Juan Carlos era stata di 292.752 euro), la riduzione all’osso delle sue spese di rappresentanza, l’aver di fatto costretto il padre all’esilio, la rinuncia formale a una futura eredità la cui origine potrebbe essere controversa e il divieto ai membri della famiglia di lavorare con aziende e per interessi privati, basteranno a salvare la Corona di Spagna per Leonor che quest’anno diventerà maggiorenne.

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