Diana 25 anni dopo quel 31 agosto 1997

Diana 25 anni dopo. È stata la donna più famosa del mondo, la “principessa del popolo” come l’ ha definita Tony Blair. La sua morte ha segnato un’epoca e a venticinque anni di distanza dall’incidente dell’Alma, Diana principessa del Galles resta un personaggio leggendario e amatissimo.
Ma chi era veramente questa donna che poteva diventare regina e invece ha scosso dalle fondamenta la millenaria, immutabile e rigida monarchia britannica?
È stata la vittima innocente di obsolete dinamiche dinastico-familiari o una manipolatrice senza scrupoli a caccia di fama, decisa a vendicarsi in blocco dei Windsor con i quali non era mai riuscita a trovare un modus vivendi che alla fine l’avevano estromessa?
Molto probabilmente nessuna di queste due cose.
L’esistenza sostanzialmente e profondamente infelice di Diana è il prodotto di un colossale doppio sbaglio, prima di tutto quello della stessa giovane lady che desiderava disperatamente trovare un principe azzurro per fuggire da una vita familiare molto triste e mettere a segno il primo grande successo di una vita fino ad allora abbastanza mediocre.
Un errore altrettanto consistente lo commettono Carlo e i suoi genitori, la regina e il principe Filippo, i quali si fermano alle apparenze: convinti di avere trovato la perla rara, non scavano a fondo nella personalità e nel background della candidata al posto di moglie dell’erede al trono.
Diana 25 anni dopo
Insomma da un lato c’è una ragazza determinata a sposare lo scapolo più celebre del mondo per diventare principessa del Galles, dall’altro un trentenne al quale i genitori mettono fretta perché deve assicurare la perennità della dinastia.
Obiettivi diversi che convergono una mattina di fine luglio sulle scale della cattedrale di Saint Paul ma faranno implodere alla velocità della luce questa coppia improbabile.
Lady Diana diventa la protagonista della sua personalissima favola, però rifiuta di rivestire il ruolo assegnatole, con tutti gli onori e gli oneri, e si ribella dimenticando che regole e tradizioni fanno parte del mito della monarchia e quell’esistenza se l’è scelta da sola senza riflettere sulle conseguenze.
Un’incoerenza che non le sarà mai perdonata e renderà difficile e molto doloroso tutto il percorso successivo alla separazione.
Profondamente segnata dal divorzio dei genitori, Lady Diana anela a un matrimonio perfetto e a una relazione sentimentale senza ombre dimenticando che il futuro marito è oppresso dal peso delle responsabilità e sta disperatamente cercando se stesso.
Invece il Fato e il Destino, ma anche la sua voglia di dimostrare quanto vale, la collocano all’interno di una famiglia in cui il sentimentalismo ha poco spazio e nella quale è forte il senso del dovere e della responsabilità nei confronti dei sudditi.
Quindi la principessa di Galles è stata soprattutto vittima di se stessa e di una scelta infelice? Si, perché lei, che cercava soprattutto un amore ideale, si ritrova immolata sull’altare dei doveri nei confronti della nazione e si ritrova costretta a una vita in costante rappresentazione non di sé stessa ma di una istituzione.
Potevano aiutarla? Certo ma viene da una famiglia profondamente anaffettiva (celebre la frase di una delle sorelle a cui le confida i dubbi che le risponde “non ti puoi più tirare indietro, c’è la tua faccia su tutte le tazzine del regno”) e diventa la nuora di Elisabetta II simbolo ed esempio di rigore e senso del dovere.
Avrebbe potuto adattarsi? Forse, ma Diana era una persona estremamente contraddittoria, allo stesso tempo capricciosa e generosa, ingenua però astuta e manipolativa; capace di straordinaria empatia e saldamente ancorata ai suoi aristocratici privilegi; una “principessa del popolo” vicina a bambini e malati che adora le mondanità. Una fedele suddita di Sua Maestà che lotta con tutte le sue forze contro la sua sovrana e contro il futuro re al quale, nonostante tutto, dichiara un imperituro amore persino il giorno del divorzio.
Tutte chiare manifestazioni del suo essere insicura e all’affannosa ricerca della felicità ideale e, forse impossibile, secondo un suo personale e molto probabilmente irraggiungibile punto di vista. Nonostante ciò la principessa di Galles riesce comunque a costruirsi un magnifico culto della personalità, perseguito con accanimento fino all’ultimo giorno di vita. Tutti la amano, gli uomini perché è bella, le donne perché rende pubblici problemi condivisi da molte.
Diana 25 anni dopo
Questo intrico di sentimenti e passioni spesso contrastanti conduce una giovane inglese aristocratica, che doveva incarnare la regina ideale come a suo tempo era stato per Elizabeth Bowes Lyon, su un terreno estremamente accidentato. Il risultato per la monarchia è uno sconquasso più grande di quello provocato dall’abdicazione di Edoardo VIII nel 1936 perché enormemente amplificato dai media e dal coinvolgimento popolare.
In vita e in morte Diana è un uragano che mette tutto in discussione e ci vorranno la tempra, la fermezza e l’intelligenza di una donna cresciuta sotto alle bombe della Luftwaffe per ricucire il legame con la nazione.
D’altronde, come scrive Tina Brown, «per la maggior parte dei britannici la Corona è il filo dorato che lega i cittadini ai momenti più gloriosi della loro storia e rappresenta una forza stabilizzante in un mondo che si trasforma a un ritmo insostenibile. La Corona è un’istituzione al di sopra della politica e questo viene visto come un fattore rassicurante che protegge la nazione dall’ego dei politici più potenti».
Rimane una domanda in fondo a questa storia: chi ha ucciso Diana? La risposta ce la fornisce il giornalista e royal watcher Antonio Caprarica il quale nel suo libro “L’ultima estate di Diana” ha ripercorso e analizzato, quasi minuto per minuto, le ultime ore della principessa: Diana non è stata uccisa da un fantomatico complotto; l’ex moglie dell’erede al trono del Regno Unito è morta perché l’auto, guidata da una persona che aveva in corpo un’abbondante dose di alcol, è stata lanciata a una velocità folle sotto a un tunnel molto pericoloso.
Insomma, nessuno ha fatto uccidere Diana. Le voci e le ipotesi che circolano da un quarto di secolo sono destituite di qualsiasi fondamento e sono nate solo per far vendere i giornali perché, come in altri casi celebri, le persone faticano ad accettare una fine così tragicamente banale per un personaggio tanto amato e iconico.
Diana 25 anni dopo, le mie considerazioni.
Lady Diana Spencer principessa del Galles non lascia indifferenti. Quando è apparsa sulla scena l’ho amata subito. Eravamo coetanee e lei realizzava il sogno di tutte le ragazze romantiche: sposare il principe azzurro. Ho copiato il suo look, ho adorato il suo abito da sposa da principessa (anzi, se ci pensate bene, la gonna ha esattamente la stessa forma di quella indossata dalla Cenerentola di Disney), mi sono commossa quando sono nati i figli, ho seguito passo passo sui giornali dell’epoca il viaggio in Italia. Poi il disastro, le voci sulle incomprensioni, la separazione, i libri velenosi, le reciproche pugnalate nella schiena sono state una specie di doccia fredda. Il mito della principessa perfetta che vive in un castello si è frantumato in mille pezzi e no, non sono stata dalla sua parte.
L’estate con Dodi mi è sembrata solo una ripicca, l’incidente è stato un pugno nello stomaco. L’ho saputo prestissimo, all’alba, perché ho ricevuto la telefonata di una persona che aveva sottomano i lanci Ansa. Era il 31 agosto 1997.
Nel 1997 sono andata a Londra per la prima volta.
Nel 1997 c’è stato il violentissimo terremoto Marche-Umbria che ha cambiato molte cose.
Nel 1997 è finita la mia prima vita.
Nel 1997 è morta Diana che era nata nel 1961, come me.
Diana 25 anni dopo la sua morte è ancora protagonista di libri e anche di film fra cui il recente Spencer. Delle sue nozze ho parlato nel mio libro Royal Wedding dedicato ai matrimoni reali.
Diana ha vissuto dal matrimonio alla morte in un grande appartamento di Kensington Palace e nella zona museale del palazzo è possibile visitare un percorso a lei dedicato. Ne parlo nella mia guida digitale dedicata ai luoghi della Londra reale che potete scaricare da questo link –> Royal London