I gioielli delle regine di Svezia, da Désirée a Silvia

Lo scrigno dei Bernadotte, la dinastia di origine che dal 1818 regna sul trono di Svezia, è uno dei più ricchi d’Europa e la maggior parte dei magnifici gioielli arriva dalla Francia imperiale grazie a doni, eredità e successioni. Fra l’altro per uno strano caso del destino quasi tutte le gioie della ex moglie di Napoleone I finiscono alla corte di Svezia la cui prima regina della dinastia Bernadotte è quella Désirée Clary la fidanzata marisigliese che il generale Bonaparte abbandonata per sposare Joséphine.
Al suo arrivo a Stoccolma Jean Baptiste Bernadotte, l’ex maresciallo di Napoleone salito al trono nel 1818 con il nome di Carlo XIV, trova una cassaforte praticamente vuota. Il nuovo re decide quindi, per evitare spoliazioni future, di creare una fondazione di diritto privato nella quale dovranno confluire tutti gli oggetti preziosi della casa reale. Il patrimonio storico dei sovrani di Svezia viene così messo al riparo da divisioni ereditarie, da dispersioni e da vendite inopinate. Il primo dono di Bernadotte alla fondazione sono i 10 bottoni della sua vistosa uniforme da maresciallo dell’Impero, la placca e una fibbia della cintura. Sono elementi che fanno parte dell’abbigliamento militare, ma poiché alla corte napoleonica non si badava a spese e il fasto era d’obbligo ogni pezzo è ricoperto di pietre preziose. Così i bottoni della giacca da maresciallo, dieci grosse margherite con petali e pistilli di diamanti, diventano gli elementi di due diademi oggi utilizzati spesso dalle principesse svedesi. Il primo gioiello è formato da quattro margherite semplicemente posate su un’armatura metallica, mentre la seconda tiara è stata realizzata con le sei restanti margherite fissate su una doppia fila di brillanti. La fibbia della cintura, uno smeraldo quadrato circondato da diamanti, è diventata una spilla, quanto alla placca costituita da quindici medaglioni composti ciascuno da uno smeraldo rettangolare circondato da una tripla corona di diamanti è diventata un sontuoso collier.
Lo scrigno dei Bernadotte
Negli anni la collezione avviata dall’ex maresciallo Bernadotte cresce notevolmente grazie ai doni dei sovrani svedesi alle loro mogli ed alle eredità che arrivano da più parti. Comincia Joséphine di Leutchemberg che va sposa al principe ereditario di Svezia, Oscar; nella sua corbeille de mariage, oltre al bellissimo diadema di camei, ereditato dalla nonna Joséphine de Beauharnais, ci sono molti altri gioielli fra cui c’è quella che veniva definita una demi-parure in ametiste e diamanti composta da un collier, due braccialetti, un paio di orecchini e due spille. Anche in questo caso si tratta di un gioiello stile Impero, ed era stato un regalo di Napoleone o di Joséphine ad Amelia di Baviera in occasione delle sue nozze con Eugenio de Beauharnais, amato figliastro dell’imperatore. L’insieme viene indossato da molte principesse reali ma è la regina Silvia a decidere di trasformare il collier in un diadema-bandeau, mentre i due braccialetti diventano un collier mentre una delle spille viene utilizzata come pendente. E’ questa la nuova versione che indossano sia la regina che le principesse Victoria e Madeleine.
Nel 1851 Joséphine, ormai diventata sovrana a fianco di Oscar I, eredita una magnifica parure di zaffiri e diamanti che (come è stato scoperto di recente) è stata il regalo dell’imperatrice Joséphine alla nuora in occasione della nascita del primo figlio maschio. L’imponente diadema in stile neoclassico, uno dei pochi rimasti intatti dall’epoca, è costituito da una base dal design floreale caratteristica del periodo (i motivi ricordano i tralci del caprifoglio) sormontata da nove enormi zaffiri quadrati che, in origine, potevano essere sostituiti con un set di perle a goccia. Oggi gli zaffiri sono montati in modo permanente sulla tiara che con la sua sontuosità ricorda quanto l’estetica del Primo Impero ostentatoria e voluminosa.
I gioielli fra storia ed eredità
Nel 1874 muore l’imperatrice vedova del Brasile Amelia di Braganza la quale, non avendo figli, lascia tutti i suoi gioielli alla sorella Joséphine regina di Svezia. Il legato comprende diversi oggetti e in particolare un enorme diadema di diamanti e una parure formata da diadema, collier, orecchini e spilla di smeraldi e diamanti che arrivano dall’imperatrice Joséphine, nonna di Amelia e della sorella regina di Svezia. Lo straordinario diadema “Braganza” (così chiamato dal nome della casa reale del Brasile nella quale la principessa Amelia era entrata grazie al suo matrimonio) in stile neoclassico, alta nella parte centrale quasi 15 centimetri, è uno dei pezzi più belli ed imponenti della collezione reale svedese e viene indossato esclusivamente dalla moglie del re.
Nel 1876 Joséphine di Svezia muore e la sua collezione viene divisa fra i figli e i nipoti:, le ametiste e il diadema detto “Braganza”, vengono incorporati in una seconda fondazione Bernadotte, il diadema di cammei passa alla figlia minore Eugenia che lo lascia al nipote Eugenio il quale a sua volta lo offre in dono di nozze alla principessa Sibylla quando sposa l’erede al trono Gustavo Adolfo. Gli smeraldi dell’Imperatrice dei francesi arrivano al principe Karl e poi alla di lui figlia Marta che sposa il principe ereditario di Norvegia e sarà la madre di re Harald V. E’ la parure che indossa spesso l’attuale regina Sonja.
La tiara a nove punte invece è relativamente più recente, viene infatti realizzata nella metà dell’800 a Berlino per la principessa Sofia di Nassau, promessa sposa del principe ereditario Oscar, futuro re Oscar II. Il gioiello è composto da una palmetta centrale stilizzata e da nove punte di diamanti sormontate da altri diamanti più piccoli a formare una stella.
Nella collezione “privata” di gioielli della regina Silvia c’è anche un diadema “fringe” (formato da “punte” o frecce di diamanti) legato in eredità a re Gustavo VI Adolfo dalla madre la regina Victoria di Svezia, nata principessa di Baden e bisnipote della granduchessa Maria Pavlovna di Russia. Tutte le zarine e le granduchesse russe possedevano una tiara di questo genere che veniva loro regalata per le nozze. Altri diademi simili a questo, scampati alla rivoluzione ed alle vendite successive, sono nelle collezioni reali; la regina Elisabetta II ad esempio ne ha uno quasi identico che le arriva dalla regina Vittoria ed ha indossato il giorno delle nozze. La regina Silvia e la principessa Lilian, moglie del principe Bertil, zio del re, l’hanno portato spesso, ma oggi viene utilizzato soprattutto dalle principesse Victoria (che lo indossa nelle foto ufficiali del fidanzamento) e Madeleine. Anche questa tiara può essere trasformata in collier ed è così che la principessa Victoria di Baden lo porta il giorno delle sue nozze.
All’inizio degli anni ’30, alla morte della regina Victoria, moglie di Gustavo V, entrano nella fondazione Bernadotte dei diademi di diamanti ed una parure di topazi rosa provenienti dalla Russia. L’insieme è formato da un collier, una spilla piccola ed una spilla da “corsage”. I topazi rosa erano molto di moda nell’800 e questo insieme era stato il dono di nozze dello zar Paolo I alla figlia Maria che nel 1804 aveva sposato il granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach. La parure passa poi alla figlia della coppia, Augusta moglie dell’imperatore di Germania Guglielmo I e quindi alla loro unica femmina Luise che convola con il granduca di Baden. Infine attraverso Victoria di Baden, moglie di Gustavo V di Svezia i topazi rosa russi arrivano a Stoccolma.
Alla collezione reale svedese oggi mancano soltanto i rubini, eppure la famosa Désirée Clary era proprietaria di una bellissima parure che le era stata offerta dall’Imperatore in persona. La moglie del maresciallo Bernadotte indossa i suoi rubini il giorno dell’incoronazione di Napoleone il 2 dicembre 1804 e poi ovviamente, anni dopo, li porta con sé in Svezia. Il diadema, il collier, gli orecchini chandelier e la spilla sono opera di un ignoto gioielliere parigino, un artigiano sconosciuto ma abilissimo perché nonostante le modeste pietre di cui dispone riesce a creare un gioiello degno di una regina. In effetti osservando bene i diversi pezzi che compongono la parure ci si rende conto che ogni “chaton” di rubini non è composto, come accade di solito, da una sola pietra circondata da piccoli diamanti; si tratta invece dell’assemblaggio di quattro o cinque piccoli rubini incastonati in griffe d’oro in modo da dare l’impressione di una pietra più grande, il tutto a formare un delicato e leggero intrico di foglie di vite, pampini e piccoli fiori. Désirée, che muore nel 1860, lascia il diadema e la spilla alla pronipote Louisa, che sarà regina di Danimarca in quanto consorte di Federico VIII, mentre il resto della parure rimane in Svezia.
Nel 1935 la principessa Ingrid di Svezia, moglie del futuro re Federico IX e madre dell’attuale regina Margarethe, riceve come dono di nozze il collier e gli orecchini quindi la celebre parure verrà riunita, ma in Danimarca. Ingrid decide di ampliare il diadema facendo aggiungere alcuni elementi presi dalla spilla, ed nei suoi anni da regina consorte e poi da regina vedova userà spessissimo questo set di gioielli. Alla sua morte nel 2000 la parure scompare per riapparire nel maggio del 2004 fra i capelli di Mary Donaldson. La bella fidanzata del principe ereditario Frederick indossa per la prima volta i rubini di Désirée Clary in occasione del ricevimento ufficiale che precede le nozze e da allora in tutte le occasioni ufficiali. Negli anni successivi Mary, ottenuto il nulla osta della regina, decide di trasformare leggermente il diadema per renderlo più alto e compatto e quindi più adatto ai suoi chignon e al suo stile. A differenza di Ingrid la principessa ereditaria porta raramente la parure completa ma preferisce usare i vari pezzi separatamente, giocando anche ad assemblare gli orecchini secondo il suo gusto personale. Il rifacimento del diadema consente anche la creazione di alcuni ornamenti per i capelli che Mary utilizza spesso per fermare il suo chignon.
Anche un altro gioiello “di famiglia” , la tiara del Khedivè, che resta solo per poco nello scrigno dei Bernadotte ma finisce in Danimarca ma alla regina di Svezia rimane un altro romantico ricordo della nonna di suo marito, si tratta di una tiara leggera, formata da diamanti montati in un insieme di delicate ghirlande che riproducono quelle dei “non ti scordar di me” e si incrociano in cinque archi al centro dei quali sono appese gocce (amovibili) di diamante. La bellissima Silvia, ancora Sommerlath indossa per la prima volta il gioiello la sera del 18 giugno 1976 in occasione della grande festa pre nozze organizzata al teatro dell’opera di Stoccolma. Una scelta che è un omaggio alla madre ed alla nonna dello sposo, la tiara, che si può indossare anche come collier, infatti è il dono di nozze dei duchi di Connaugh alla figlia Margareth che va sposa al principe ereditario di Svezia. Il diadema, che viene dall’atelier della maison londinese Garrard gioielliere della corte inglese, passa in eredità al figlio maggiore della principessa Margareth il quale lo offre alla moglie Sibylla in occasione delle nozze nel 1932. Purtroppo il diadema sembra portare davvero poca fortuna alle sue proprietarie poiché anche Sybilla non diventerà mai regina a causa della morte prematura, in un incidente aereo nel 1947, del marito.
Nello scrigno dei Bernadotte c’è anche una tiara molto insolita in ottone e acciaio appartenuta a Hortense de Beauharnais, zia di Joséphine di Leutchemberg. Dimenticata in un armadio per decenni è stata ritrovata per caso oggi questo semplice diadema stilizzato nel quale i metalli riproducono foglie di quercia, ghiande, fiori e piume, viene indossata soprattutto dalle principesse Victoria e Madeleine.
L’attuale regina di Svezia, che ama così tanto i bei gioielli, non è rimasta senza rubini perché il marito le ha donato un vecchio diadema familiare composto proprio da queste pietre. Nel 1905 la principessa inglese Margareth nel momento in cui stava per andare sposa all’erede al trono di Svezia si era vista offrire dallo zio re d’Inghilterra una stupenda tiara di diamanti e rubini dal disegno orientaleggiante. Alla morte della principessa il diadema viene assegnato ad uno dei figli cadetti che negli anni ’90 decide di venderlo; è il nipote re Carlo XVI Gustavo che recupera questo prezioso ricordo della nonna prematuramente scomparsa e lo regala alla moglie.
Grazie ai doni e a questo intreccio di eredità lo scrigno dei Bernadotte si è molto arricchito e la fondazione oggi possiede più di una decina di paure che vengono sfoggiate dai vari membri della famiglia reale quando il protocollo lo esige, cioè in occasione di visite ufficiali, eventi mondani e per la consegna dei premi Nobel.
Lo scrigno dei Bernadotte: la parure di cammei
Lo scrigno dei Bernadotte: la khedivè tiara
Sullo scrigno dei Bernadotte c’è un interessante documentario prodotto dalla tv svedese