Promessi Sposi, ovvero i matrimoni impossibili fra i Savoia e i reali inglesi

Promessi sposi: ovvero come e perché i Savoia e i reali inglesi non sono mai riusciti a concludere alleanze matrimoniali. La storia di molti tentativi falliti nel racconto di Alessandro Sala, il nostro esperto di casa Savoia.
Promessi Sposi n.1
Il primo tentativo di royal wedding fra i Savoia e i reali inglesi risale addirittura al 1554 quando Emanuele Filiberto arriva a Londra. Il duca di Savoia non è ancora il celebrato vincitore dei francesi nella battaglia di San Quintino però alla corte inglese viene ricevuto con tutti gli onori perché suo cugino (*) Filippo di Spagna ha da poco sposato la regina Maria Tudor. La coppia di sovrani vedrebbe molto bene un matrimonio fra Emanuele Filiberto e l’ingombrante sorellastra della regina, Elisabetta Tudor della quale, all’epoca, nessuno sa bene cosa fare. Anche l’imperatore Carlo V, padre di Filippo, è d’accordo: il duca di Savoia ha fama di essere un valoroso condottiero, oltre che un uomo profondamente cattolico. Durante il suo soggiorno Emanuele Filiberto riceve l’Ordine della Giarrettiera Giarrettiera (fu il primo dei Savoia a esserne insignito) ma Elisabetta non si fa vedere a corte.
Lui è alla ricerca di un’unione politica che gli possa garantire le alleanze necessarie per riavere i suoi stati occupati dalla Francia, a lei invece proprio non interessa un cattolico gradito alla sorella regina. Capito che la questione stava diventando troppo complicata il Duca se ne torna a Bruxelles dove Carlo V lo nominerà governatore dei Paesi Bassi.
(*) le loro madri erano sorelle, le infanti Isabella e Beatrice del Portogallo.
Promessi Sposi n.2
Trecento anni dopo i Savoia ci riprovano o meglio il governo piemontese fa l’impossibile per mettere in piedi un’alleanza utilissima. I due nuovi promessi sposi sono Vittorio Emanuele II, vedovo di Maria Adelaide d’Asburgo, e una cugina della regina Vittoria, Maria Adelaide (eh si, stesso nome della moglie defunta), detta “fat Mary” per le sue considerevoli dimensioni. Nel 1855, dopo la vittoria della guerra di Crimea e nello stesso anno in cui perde la consorte, il sovrano sabaudo compie visite di Stato a Parigi e a Londra. La regina inglese rimane affascinata da questo re che trova stravagante e diretto; nel suo famoso diario Vittoria scrive che Vittorio Emanuele gli ricorda un cavaliere medievale. La regina inoltre è sicura che se, durante la serata a Windsor, fosse entrato un drago nel salone il re piemontese sarebbe stato l’unico a non scappare e a difenderla.
Il simpatico sovrano viene insignito dell’Ordine della Giarrettiera (il cui collare è oggi custodito ed esposto all’Armeria Reale di Torino) e siccome i britannici simpatizzano con la causa italiana al re vedovo viene proposta una principessa inglese. A Vittoria non dispiacerebbe imparentarsi con i Savoia e per la cugina Mary sarebbe, in teoria, un’ottima sistemazione, però quest’ultima non è altrettanto entusiasta del futuro re d’Italia. Certo sarebbe regina (all’epoca ancora solo di Sardegna) ma i suoi eventuali figli sarebbero comunque stati sempre in secondo piano a a causa della una nutrita nidiata di primo letto.
Da parte sabauda ci sono altrettanti dubbi soprattutto perché Vittorio Emanuele non ha alcuna intenzione di risposarsi con una principessa, lui a Torino ha la sua Rosina che scalpita. Cavour dal canto suo insiste, per due motivi: da un lato servono alleanza internazionali per contrastare l’Austria nella penisola dall’altra vuole evitare che Rosa Vercellana diventi la moglie del re con relativo scandalo.
I due protagonisti riescono a vincere le pressioni per queste nozze: Mary si trova un principe tedesco squattrinato e diventerà la madre della futura regina Mary, consorte di Giorgio V; Vittorio Emanuele sposerà Rosina, ma solo dopo la morte del suo Primo ministro e il completamento dell’unità nazionale, con un matrimonio morganatico celebrato durante una malattia che si pensava l’avrebbe portato nella tomba.
Promessi Sposi n.3
Fallito il progetto di spedire la cugina in Italia, Vittoria ci riprova qualche decennio dopo, all’epoca in cui Vittorio Emanuele III è ancora principe di Napoli e mamma Margherita si affanna per cercargli una moglie. La regina-imperatrice, che ha tessuto una regnatela di parentele grazie ai matrimoni della sua discendenza, accarezza di nuovo l’idea di imparentarsi con quella che oramai è diventata la famiglia reale italiana.
Il principe non è un Adone, però è uno dei migliori partiti europei, inoltre è anche filo britannico. L’erede al trono però oppone una certa resistenza alle manovre matrimoniali materne e molte sono le candidate scartate o scoraggiate, come Hélène d’Orlèans che ha provato a corteggiarlo senza successo. Dal lato italiano è difficile trovare una cattolica che non abbia una parentela vicina; i Savoia vogliono immettere sangue fresco nella dinastia dopo generazioni di matrimoni tra cugini, in più è ancora troppo presto per andare a pescare nel dinastie preunitarie. Margherita poi ripete a tutti il suo ritornello: il Belgio porta disgrazia, le Orlèans non sono opportune, mentre Sassoni non ce ne sono. Quindi cosa ci sarebbe di più prestigioso di un matrimonio con una principessa inglese? All’operazione dà un grosso contributo lo strettissimo rapporto di amicizia tra Federico III di Germania (da poco mancato), genero della regina Vittoria, Umberto I e Margherita.
Le trattative partono, tutto sembra andare per il meglio ma le due regine si scontrano su una questione di principio: l’abiura. Secondo Vittoria Maud avrebbe dovuto abbandonare la fede anglicana una volta arrivata in Italia, Margherita invece vuole accogliere una nuora già cattolica. I Savoia vogliono dare risalto alla conversione per migliorare i rapporti con il Vaticano, che erano informalmente già in fase di disgelo (soprattutto a livello dinastico). La regina Margherita oltre a essere una fervente cattolica era riuscita anche nell’impresa di avvicinare la nobiltà nera alla corte del Quirinale, senza contare che le campagne italiane erano ancora profondamente religiose.
Su quello che sembra un dettaglio l’ipotesi dell’unione fra le due dinastie salta di nuovo e quando alla fine viene scelta Elena del Montenegro i Savoia decisero di dare il massimo risalto alla cerimonia dell’abiura, facendo poi dell’ortodossa Elena una perfetta cattolica. Anche in queste nozze, caratterizzate da amore vero, c’entrano la mano discreta e nascosta di Margherita e gli interessi del Governo che guardava ai Balcani… ma questa è un’altra storia.
Maud invece sposerà un cugino materno, il principe Carlo di Danimarca, e insieme a lui diventerà regina di Norvegia.
Promessi sposi n.4
Ma non è finita qui perché alla generazione successiva le due famiglie ci riprovano. I protagonisti questa volta sono la principessa Jolanda e il principe di Galles, futuro re Edoardo VIII, ma in questo caso le informazioni sono molto scarse. È noto però che i rapporti dei sovrani italiani con Giorgio V e con la regina Mary sono ottimi; ci sono già state diverse visite ufficiali e di Stato fra le due potenze uscite vincitrici dalla prima guerra mondiale (l’Italia nel 1919 si ritrova a essere la seconda monarchia per prestigio in Europa, seconda solo al Regno Unito). sicuramente la primogenita del re d’Italia verrebbe vista con piacere a Buckingham Palace.
Non ci sono notizie di un interesse da parte del principe di Galles che durante il primo conflitto mondiale era venuto diverse volte in Italia. Sappiamo invece del netto rifiuto opposto da Jolanda che dalla nonna aveva ereditato ha un carattere molto forte; appassionata di equitazione la principessa si è innamorata, dopo averlo incontrato a un concorso ippico, di un conte piemontese. Vittorio Emanuele III ama molto i figli e non si oppone al desiderio della figlia che sposa il conte Calvi di Bergolo nel 1923. È noto che la regina margherita sgridò severamente la nipote per aver scelto l’amore al posto dell’essere regina; alcuni sostengono addirittura che le tolse il saluto, ma credo siano solo pettegolezzi in quanto la sovrana partecipò regolarmente alle nozze di Jolanda.
Alessandro Sala
Nel racconto, come sempre documentato e ricco di aneddoti, che ci ha regalato Alessandro Sala i protagonisti sono solo promessi sposi, ma se volete saperne di più sui matrimoni alla corte inglese ecco il mio nuovo libro: ROYAL WEDDING. Dalla regina Vittoria al principe Harry, i matrimoni che hanno creato il mito della monarchia inglese.