I royal wedding molto privati delle sei mogli di Enrico VIII

Ebbene si, ho scritto un libro sui royal wedding inglesi, ma le sei mogli di Enrico VIII non ci sono. Strano perché, a rigor di logica, nessuno più del secondo re della dinastia Tudor può essere considerato un vero esperto di nozze reali. Eppure Enrico non appare per un motivo molto semplice: all’epoca, e per i successivi tre secoli, i matrimoni dei sovrani e dei membri della famiglia reale erano, tranne casi assolutamente eccezionali, degli eventi privati, celebrati di fronte a pochissime persone, nelle stanze più riservate dei palazzi. Ma andiamo con ordine e vediamo uno per uno questi royal wedding grazie ai quali Enrico VIII si è guadagnato la fama di Barbablù.
Caterina d’Aragona, la prima delle sei mogli di Enrico VIII, è la figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona, ma è anche la vedova di suo fratello maggiore, Arturo. Il primogenito di Enrico VII muore a diciassette anni e il secondogenito eredita il trono e la mano di Caterina, però le trattative si trascinano a lungo. La principessa vive anni terribili, quasi prigioniera del suocero, ma quando finalmente l’aitante Enrico cinge la corona si risolve tutto. Solo sei settimane dopo la scomparsa del padre, il nuovo re, ottenuta la necessaria dispensa papale, porta all’altare la donna che, si dice, ama fin da quando era un ragazzino.
Enrico e Caterina si sposano l’11 giugno 1509 nell’oratorio della chiesa annessa al convento attiguo al palazzo reale di Greenwich; la cerimonia si svolge in forma privata e senza sfarzo. Il re non ha ancora 18 anni (li compirà il 28 giugno) mentre la sposa, che ne ha 23, sembra una ragazzina accanto questo gigante biondo e bellissimo. La principessa spagnola indossa, insolitamente, un abito bianco e i suoi capelli biondi sono sciolti sulle spalle come si addice alle fanciulle vergini perché, e all’epoca nessuno lo mette in dubbio, il matrimonio con Arturo non è stato consumato.
Pochi giorni dopo Caterina, accanto ad Enrico, viene incoronata regina d’Inghilterra e quel giorno i londinesi hanno modo di ammirare la loro nuova regina che porta uno splendente diadema incastonato di pietre preziose. La prima delle sei mogli di Enrico VIII muore poco più che cinquantenne il 7 gennaio 1536 ma ormai non è più la regina consorte, il suo posto è stato preso da una delle sue damigelle: Anna Bolena.
Le sei mogli di Enrico, il divorzio
A nessuno parve strano che il re, stanco della moglie anziana, noiosa, politicamente inutile e ormai inabile alla procreazione di un erede, avesse deciso di metterla alla porta con l’unico sistema legale possibile: l’annullamento. In generale una buona scusa si trovava sempre: qualche volta è proprio la sterilità della coppia ‒ ovviamente sempre colpa della donna ‒, altre volte, quando i figli invece ci sono, è una lontana cuginanza o un vizio di forma nella celebrazione. Quasi sempre i pontefici chiudono un occhio, se non due, e firmano documenti attestanti la non esistenza del matrimonio, che quindi viene serenamente e discretamente cancellato. Alla fine del Quattrocento, cioè una trentina d’anni prima dei fatti inglesi, il re di Francia Luigi XII, spedisce in convento – con la complicità di papa Borgia ‒ la moglie legittima (una santa donna con qualche difetto fisico a cui era stato unito controvoglia) per sposare Anna di Bretagna, mentre nel XII secolo la famosa Eleonora d’Aquitania aveva divorziato da Luigi VII re di Francia per sposare il re d’Inghilterra Enrico II Plantageneto.
Le sei mogli di Enrico VIII, Caterina d’Aragona e Anna Bolena
Le sei mogli di Enrico, Anna Bolena
Il problema è che nel 1526, quando Enrico VIII incrocia lo sguardo scuro e penetrante della fascinosa Anna Bolena perdendo immediatamente il lume della ragione, la situazione politica è molto, molto diversa. E i protagonisti della vicenda sono, ognuno a modo suo, dei personaggi singolari, non hanno intenzione di chinare la testa e piegarsi al volere degli altri, ma soprattutto Caterina è la zia dell’imperatore Carlo V il cui esercito di lanzichenecchi, nel 1527, ha messo a sacco la Roma papale.
Ne viene fuori un dramma familiare che devasta la vita delle due protagoniste femminili (e anche della terza, involontariamente coinvolta, la principessa Maria figlia di Caterina), fino a sfociare in una tragedia dalle tinte fosche che contribuirà a cambiare per sempre la storia dell’Inghilterra. Enrico, che ha circa trentacinque anni, è ancora bello e atletico ‒ assomiglia molto al nonno materno Edoardo IV e per fortuna poco al padre Enrico VII – non ha mai desiderato una donna con tale ansia. Il focoso e autoritario sovrano è stordito dalla passione e assetato dal desiderio per Anna ma lei per anni lo tiene sulla corda, non gli si concede, vuole qualcosa di più e gli promette quel figlio maschio che Caterina non è riuscita a dargli. Nell’ottobre del 1532 la coppia viene ricevuta dal re di Francia e durante una sosta a Calais, i due hanno probabilmente dei rapporti sessuali completi. Alla fine di dicembre Anna è incinta e il 25 gennaio 1533 il re sposa segretamente la donna amata che lo sta per rendere padre. Enrico è bigamo? No, è celibe perché, un’opportuna sentenza del vescovo Cranmer, aveva definitivamente riconosciuto il “vizio di forma” del primo matrimonio e quindi la sua nullità.
Il primo giugno 1533 Anna viene fastosamente incoronata, ma il traguardo tanto agognato ha un gusto amaro: durante il corteo viene insultata dalla gente di Londra che non smetterà mai di chiamarla “la puttana del re” e la sua vita privata accanto a Enrico non è facile. In più il 7 settembre di quello stesso anno dà alla luce non il maschio tanto atteso, ma una bambina, la futura Elisabetta I. La seconda delle sei mogli di Enrico VIII finisce la sua vita sul patibolo il 19 maggio 1536, il giorno dopo Enrico VIII si fidanza ufficialmente con Jane Seymour arrivata a corte come damigella di Anna Bolena.
Le sei mogli di Enrico VIII, Jane Seymour e Anna di Clevès
Le sei mogli di Enrico, Jane Seymour
Le nuove nozze del re, ormai due volte vedovo quindi liberissimo di risposarsi legalmente e senza intoppi formali, vengono celebrate il 30 maggio 1536 nel palazzo londinese di Whitehall (di cui oggi resta poco a causa di un incendio). La cerimonia, officiata dal vescovo Gardiner, si svolge, anche stavolta in forma privata, nel “Queen’s closet”, cioè probabilmente in una delle stanze dell’appartamento che era stato di Anna Bolena. Jane riceve ricchi doni sotto forma di proprietà terriere che le garantiscono una rendita considerevole.
Il re appare molto felice per questo matrimonio “buono e giusto” e a corte tutti tirano un sospiro di sollievo: la soddisfazione del sovrano significa anche stabilità per il regno. La terza moglie di Enrico VIII viene presentata ai sudditi per la festa delle Pentecoste e poi il 7 giugno la coppia di trasferisce da Whitehall ad Hampton Court via Tamigi e la folla accorre per vedere il corteo di barche e la nuova regina. Il 12 ottobre 1537 Jane mette al mondo un figlio, il futuro Edoardo VI, ma muore di febbre puerperale dodici giorni dopo. Il re è distrutto, ma non inconsolabile tanto che entro poche settimane si fanno progetti per una nuova unione perché un erede va bene ma, data la mortalità infantile dell’epoca, due sarebbe meglio.
Anna di Clevès.
La storia del quarto matrimonio di Enrico VIII è decisamente paradossale. Anna di Clèves arriva in Inghilterra a seguito di un intrigo diplomatico e di un quadro troppo bello ma per il re la donna è una delusione fin dal primo sguardo. Il 6 gennaio 1540 nel Palace of Placentia a Greenwich l’arcivescovo Thomas Cranmer celebra l’unione fra il re e la principessa tedesca; l’anello della sposa porta incisa incisa al suo interno le parole “Dio mi conceda di conservare buona sorte”, una frase quanto mai opportuna visto il carattere del re. La nuova regina indossa un abito di drappo d’argento coperto di gioielli e sui capelli sciolti porta una coroncina di di perle pietre preziose con intrecciati rametti di rosmarino tradizionale simbolo di amore e fedeltà coniugale. Secondo i testimoni Anna ha un aspetto gradevole ma Enrico VIII la pensa diversamente tanto da non riuscire a consumare le nozze che il 9 luglio dello stesso anno vengono annullate.
Qui —> la storia del ritratto di Holbei che fu all’origine dell’imbarazzante equivoco
Le due Caterine
Le sei mogli di Enrico VIII, Caterina Howard e Caterina Parr
Iniziamo dicendo che della giovane donna di cui un re Enrico ormai malandato si innamora perdutamente non ci sono ritratti certi. Secondo alcuni storici il dipinto qui sopra (a sinistra) corrisponderebbe ad un’altra gentildonna di epoca Tudor (forse Lady Elizabeth Seymour, la sorella di Jane) mentre la National Portrait Gallery continua a scrivere che forse si tratta della quinta moglie del re. Ad ogni modo anche stavolta Enrico va a caccia nella sua riserva preferita e anche quella che gli è più comoda, ovvero il folto gruppo di dame di corte della moglie in carica. Caterina Howard, che viene da una famiglia importante ma povera, è una delle “lady in waiting” di Anna di Clevès e si fa notare subito per la grande bellezza. Enrico la definisce un gioiello di donna e la chiama spesso la sua “rosa senza spine”: non è proprio così e un passato non del tutto immacolato peserà sul suo destino. La giovanissima e un po’ sventata Caterina viene spinta fra le braccia del re da un gruppo di parenti senza scrupoli ma di sicuro anche i doni sontuosi del sovrano e la prospettiva di un ruolo prestigioso fanno la loro parte.
Il matrimonio fra Enrico e Caterina viene celebrato il 28 luglio 1540 dal vescovo Bonner a Oatlands Palace nel Surrey, un edificio cinto da fossato che il re aveva acquistato nel 1537 per farne dono a Jane Seymour. Al momento delle nozze Caterina ha 16 o 17 anni, mentre l’innamoratissimo sposo ne ha appena compiuti 49. L’unione viene resa pubblica l’8 agosto e nella Chapel Royal del palazzo di Hampton Court si svolge un rito di ringraziamento e preghiera. Quando il 13 febbraio 1542 alle 7 del mattino la quinta delle sei mogli di Enrico VIII posa la testa sul ceppo del boia non è più regina dal novembre dell’anno prima, la sua relazione con il giovane e aitante Thomas Culpeper l’ha condannata a morte.
Il sovrano, nuovamente vedovo, non è uomo da stare solo e infatti molto presto posa gli occhi su un’altra signora: Caterina Parr, Lady Latimer. Due volte vedova, economicamente indipendente, molto istruita, Caterina è una donna notevole che non ha alcuna intenzione di legarsi al re anche perché ama Thomas Seymour, il fratello della defunta Jane, il quale si eclissa immediatamente non appena Enrico manifesta il proprio interesse.
Il 12 luglio 1543 Enrico VIII sposa la sua sesta moglie. La cerimonia officiata dal vescovo Gardiner si svolge nelle “stanze della regina” del palazzo di Hampton Court e questa volta non è segreta; sono presenti infatti le due figlie del re, Maria ed Elisabetta (con le quali l’affettuosa e materna Caterina stringerà un forte legame), la sorella della sposa e vari altri familiari e personaggi della corte. Non saranno tutte rose e fiori, la nuova regina, soprattutto dama di compagnia e infermiera di un uomo sempre più intrattabile e paranoico; nel 1546 la regina sta per essere arrestata per le sue idee sovversive (quindi contrarie a quelle del sovrano) in fatto di religione, ma riesce a convincere il marito della sua buonafede e fedeltà. La morte di re Enrico il 28 gennaio 1547 chiude questo sesto matrimonio; qualche mese dopo Caterina sposa Thomas Seymour (che all’epoca è lo zio del nuovo re, Edoardo VI) ma muore di parto il 5 settembre 1548 dando alla luce una bambina. L’ultima delle sei mogli di Enrico VIII riposa nella cappella annessa al castello di Sudeley nel Gloucestershire
Re Enrico invece è sepolto di fronte all’altare della St. George Chapel a Windsor, accanto a lui c’è la madre del suo unico figlio maschio, Jane Seymour. In realtà il sovrano aveva commissionato per lui e per l’amata consorte, un’enorme urna sepolcrale nella quale, invece, è finito l’ammiraglio Horatio Nelson.
Se volete sapere come e perché i matrimoni dei sovrani inglesi sono diventati i royal wedding che conosciamo oggi ve lo racconto nel il mio libro.
I ritratti delle sei mogli di Enrico VIII si possono ammirare nella sezione dedicata ai Tudor della National Portrait Gallery di Londra.