Cinque luoghi da vedere prima o poi… n.1: il castello di Chantilly

Nei giorni scorsi mi sono trovata a riflettere sui cinque luoghi che vorrei vedere prima o poi ed ecco a voi il primo: Chantilly. Sono cinque mete non tanto lontane, ma che per un motivo o per un altro non sono ancora riuscita a visitare nonostante siano tutte in Europa e Chantilly è quella a cui penso con un po’ di rimpianto perché stavo per “farci un salto” nell’agosto del 2014, poi le tempistiche non non me lo hanno permesso ed è stato un vero peccato.

Embed from Getty Images

Cinque luoghi che vorrei vedere prima o poi: Chantilly

Il castello, con il suo magnifico parco e le straordinarie collezioni d’arte, si trova a una quarantina di chilometri da Parigi, ma per quanto celebre, non è fra quelli più gettonati dai turisti, però ci sia arriva agevolmente con i mezzi pubblici anche se bisogna fare un po’ di strada a piedi.

Immerso in uno splendido parco, Chantilly custodisce una delle più grandi collezioni d’arte di Francia, risultato della passione di un grande collezionista: Henri d’Orléans, duca di Aumale (1822-1897) quinto figlio del re dei francesi Luigi Filippo.

Nel 1830 Henri eredita a titolo personale l’immensa fortuna del suo padrino, Louis-Henri-Joseph di Borbone, ultimo principe di Condé. A otto anni il figlio del nuovo sovrano diventa uno dei più ricchi proprietari fondiari della Francia ma è anche profondamente cosciente del patrimonio culturale e morale che gli deriva dalla sua famiglia e nel corso della vita non smetterà mai di rendere omaggio ai predecessori. Studente brillante, il duca di Aumale fa carriera nell’esercito e diventa governatore dell’Algeria, ma non dimenticherà mai Chantilly e, all’epoca del suo matrimonio con Maria Carolina di Borbone Due Sicilie, fa ridecorare gli appartamenti del “piccolo castello” e progetta di ricostruire il “grande castello” distrutto nel 1799.

Chantilly e il duca di Aumale

La caduta della Monarchia di Luglio mette fine ai suoi sogni, ma Henri durante gli anni di esilio in Inghilterra mette insieme una favolosa collezione di libri antichi, dipinti e oggetti d’arte con i quali sogna di riempire il suo castello francese. Quando, nel 1871, rientra in Francia il duca di Aumale è vedovo e ha perduto i suoi due figli, ma avvia la ricostruzione del castello dove vuole esporre la sua raccolta. L’edificio, opera dell’architetto Honoré Daumet, viene completato nel 1885; nel frattempo il duca ha ripreso il suo posto nell’esercito, ha fatto carriera in politica ed è diventato membro dell’Institut de France, ma nel 1886 gli Orléans vengono di nuovo esiliati.

Henri d’Orléans muore nella sua tenuta di Zucco in Sicilia il 7 maggio del 1897 legando tutto il suo patrimonio, fra cui il domaine di Chantilly, all’Institut de France con l’unica condizione che il museo Condé sia aperto al pubblico e le collezioni non siano né spostate, né prestate.

Meno di un anno dopo, cioè il 17 aprile 1898 il domaine apre le sue porte al pubblico; da allora l’allestimento è rimasto identico e il castello ancora oggi appare esattamente come era alla fine del XIX secolo.

La sala più grande del museo Condé a Chantilly è la Galerie de Peinture (seconda per importanza dopo il Louvre), ideata dal duca di Aumale nel gusto tipico dell’Ottocento, per stupire i suoi ospiti con la ricchezza delle opere esposte: 85 capolavori sono appesi su diversi livelli e spiccano sulle pareti color rosso pompeiano.

Nel castello si possono visitare anche i Grands Appartements, Les appartements privé (recentemente restaurati) e le Cabinet des livres dove è conservata la straordinaria biblioteca del duca di Aumale che di se stesso diceva “credo di essere malato di bibliomania”. Fra gli oltre 60.000 volumi, fra cui moltissimi preziosi manoscritti miniati, c’è quello che il principe definiva “il libro più bello del mondo”: Les Très Riches Heures du duc de Berry  un manoscritto riccamente miniato realizzato dai fratelli di Limbourg nel XV secolo per Jean I duca di Berry e acquistato dal duca di Aumale nel 1856.

Gli altri capolavori del Museo Condé

Gli altri uomini che hanno lasciato il segno a Chantilly

Chantilly è idealmente legata soprattutto al suo ultimo proprietario ma in realtà il domaine è appartenuto sempre a famiglie molto vicine ma anche rivali della dinastia regnante.

Anne de Montmorency (1493-1567), gran connestabile di Francesco I, ovvero comandante in capo delle armate del re, ristruttura l’edificio medievale e verso il 1560 affida a Jean Bullant, la costruzione del Petit Château, oggi la parte più antica di Chantilly. Suo nipote Henri II de Montmorency (1595-1632) fa costruire nel parco la Maison de Sylvie, ma si ribella a Luigi XIII e viene decapitato a Tolosa nel 1632 e i suoi beni confiscati.

Nel 1643 la reggente Anna d’Austria restituisce Chantilly alla sorella minore del ribelle Henri II, Charlotte di Montmorency moglie di  Henri II di Borbone-Condé e madre di Luigi II detto il Gran Condé (1621-1686) il quale ha appena vinto la battaglia di Rocroi. Il castello passa così alla dinastia dei Condé, ramo cadetto dei Borboni, ma il Grand Condé si allega con la Spagna contro la reggente e Mazzarino, quindi i suoi beni vengono sequestrati.

Recuperate le sue proprietà nel 1659 dopo la Pace dei Pirenei, il Gran Condé abbandona qualsiasi velleità politica e si ritira a Chantilly che trasforma in un un luogo di cultura, tolleranza e pace. A Chantilly si ritrovano La Fontaine, La Bruyère, Bossuet, Mme de La Fayette, Mme de Sévigné e Molière che qui mette in scena il suo Tartuffe. Al servizio di Monsieur Le Prince c’è anche il famoso Vatel a cui viene attribuita l’invenzione della “crème chantilly” ovvero della panna montata che probabilmente contribuì solo a rendere celebre ed apprezzata.

Louis Henri, di Borbone-Condé (1692-1740), pronipote del Gran Condé, fa costruire da Jean Aubert le Grandes Écuries, mentre si debbono a Louis Joseph,  (1736-1818), il Jeu de Paume, il giardino anglo-cinese e l’Hameau, ma emigra all’estero fin dal 1789 e i suoi beni vengono sequestrati. Le immense collezioni dei Condé passano al Louvre, il Grand Château viene abbattuto nel 1799 e il parco diviso in appezzamenti e venduto. Rientrato dall’esilio nel 1815 Louis-Joseph inizia i restauri di ciò che rimane, ottiene la restituzione di una parte degli oggetti ancora al Louvre e fa disegnare il giardino all’inglese. Suo figlio, Louis VI Henri di Borbone- Condé (1756-1830), rimasto senza eredi diretti dopo l’esecuzione del figlio il duca d’Enghien nel 1804 designa suo erede universale Henri d’Orléans, duca d’Aumale.

Chantilly Aumale

Copyright foto: www.domainedechantilly.com

Per approfondire la bella biografia di Simone Bertière sul Gran Condé

 

Previous Post

Il 24 maggio 1819 nasce a Kensington Palace la futura regina Vittoria

Next Post

Cinque luoghi da vedere prima o poi ... n.2: l'Escorial

error: Content is protected !!