A Londra per il Trooping the colour 2017

Sabato 17 giugno sono stata al Trooping the colour. Ecco scritto così, ora da casa quasi mi sembra impossibile ma per fortuna ci sono le foto a testimoniare che la sottoscritta era a qualche metro da Sua Maestà la regina Elisabetta II. Ho realizzato non un sogno ma due: assistere a questa straordinaria parata, che è uno degli eventi clou della monarchia, e vedere da vicino The Queen (insieme, in un colpo solo, al duca di Edimburgo, Carlo, William, Anna, Kate, Camilla, etc, etc). Elisabetta II è esattamente come appare nelle foto piccola e immensa. Un’anziana signora inglese e un grande simbolo davanti al quale tutti si inchinano con rispetto reverenziale. Sarà sempre così? Cosa accadrà dopo di lei?
Mi sono fatta questa domanda guardandola lì nel suo palco, seria e compunta mentre la sua Guardia reale le rendeva omaggio e ho la netta sensazione che nessuno lo sappia veramente perché lei non solo è unica ma è anche la figlia di due personaggi entrati nella leggenda.
Come ci sono arrivata al Trooping? Ovviamente in aereo perché, nonostante io non ami volare, non era pratico (e neanche economico) prendere un treno fino a Parigi, lì cambiare stazione e sperimentare il famoso TGV che, attraverso l’Eurotunnel collega la capitale francese con il centro di Londra.
Ah no, volevate sapere come sono arrivata a pochi metri dalla Regina d’Inghilterra? Be’ diciamo che mi ci sono messa d’impegno e, nonostante io non sia una adepta della teoria “volere è potere”, devo ammettere che ha funzionato.
Dopo anni e anni di foto conservate come santini e poi di Trooping visto grazie a Sky e a youtube ho deciso che era ora di tentare il tutto per tutto e alla fine, verificate le mie credenziali, la Household Division * mi ha concesso un accredito stampa.
Gioia e panico: il nulla osta è arrivato solo a inizio giugno quando Londra è già nel pieno della saison mondana di cui il Trooping (insieme alla sfilata dell’Ordine della Giarrettiera a Windsor e alle giornate di Ascot) è uno degli eventi clou.
Hotel pieni, voli quasi al completo, forte ansia da prestazione e soprattutto il solito dramma sul tema “non ho niente da mettere” visto che a tutti, ma proprio tutti, tutti è richiesto di rispettare le severe indicazioni sul “dress code”. Il che tradotto significa: venite con i jeans o con abiti non idonei e restate fuori, senza se e senza ma.
Mio marito ha rinfrescato il suo abito da sposo (dando un senso a una spesa che allora gli era sembrata esagerata) io ho risolto con un acquisto on line che si è perfettamente abbinato al cappello già in mio possesso rivelatosi poi strategico contro una probabile insolazione.
Sulla questione “forse non è il periodo migliore per andare a Londra” che dire? Non ci abbiamo pensato, siamo stati incoscienti confidando nel fatto che sulla Horse Guarde Parade la sicurezza sarebbe stata a livelli decisamente alti, ci siamo tenuti a debita distanza da zone molto, molto turistiche, ci siamo fatti delle domande guardando le persone a passeggio nei vari parchi, ma nonostante ciò alla fine del Trooping siamo andati verso The Mall fino a Buckingham Palace per assistere al saluto dal balcone e vedere gli aerei. Mi sono anche dimenticata degli spari di saluto della King’s Troop Royal Horse Artillery alle 12 e 52 (p-r-e-c-i-s-e) e per un attimo sono andata nel panico.
A Londra per il Trooping the colour
Ad ogni modo la sensazione è che Londra non viva nel panico, sicuramente i controlli sono maggiori, nelle stazioni della underground abbiamo visto sempre personale di guardia e qualche volta anche la polizia. Tutto nella norma o quasi. C’è chi parla di indifferenza ma loro, gli inglesi, ripetono che se la loro vita è andata avanti in modo quasi normale durante il “Blitz” non c’è motivo per comportarsi in modo diverso oggi.
Fra l’altro noi siamo stati lì in un momento molto particolare, perché nel giorno della Queen Birthday Parade – per gli amici QBP – la capitale britannica vive come in una specie di bolla fra strade chiuse al traffico, controlli, varchi da superare e barriere di polizia a cavallo. E provate voi a fare gli spiritosi accanto a un simpatico destriero, meraviglioso ma pur sempre alto due metri al garrese.
Più che paura la percezione è stata quella della tristezza e dello smarrimento di fronte al dragico rogo del grattacielo, un evento che ha segnato anche il Trooping perché la mattina della cerimonia è stato diffuso un messaggio della regina nel quale la sovrana invita alla coesione e all’unità di fronte a tante tragedie.
Comunque alla fine siamo arrivati (scoprendo fra l’altro che da Leicester Square bastava seguire l’onda dei tight e dei fascinator per arrivare dritti fino a Whitehall luogo dell’appuntamento con l’addetto stampa della Household Division), abbiamo superato controlli rigorosi e verifiche dell’identità prima di essere condotti al nostro posto cioè una pedana rialzata esattamente sotto alla statua del colonnello Roberts. Incredibile ma vero, Trooping e a due passi dal palco reale. Insieme a noi un fotografo ungherese e una giornalista tedesca emozionata come me e lei davvero fin quasi alle lacrime. Sotto di noi molte Irish Guards del servizio di sicurezza (visto che quest’anno il “colour” spettava a loro) e alcuni ufficiali e soldati degli altri corpi della Household Division.
Non sono una fanatica delle divise e non ho frequentazioni negli ambienti militari che mi abbiano fatto nascere questo interesse però ho sempre trovato la Queen Birthday Parade emozionante sotto tutti i punti di vista ed essere lì sul posto (in anticipo di un paio di ore sull’inizio il che mi ha consentito di vedere molti preparativi e l’arrivo degli ospiti) ha confermato la mia impressione.
Al Trooping i nonni portano i nipotini, gli ex soldati le mogli e i figli; sulle gradinate prendono posto le famiglie dei soldati e degli ufficiali che sfileranno sulla spianata della Horse Guards; in prima fila lungo il parterre ci sono i reduci, le persone diversamente abili, i pensionati spesso con la cravatta del reggimento dove hanno “servito”. L’orgoglio di essere parte di una grande nazione è forte e percepibile sempre in ogni istante. La parata è una cosa seria, niente vociare, niente applausi, nessuna confusione, tutti sanno qual è il loro posto e nonostante la musica delle bande e i comandi “urlati” dai comandanti dei reggimenti e degli squadroni, il silenzio da parte del pubblico, che scatta in piedi alle note dell’inno nazionale e al passaggio del “colour”, è quasi surreale.
Il Trooping the colour è qualcosa più di una parata, è la quintessenza dell’orgoglio di un paese per la sua dinastia e le sue tradizioni, per i suoi soldati, il suo esercito e i suoi splendidi cavalli. Precisione, splendore, disciplina ed eccellenza sono gli elementi portanti di questo evento straordinario che vede impegnati oltre 1600 soldati e almeno 244 cavalli (più, quest’anno, un cane molto speciale) a cui vengono richieste centinaia di ore di addestramento. Tutti gli uomini in campo per il Trooping fanno parte di unità operative e molti di loro meno di un mese fa hanno dato il loro supporto alle forze di polizia locale dopo l’attentato di Manchester.
Il Trooping, la più antica cerimonia dell’esercito britannico, non è solo un omaggio al sovrano è il voler ricordare di anno in anno un glorioso passato militare che viene presentato e illustrato alle nuove generazioni e vissuto come un momento di unità nazionale.
Il Trooping del Giubileo di Zaffiro
Durante la QBP 2017 è stato il 1° battaglione delle Irish Guards a portare il suo “colour” davanti alla regina. L’uniforme da cerimonia dei reggimenti della Household Division risale all’epoca di Carlo II e gli Irish si riconoscono dal trifoglio ricamato sul colletto della giubba rossa e dal pennacchio blu di San Patrizio che decora il berretto. Insieme a loro la mascotte Domhnall of Shantamonn uno splendido da cane di razza Wolfhound che “presta servizio” nell’esercito ormai da quattro anni ed è arrivato in testa al suo battaglione.
I reggimenti presenti al Trooping in genere si alternano fra loro e quest’anno insieme agli Irish hanno partecipato uomini e bande dei Grenadiers, dei Coldstream e degli Scots, più la King’s Troop Royal Horse Artillery, cornamuse e tamburi degli Scots, tamburi degli Irish e dei Coldstream e naturalmente la Household Cavalry.
Gli oltre 7500 spettatori hanno assistito a un paio d’ore di manovre, eseguite con una formidabile precisione, per formare linee, quadrati e cambi di direzione ispirati ai movimenti delle truppe di Wellington che a Waterloo hanno avuto un effetto devastante sull’esercito napoleonico.
Dal mio punto di vista c’era anche l’emozione del vedere finalmente da vicino The Queen (si va bene l’avevo vista quando è passata ad Ancona nel 1961, ma all’epoca avevo si e no cinque mesi) e quasi tutta la famiglia reale. Anzi se vi devo dire ancora oggi tutto questo mi fa un effetto strano. Un momento tanto a lungo sognato che è diventato realtà e, guarda caso, coincide con un altro obiettivo raggiunto: la mostra “Un tè con Elisabetta II” al museo Glauco Lombardi di Parma.

















* La Household Division, costituita da cinque reggimenti di Foot Guards (Grenadiers, Coldstream, Scots, Irish e Welsh Guards) e da due reggimenti della Household Cavarly (Life Guards, Blue&Royals), rappresenta la Guardia Reale che assicura la difesa personale e la sicurezza del sovrano e della famiglia reale.
Qualche precisazione necessaria, conseguente anche alle domande che mi sono state rivolte sui social:
1 – la Household Division, dopo lunga verifica delle credenziali, mi ha concesso un accredito stampa ed ero in uno delle tribune riservate ai giornalisti essendo io una giornalista;
2 – tutti possono assistere al Trooping, è sufficiente partecipare al sorteggio dei biglietti che viene indetto ogni anno verso febbraio, controllate il sito della Household Division;
3 – non posso segnalare dove e quando è possibile vedere la regina, ma sul sito della casa reale sono indicati tutti gli appuntamenti pubblici dei membri della famiglia;
4 – tutte le foto sono state realizzate da me e da Stefano Ranucci e sono di nostra esclusiva proprietà;
5 – nessuno ha sponsorizzato questo viaggio e di conseguenza questo post.
Sul blog c’è un post dedicato alla storia del Trooping che a breve verrà aggiornato.
Chiudo ringraziando tutte le persone che mi hanno aiutata ad organizzare questo incredibile viaggio: la mia amica Giulia Bini che ha abilmente risolto un dubbio amletico, la collega e amica Alessandra Pascucci, mio cugino Gabriele La Monaca che è stato fondamentale per risolvere un piccolo intoppo burocratico e soprattutto mio marito Stefano Ranucci che anche questa volta ha accettato con entusiasmo di partecipare all’avventura.
Va detto che ho appositamente selezionato per lui i migliori pub storici di Londra perché una birra è sempre una buona idea.
Infine se volete vedere tutto il Trooping ecco il video della BBC
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=pIBPoEtMKHY[/youtube]