La donna che cercò di rapire il figlio di Napoleone

In questa elegante villa che guarda il mare Adriatico su una collina a pochi chilometri da Ancona vive, per alcuni anni, la donna che cercò di rapire il figlio di Napoleone. Lei che di Bonaparte era la nipote e dell’Aiglon la cugina si chiama Elisa Napoleona Bonaparte Baciocchi e in questo angolo sperduto dello Stato pontificio si annoia a morte. La figlia di Elisa, una delle sorelle dell’imperatore, ha il carattere irrequieto dei Bonaparte e anche il loro smisurato orgoglio, e nella villa di Colleameno non sa proprio cosa fare di sé. Nata nel 1806, è una bambina ribelle e instabile, e un’adolescente indomabile, incapace di accettare le regole. Unica sopravvissuta di tutti i figli di Elisa e Felice Baciocchi, Napoleona a quattordici anni perde la madre, suo unico punto di riferimento e guida. Da allora – siamo nel 1820, e la gloria imperiale è bella che archiviata – fa vedere le pene dell’inferno al padre il quale non vede l’ora di liberarsene.
Napoleona Elisa insieme alla madre Elisa duchessa di Lucca e Piombino, ritratte da Gerard, uno degli artisti della corte imperiale. Il dipinto si trova al museo napoleonico di Roma
La donna che cercò di rapire il figlio di Napoleone
Nonostante la ricca dote, non è semplice sistemare questa ragazza un po’ sgraziata e dal carattere molto difficile. Alla fine comunque la perla rara viene fuori: è un conte di diciannove anni, si chiama Filippo Camerata Passionei de’ Mazzoleni, e la sua famiglia, benche non gloriosa come quella della sposa, sembra economicamente solida. Nel novembre del 1824, debitamente e regolarmente sposata, Napoleona parte per Ancona, ma una volta arrivata si scontra con la dura realta che, purtroppo per lei, è ben lontana dai fasti imperiali di cui serba ancora il luminoso ricordo. Alla monotonia della vita nella citta adriatica si aggiungono i rapporti tesi con il suocero, un uomo avaro e dispotico, abituato a comandare e a farsi ubbidire da tutti. La nuora ovviamente si ribell, lei si sente molto superiore, molto diversa e soprattutto sprecata in quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Cosi, la scoperta che il vecchio conte sta usando il suo denaro per chiudere i debiti le offre un ottimo motivo per esplodere in una delle sue solite scenate, fare i bagagli e rifugiarsi a Roma dai Bonaparte che sono la sua unica vera famille. Nella Città eterna la accolgono a braccia aperte la nonna Letizia, lo zio Girolamo e i cugini. Un’idea apparentemente buona che in realtà si rivela essere pessima: Girolamo Bonaparte, ex re di Westfalia e fratello minore di Napoleone, all’epoca un quarantenne apparentemente affascinate, è ma in realta un personaggio cinico, avido, superficiale e senza scrupoli. E’ ancora il ragazzino viziato cui tutto viene perdonato, cui neanche l’Imperatore aveva saputo negare nulla, così visto che non ha nulla di meglio da fare seduce la nipote. Per lui è solo una delle innumerevoli storie di sesso, per Napoleona invece è il grande amore, soprattutto perché si tratta di un Bonaparte, uno della sua stirpe, di cui è orgogliosissima.
Napoleona Elisa ritratta da Podesti
Ma le apparenze vanno salvate, così la giovane donna torna all’ovile e il 20 settembre 1826 nasce, ad Ancona, Napoleone Carlo Felice Camerata, che quasi sicuramente è figlio di Girolamo. L’anno dopo Napoleona, apparentemente tranquillizzata dalla maternita, si fa ritrarre dal pittore anconetano Francesco Podesti. La finestra che fa da sfondo a Madame Napoléon in posa romantica e parecchio imbellita dal pennello di un artista evidentemente ossequioso, è una di quelle della villa di Colleameno. La serenità guadagnata però è del tutto illusoria anche perché all’epoca i napoleonidi della seconda generazione, cioé i figli di tutti i fratelli dell’imperatore, cominciano ad agitarsi, animati dalla voglia di rivalsa e dal desiderio di proseguire l’opera del grande zio ormai morto nell’umiliante esilio di Sant’Elena.
La rivoluzione del luglio 1830, che caccia i Borbone dal trono di Francia mettendo al loro posto gli Orléans, è un’occasione d’oro per i giovani Bonaparte all’affannosa e disperata ricerca di una rivincita familiare. I nipoti di Napoleone voglio che la corona vada al re di Roma, loro cugino, l’unico figlio legittimo dell’Imperatore, nato nel 1811 ma che dal 1814 è praticamente ostaggio del nonno materno, l’imperatore d’Austria. Ne nasce una specie di complotto, orchestrato con ogni probabilita da Luigi Napoleone Bonaparte (il futuro Napoleone III), al quale Napoleona Elisa aderisce con entusiasmo non perché condivide gli ideali liberali e patriottici della parentela ma per dare sfogo alla propria insofferenza e soprattutto per fedeltà alla sua vera e unica famille.
Finisce cosi che nell’autunno del 1830 Napoleona, la quale nel frattempo ha lasciato marito e figlio e si è stabilita a Trieste presso la zia Carolina, viene spedita a Vienna con l’incarico di convincere il re di Roma, ora Franz duca di Reichstadt, a unirsi ai cugini Bonaparte. La contessa Camerata, nota per il carattere impetuoso e la totale mancanza di astuzia, è probabilmente la persona meno adatta a condurre una missione del genere, per di piu nell’Austria del cancelliere Metternich, e infatti a Vienna viene subito notata e messa sotto controllo. Audace, temeraria e imbevuta di orgoglio familiare, Napoleona cerca di incontrare il giovane Franz, ma in realtà non sa cosa offrigli e lui, che vive nel culto segreto del padre, teme una trappola. L’impresa viennese finisce così in un nulla di fatto, il duca di Reichstadt morirà due anni dopo e toccherà a Luigi Napoleone Bonaparte restaurare, nel 1854, l’Impero dello zio.
Al momento Napoleona passa per una pazza stravagante che ha compiuto un gesto assurdo, ma anni dopo la sua avventura non sara più considerata in modo tanto ridicolo e anzi finirà dritta, dritta, pur con qualche adattamento drammaturgico, in un celebre testo teatrale. Nel suo “Aiglon” Edmond Rostand narra, con alcune libertà storiche, il tragico destino del figlio di Napoleone e il tentativo della cugina – definita ≪amazzone senza elmo / che porta con orgoglio sul viso la sua stirpe≫ – di liberarlo e riportarlo sul trono di Francia.
Separatasi definitivamente dal marito e intrapresa una lunga battaglia per la custodia del figlio, Napoleona non tornerà mai più nella villa anconetana, ma a Colleameno – che per lunghi anni ha ospitato un collegio femminile e oggi è sede di un centro congressi e della casa di accoglienza Dilva Baroni – la presenza di un membro della famiglia Bonaparte resterà per sempre leggendaria.
Dopo la morte del duca di Reichstadt nel 1832, Napoleona Elisa appoggia l’ascesa del cugino Luigi Napoleone Bonaparte che nel 1852 diventa Napoleone III. Trasferitasi a Parigi, ottiene per il figlio la carica di maîtres des requêtes au Conseil d’État, ma il giovane conte Camerata muore suicida, in circostanze misteriose, a soli 26 anni. L’indomita ed energica cugina dell’Imperatore accusa il colpo e lascia la corte; dopo un breve soggiorno in Veneto, si trasferisce definitivamente in Bretagna, dove bonifica delle terre e crea un’azienda agricola e vari allevamenti di pesca. Muore nel 1869 nel suo castello di Korn-er-Hoüet senza vedere la caduta del Secondo Impero e la definitiva sconfitta dei Bonaparte.
Nelle Marche ci sono molti luoghi legati al Napoleone o alla sua famiglia; qui il giovane generale Bonaparte è arrivato da conquistatore rivoluzionario, ad Ancona, secondo la leggenda, avrebbe fatto piangere la Madonna del Duomo, a Tolentino ha firmato il famoso trattato, nella baia di Portonovo il suo figliastro ha fatto costruire un edificio difensivo che ancora oggi si chiama “Fortino Napoleonico”. Poco lontano da Tolentino, nella piana della Rancia è finita l’epopea del cognato Murat e nelle Marche sono tornati sia la nipote Napoleona Elisa che il fratello Gerolamo a cui si deve una splendida villa, quasi una reggia, a Porto San Giorgio.
NB Il ritratto di Napoleona Elisa dipinto da Francesco Podesti è conservato presso la pinacoteca comunale di Fossonbrone (PU) dove è arrivato in seguito a lasciti ereditari della famiglia Camerata.