Ottanta anni fa la tragica morte della regina Astrid

Nell’estate del 1935 Leopoldo III e la regina Astrid trascorrono le vacanze in Svizzera nella loro bella villa sopra il lago di Ginevra. Il 29 agosto, poco prima di tornare a Bruxelles, Astrid vuole fare un’ultima escursione in montagna e Leopoldo si mette al volante di una Packard nuova fiammante. Verso Küssnacht, nei pressi del lago dei Quattro Cantoni, la regina che tiene sulle ginocchia la carta stradale, non riesce a decifrare il percorso e chiede aiuto al marito il quale chinandosi perde il controllo dell’auto. La spider esce di strada, si rovescia in un campo sottostante e finisce contro un albero. L’urto scaraventa i sovrani fuori dall’abitacolo, Astrid batte violentemente la testa e muore sul colpo. La bellissima sovrana, che non ha neanche trent’anni, lascia un marito distrutto dai sensi di colpa e tre figli ancora piccoli. Da quell’istante niente sarà più come prima perché Astrid aveva conquistato tutti; Leopoldo e l’interno Belgio si erano innamorati perdutamente di questa angelica principessa venuta dalla Scandinavia.

Astrid è la figlia di Carlo duca di Västergötland e di Ingeborg di Danimarca; i suoi zii sono il re di Svezia e quello di Danimarca, ma appartenendo a un ramo cadetto, lontano dal trono, cresce lontana dal fasto e dagli obblighi protocollari della corte. Carlo e Ingeborg si sono sposati per amore e la loro è una famiglia unita e serena. Educata per diventare una sposa perfetta e una madre, la principessa studia puericultura, economia domestica e buone maniere. Potrebbe essere dunque una delle tante ragazze del Gotha europeo a caccia di un marito di rango, se non fosse che, fin da adolescente, la sua bellezza lascia senza fiato: è alta, elegante, sottile, con un incarnato color della rosa tea, occhi verdissimi e soprattutto uno charme infinito e una dolcezza fuori dal comune.
Un giorno questa fanciulla meravigliosa incontra, forse per caso o forse no, il duca di Brabante erede al trono del Belgio. Quando e come Leopoldo e Astrid si siano conosciuti è un mistero: potrebbero essersi incrociati in Danimarca a casa della sorella di lei o a un battesimo, ma più probabilmente si incontrano grazie alle manovre della madre di lui, la regina Elisabetta, la quale suggerisce al figlio di cercarsi una moglie nei Paesi scandinavi. Sta di fatto che, nella primavera del 1926, durante una festa al palazzo reale di Amalienborg a Copenhagen, i due giovani danzano insieme diverse volte; qualche mese dopo la regina Elisabetta e il principe ereditario, di passaggio a Stoccolma, sono ospiti a pranzo del duca di Västergötland.

Il colpo di fulmine è reciproco, Leopoldo, che è un vero e proprio principe azzurro, bello, alto, romantico, perde la testa e da quel momento tutto procede molto in fretta. L’erede al trono si reca più volte in incognito in Svezia e la giovane viene invitata in Belgio, dove conosce re Alberto I, il futuro suocero. L’unione forse “aiutata”, consigliata, auspicata e favorita, anche se non del tutto combinata, si trasforma così in una vera grande storia di amore. Leopoldo si dichiara ufficialmente durante un soggiorno a Ciergnon, un castello immerso nei boschi delle Ardenne, e la sua domanda è accettata con entusiasmo.
I sovrani del Belgio sono felicissimi per la scelta del figlio maggiore e il 22 settembre 1926 davanti ai giornalisti accorsi per le foto di rito del fidanzamento si affrettano a fornire la versione ufficiale della storia: la coppia si è incontrata per caso in Svezia. Anzi la regina Elisabetta ci tiene a precisare che «niente è stato preparato. Sarei felice che lo diceste al nostro popolo. Nessuna considerazione politica ha prevalso nella decisione che vi abbiamo appena annunciato».
I sovrani si sono conquistati la stima dell’intera nazione con il loro coraggioso comportamento durante la I Guerra mondiale e in questa felice occasione desiderano mettere in primo piano i sentimenti perché i calcoli politico-diplomatico-dinastici sono passati di moda e l’amore anche fra i “royal” non è più un tabù. Nella dinastia ci sono stati troppi matrimoni infelici e troppi sono finiti in tragedia (2), ora è tempo di lasciarsi guidare dal cuore.
«Sento per Leopoldo», scrive la principessa svedese a un’amica, «un amore che mi rende perfettamente felice, la mia anima dà ragione al mio cuore perché non credo esista al mondo un principe che più di lui meriti di essere amato». Dopo le nozze civili celebrate il 4 novembre in Svezia, Astrid raggiunge la sua nuova patria via mare, a bordo della nave “Fylgia”. L’8 novembre 1926 migliaia di persone affollano la banchina del porto di Anversa per scoprire il volto della loro principessa ereditaria, e in un istante la realtà si trasforma in una favola. Leopoldo sale sulla passerella per andare incontro alla sua sposa e la splendida Astrid interamente vestita di bianco come una vera “principessa delle nevi”, dimenticando protocollo, etichetta e buone maniere, si getta fra le braccia del futuro marito e lo bacia con strasporto. Il gesto spontaneo, inatteso e romantico scatena il delirio: la principessa ha conquistato il cuore dei belgi.
La futura regina Astrid è bella, raggiante di felicità e sorride a tutti con infinita grazia. Inoltre lo sguardo che rivolge a Leopoldo cancella qualsiasi dubbio: i due si amano davvero alla follia.
Il 10 novembre la cattedrale dei Santi Michele e Gudula accoglie una sposa magnifica: Astrid indossa un abito in lamé d’argento realizzato dal sarto svedese Thunberg e ha in mano un bouquet di gigli e orchidee bianche. Questa coppia perfetta mette subito al mondo tre bambini bellissimi – Joséphine-Charlotte, Baldovino e Alberto – e partecipa subito intensamente alla vita del regno. Le “joyeuses entrées” sono un’occasione di incontro con la popolazione e la spontaneità di Astrid entusiasma la gente; la principessa offre il suo contributo a molte cause sociali e umanitarie, sostiene diverse associazioni e dà il suo patrocinio ad alcune iniziative a favore dell’assistenza materna e infantile. I duchi di Brabante effettuano anche diverse missioni ufficiali all’estero, viaggiano in Estremo Oriente, visitano l’Egitto e il Congo belga.
A differenza della suocera intellettuale e, per certi versi, piuttosto originale e anticonformista, la principessa ereditaria è prima di tutto una moglie e una mamma esemplare che si occupa personalmente dei suoi bambini. Astrid, inoltre, ha su Leopoldo, intelligente, ma spesso troppo rigido e intransigente, un’influenza particolarmente positiva: lo addolcisce, riesce a moderarne l’eccessivo perfezionismo e la testardaggine. Insomma in quegli anni il Belgio è una sorta di regno delle fiabe, con un sovrano gentiluomo, una regina protettrice delle arti e della cultura, una coppia di eredi felice e innamorata e una nursery reale che si sta riempiendo di bei bambini. Questa atmosfera idilliaca va in pezzi il 17 febbraio 1934, giorno in cui Alberto I, grande appassionato di montagna e alpinismo, muore cadendo da una roccia a Marche-les-Dames. Il re ha solo cinquantanove anni e viene strappato al suo popolo al culmine della gloria e della popolarità. I belgi tributano un commovente omaggio all’amatissimo sovrano che ha così bene incarnato lo spirito di indipendenza del Paese e accolgono con simpatia il nuovo re e soprattutto la meravigliosa Astrid, nuova regina. Giovane, bello, perfettamente educato per il ruolo che lo attende, Leopoldo III è da subito molto popolare e la regina Astrid contribuisce al suo successo fra la gente comune. Dal punto di vista politico però Leopoldo è guardato con un certo sospetto. Il re infatti non ama i compromessi ed è deciso a combattere strenuamente per ciò che ritiene giusto.
La tragica morte della regina Astrid
La scomparsa della regina Astrid, a un anno e mezzo dalla morte di Alberto I, è uno choc e un dramma sotto molti punti di vista anche perché sull’Europa sta calando l’ombra scura della Germania nazista.
Le spoglie della giovane sovrana vengono subito rimpatriate in Belgio su un treno speciale e fino al giorno del funerale una folla immensa rende l’ultimo omaggio a questa regina tanto amata. L’ondata di dolore travolge il paese e la bella regina, idealizzata dalla morte, diventa quasi una santa anche perché nei pochi anni passati accanto a Leopoldo, oltre a conquistare i cuori con la sua aria dolce e materna, è prepotentemente entrata nell’immaginario romantico della nazione. Il re vedovo si chiude in se stesso, soffre di insonnia e ha continui flash back dell’incidente che un’accurata inchiesta dimostrerà essere dovuto solo a un errore umano e non a un difetto dell’auto. Poco a poco Leopoldo ricomincia ad assumere le sue funzioni ma, ormai privo dei consigli del padre e della presenza rassicurante della popolare Astrid, avrà rapporti sempre più tesi e difficili con le istituzioni del paese e con la classe politica.
A Küssnacht Leopoldo perde non solo una sposa amatissima, ma anche la donna che lo riesce comprendere e lo aiuta a limare le asperità del suo carattere; Astrid sapeva come ricondurlo alla ragione, riusciva a vincere la sua inflessibilità spesso eccessiva e a controllarne l’intransigenza. Il re adesso è solo. La sorella Maria Josè è sposata al principe ereditario d’Italia, il fratello Carlo è un uomo chiuso da sempre geloso del primogenito, i figli sono ancora troppo piccoli. A Leopoldo resta come unico appoggio la regina madre Elisabetta, che se da un lato lo sosterrà nei momenti peggiori, dall’altro, temendo di vederlo sprofondare nella depressione, farà di tutto per favorire la sua relazione con una ragazza della buona borghesia. Un’ottima idea in teoria, ma nella realtà dei fatti un vero disastro.
Ancora oggi la “principessa delle nevi” regna sul cuore dei belgi che rimpiangono questa donna magnifica la cui scomparsa segna l’inizio di tanti drammi familiari e nazionali. E a Leopoldo III, che si risposa nel 1941 con la bellissima Lilian Baels, i sudditi non potranno mai perdonare di non essere rimasto fedele alla memoria dell’adorata regina Astrid.
Piccola curiosità: il ricordo della bella principessa Astrid lo potete trovare anche da… Ikea. Ebbene si il gigante svedese dei mobili e degli accessori ha, come sapete, anche un reparto food e se guardate bene fra i dessert c’è anche una cupolina rosa la BAKELSE PRINSESS. Avete presente? Ebbene questo dolcetto pare sia stato creato in onore delle tre figlie del principe Carlo di Svezia, le principesse Astrid, Margarethe e Martha futura principessa ereditaria di Norvegia. La versione originale è coperta da uno strato di pasta di colore verde ma il resto e cioè la génoise farcita con marmellata al lampone sono identiche.