Bianca di Savoia Aosta, una sposa bellissima sotto il sole della Toscana

Bianca di Savoia Aosta, primogenita di Amedeo duca d’Aosta e di Claudia d’Orléans, si sposa sotto il caldo sole della Toscana l’11 settembre 1988. Nozze quasi reali, ma soprattutto parecchio mondane perché il futuro consorte non è un Arrivabene Valenti Gonzaga qualsiasi. Il ventisettenne Giberto ha antenati illustri e parentele importantissime, molto più di quanto non si possa immaginare. O ricordare. Infatti la stampa italiana (accreditata ma tenuta a margine per via dell’esclusiva al gruppo Rusconi con conseguente travaso di bile dei presenti sputano sulla carta veleno e inchiostro) annota compunta che il giovanotto è nipote acquisito di Cristiana Agnelli, moglie dello zio materno Brando Brandolini d’Adda, ma dimentica un’antenata ben più importante. Giberto infatti discende per linea femminile dalla famosa duchessa di Berry (nata Maria Carolina di Borbone-Sicilia nipote di Maria Amelia, duchessa di Orléans poi regina dei francesi) il che lo rende lontanissimo cugino della futura moglie. Comunque anche gli Arrivabene Valenti Gonzaga, originari di Mantova e conti dal 1890 sono una famiglia di un certo peso; il nonno di Giberto è stato Senatore del Regno, il padre luogotenente di vascello della Marina Italiana, muore giovane ma fa in tempo a sposare Vera Papadopoli Aldobrandini che dal padre eredita un bellissimo palazzo su Canal Grande. Vera ha una sorella gemella, Maddalena moglie del principe Ludovico Spada Veralli la quale da una relazione con il principe Giuseppe Lanza Branciforte ha due figli Galvano e il celebre Raimondo Lanza di Trabia
La madre di Giberto, Graziella Brandolini d’Adda, nel 1986 si è risposata con il barone triestino Raffaello de Banfield, imprenditore sfortunato ma soprattutto famoso musicista e compositore.
Bianca di Savoia Aosta, sposa sotto il sole della Toscana
Quindi come dire, anche se la bellissima e altissima Bianca non ha scelto nel vivaio reale, lo sposo è nato bene, anzi benissimo e la parentela con gli Agnelli gli ha aperto diverse porte tanto che all’epoca delle nozze il giovanotto lavora a Milano con Luca Cordero di Montezemolo. Che però al matrimonio in pompa magna al Borro e alla festa del venerdì sera a villa Mansi nei dintorni di Lucca, non c’è. Non importa, perché il parterre è veramente degno degli anni d’oro della monarchia, anzi persino di più visto che Deo, come lo chiamano in famiglia, è strettamente legato a tutte le grandi dinastie europee e inoltre all’epoca in casa Savoia i dissapori covano sotto la cenere, ma tutti ancora sorridono, compresa Marina Doria moglie del principe Vittorio Emanuele ancora condannato all’esilio e quindi assente giustificato.
C’è, invece, la regina Maria Josè, sorridente, evanescente, traballante, che fuma come una turca per tutto il pranzo, ma la cui presenza conferisce all’evento il tono royal e dà al padrone di casa una specie di imprimatur ufficiale.
Fatta questa agile e breve premessa veniamo al personaggio principale: la sposa. Bianca di Savoia Aosta, ha ventidue anni e, grazie a un fisico statuario e all’altezza ereditata dalla nonna Irene di Grecia e dalla bisnonna Héléne d’Orléans, ha fatto per breve tempo la mannequin in Italia e in Francia. La principessa ha sfilato per Courrèges e per Coveri che ha disegnato per lei un abito moderno, difficilissimo da portare, un fourreau aderentissimo in shangtun di seta bianca, ricamato e plissettato con scollo quadrato e maniche corte anch’esse riccamente pieghettate. Un vestito contemporaneo, molto anni ’80 e lontanissimo dall’ideale della principessa romantica stile lady Diana, però a conferire un tocco regale ci sono un doppio lunghissimo strascico, un velo sontuoso, una complicata acconciatura e un piccolo diadema. Ecco, appunto il diadema. Come mai Bianca di Savoia Aosta, prima sposa della nuova generazione, non indossa il maestoso gioiello portato da sua madre Claude d’Orléans in occasione delle nozze in Portogallo?
Bianca di Savoia Aosta e Giberto Arrivabene
Un particolare curioso che non sfugge a Françoise Laot inviata di Point de Vue la quale gira la domanda al duca d’Aosta. Il diadema Savoia-Aosta è in cassaforte in Svizzera e, come spiega Amedeo, “era troppo complicato farlo uscire”. Così la madre dello sposo presta una piccola tiara della sua famiglia, elegante tralcio di fiori in perle e diamanti del XVIII secolo, che il celebre parrucchiere Alexandre de Paris, giunto appositamente al Borro, posa sul complicato chignon stile Sissi. Dalla capitale francese arrivano anche il velo di tulle e i due strascichi ricamati opera di Jean Berthet e l’esuberante nonna materna della sposa. La contessa di Parigi chiude un occhio sulle divergente familiari, sullo scandaloso divorzio della figlia Claude e le sue seconde nozze, ecc. ecc e si presenta in pompa magna circondata dalla sua aura regale. Sempre la Laot osserva che Madame la comtesse de Paris per nulla al mondo si sarebbe persa il primo matrimonio della nuova generazione; dopo avere accasato più o meno felicemente e quasi sempre con sfarzo 10 figli, adesso è la volta dei 39 nipoti e la moglie del pretendente al trono di Francia è ben decisa ad essere sempre della festa.
Bianca di Savoia Aosta
Resta da vedere quanto sia stato felice Deo di veder comparire la rutilante Isabelle d’Orléans-Bragance, con al seguito, il figlio Michel e due cugine di Bianca, soprattutto dopo aver saputo (grazie al libro “Cifra Reale” scritto dal duca insieme a Danila Satta) quale ruolo hanno giocato i suoceri francesi nella fine del suo primo matrimonio.
Anche per la contessa di Parigi comunque non sono tutte rose e fiori, perché il figlio maggiore Henri conte di Clermont arriva accompagnato dalla consorte numero 2, Micaela che la regal suocera, comme d’habitude, fa finta di non vedere perché i conti di Parigi, separati da anni, non approvano il divorzio in generale, men che meno a casa loro. Infatti Isabelle evita accuratamente anche Caroline di Monaco, bellissima, elegantissima in Chanel dalla testa ai piedi e ancora felice insieme a Stefano Casiraghi.
Caroline di Monaco al matrimonio di Bianca di Savoia Aosta
Il conte di Parigi, che ha compiuto 80 anni il 5 luglio di quello stesso 1988, invece è rimasto a casa ufficialmente per problemi di salute, ma in realtà Henri d’Orléans è in freddo con la moglie e quasi tutti i figli.
La nuova duchessa d’Aosta, Silvia Paternò seminascosta sotto a un grande cappello ed elegantissima in un Coveri verde acqua, è una delle testimoni della sposa a del legame stretto e affettuoso con la figlia del marito.
Al Borro comunque le teste coronate sono ben rappresentate, in primis casa Savoia: oltre alla ex regina di Maggio e alla nuora, ci sono Maria Pia con i figli e l’allora solo compagno e non ancora marito Michel di Borbone-Parma, ma non si poteva dire quindi lui è come se fosse lì per caso; Maria Gabriella con la figlia, Maria Beatrice con marito e figli. Presenti anche uno stuolo di cugini vicini e lontani: re Michele di Romania con la moglie Anna e la figlia Margaretha; Margherita di Savoia-Aosta con il marito l’arciduca Robert d’Asburgo-Este e i figli Lorenz e Martin, il duca di Braganza, Michele di Grecia con la moglie e le figlie. Dalla Spagna è arrivato Alfonso di Borbone duca di Cadice, ma i Borbone sono rappresentati anche da Ferdinando duca di Castro e Carlo duca di Calabria.
Lato Agnelli ci sono Ira di Furstemberg, Clara Agnelli con il marito Giovanni Nuvoletti, Umberto Agnelli, testimone dello sposo, con la moglie Allegra Caracciolo e il figlio Giovannino.
Come da copione la sposa arriva con mezz’ora di ritardo e dopo la cerimonia nella chiesetta di San Biagi (talmente piccola che la maggior parte degli invitati resta fuori) colazione sotto grandi tendoni bianchi nel parco della tenuta. Il settimanale Gente fotografa con dovizia di particolari il buffet molto anni ’80 dimenticando invece gli ospiti importanti e gli inviati, evidentemente poco pratici di teste coronate, confondono nomi e titoli. Gran finale con mega torta di frutta 2 metri per 1,10, una base di sfoglia con crema ricoperta da 20 kg di more.
Da qualche parte nei dintorni del Borro c’è anche una folta rappresentanza dei movimenti monarchici, ma le delegazioni sono in subbuglio. Laura Laurenzi inviata di Repubblica racconta che i fedelissimi del re, speranzosi di partecipare a questo fausto evento, sono invece delusi e infuriati. Le oltre 300 persone arrivate in pullman da tutta Italia sono state tenute a debita distanza, tutte concentrate ai margini della pista di atterraggio a due km e mezzo dalla chiesa. La sposa l’hanno vista solo di sfuggita, ma alla fine del ricevimento Bianca e Giberto, che sono partiti in elicottero hanno distribuito saluti e confetti.
Dulcis in fundo, l’eccentrica Maria Josè evita come la peste le decine di persone venute a renderle omaggio e si secca non poco per queste manifestazioni di fedeltà alla corona. Lei, dice la ex sovrana, non è monarchica, vuole essere ricordata come una persona qualunque e a Firenze, dove ha studiato dal 1916 al 1918, desidera fare solo la turista.
Aimone, fratello della sposa con la regina Maria Josè
Marina Doria, moglie di Vittorio Emanuele di Savoia
Maria Beatrice di Savoia
sotto al cappello c’è la bellissima Maria Gabriella, accanto a lei Michele di Grecia
foto di gruppo con gli sposi, accanto a Giberto la madre Graziella Brandolini d’Adda
Il bozzetto dell’acconciatura e la sposa con Alexandre, Jean Berthet ed Enrico Coveri. Bianca ha in mano un mazzolino di fiori d’arancio che lascerà davanti alla chiesa per un mazzo più imponente di orchidee e rosse champagne.
Point de Vue adorava Isabelle: “meravigliosa contessa di Parigi… nonna instancabile, turista entusiasta, dall’allure di regina”. Al matrimonio di Bianca di Savoia Aosta veste sempre Balmain mentre la figlia Claude è in Chanel.
Isabelle con le nipoti, a sinistra Adelaide d’Orléans figlia di Michel e a destra Inès di Borbone- Sicilia figlia di Anna.
E per concludere l’albero genealogico che ricostruisce la comune ascendenza di Bianca e Giberto.
Bianca discende da Vittorio Emanuele II, dagli Orléans, da re Cristiano IX di Danimarca e dalla regina Vittoria, quindi dal primo grande #royalwedding inglese.
La storia avventurosa di Raimondo Lanza di Trabia e della sua famiglia è narrata dalla figlia e dalla nipote in questi due libri.
Qui invece Amedeo di Savoia duca d’Aosta racconta la sua vita a Danila Satta
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