Cartolina da Parigi

 Paris2

E’ un dato di fatto: vivo con un uomo straordinario il quale, non solo farebbe di tutto per vedermi felice, ma sentendosi anche un tantino in colpa per la storia dell’incidente con la Vespa dell’estate scorsa e per le domeniche (e non solo, ma avete notato che le partire adesso ci sono tutti i giorni?!?!) davanti alla tv, mi ha detto “dai vai a Parigi anche se io non posso venire”. Sono partita, da sola, per tre giorni, con l’obiettivo di rilassarmi un po’ e soprattutto vedere la mostra di Cartier e quella sulle sorelle di Napoleone al Marmottan. Lui è rimasto a casa a badare ai gatti e ai due vecchietti superstiti, ma prima di andare mi ha fatto un regalo meraviglioso cosicché io non mi dimenticassi manco per un secondo dei voti matrimoniali. L’esimio consorte mi ha gentilmente donato i bacilli di un raffreddore epocale e mostruoso. Che si è manifestato in tutto il suo splendore in treno, mentre prendevo posto nella cuccetta 32 della carrozza 8, cioè nel momento stesso in cui scoprivo il motivo del biglietto a costo stracciato (in effetti lo sapevo ma avevo rimosso): il posto in basso è largo 25 cm e alto 30. Più o meno una tomba. Metteteci un signore, presumibilmente salito in Veneto, che ha urlato a tutti noi entrati a Milano “quaaaaa si dorme” (poi è sceso a Digione svegliando tutti), una festa marocchina nello scompartimento a fianco, un bambino ululante due cabine più in là e un’ora e mezza di sosta a Domodossola per ispezioni doganali approfondite et voilà il viaggio imperfetto.

Comunque sono arrivata, comunque Parì è sempre Parì anche se è freddino e pioviggina, comunque avere nel portamonete un biglietto del métro è utile perché evita le code. Sono arrivata sfatta e molto lontana dal mio ideale di donna in viaggio verso la ville lumière che è questa che va a Parigi perfettamente abbigliata, con la Birkin e il carrè di Hermès e manco un capello fuori posto.

Ma ecco a voi velocemente la mia cartolina da Parigi.

Lamentele e doleances a parte, l’hotel (il d’Orsay, dietro al museo omonimo a due passi dalla romantica passerelle Solferino e dal Louvre) era stupendo e comodissimo, il tempo tutto sommato mite e la mostra di Cartier piuttosto bella e neanche tanto affollata. A dire il vero ci sono stata due volte perché durante la prima visita avevo un’accetta piantata nel cranio e sinceramente ho apprezzato poco.

Di questa esposizione straordinaria (anche per il numero di gendarmes intorno al Grand Palais) si è letto e detto parecchio e qualcuno mi aveva anche avvisata che non era poi così eccezionale. Quindi ci sono andata preparata e sicura che niente avrebbe eguagliato lo splendore dei diamanti di Lilibet…

In effetti si tratta di un’esibizione del savoir faire di Cartier nel corso dei decenni, dei suoi rapporti con le icone della moda e, en passant, anche con qualche sovrano particolarmente ben fornito di denaro e sensibile all’evolversi dei gusti e dello stile.

IMG_0252

Personalmente sono rimasta assai colpita da:

  • lo zaffiro di Maria di Romania, che è davvero grande come un uovo e di un colore straordinario, bellissimo, vellutato. Ma non è puro, la pietra ha molte inclusioni e ombre. Ad ogni modo se me l’avessero regalato non avrei fatto storie. Il post sulla sua storia lo trovate qua, con un aggiornamento sulla proprietà dopo l’ultima vendita: fa parte delle collezioni del museo di Doha in Qatar;

IMG_0272

  •  i gioielli “tutti frutti” che sono un’esplosione di luce e colori da restare senza fiato. Capito perché Maxima dei Paesi Bassi li ama e indossa spesso quelli presenti nella collezione reale?       
  • dall’anello di fidanzamento di Grace Kelly, enorme e accecante per lo splendore. I collier invece danno la misura di quanto fosse minuscola Grace, mentre il famoso diadema della principessa Charlotte bello si, ma con misura;

Fenicottero2

Wallis

  • i gioielli di Wallis Simpson e in particolare la celebre spilla con il fenicottero e quella con il leopardo sullo zaffiro che sembra una sfera ma è in effetti un cabochon;

IMG_0253

IMG_0256

IMG_0261

  • la serie dei diademi, con un distinguo. Secondo me sono stati troppo decontestualizzati e si è smarrito il loro significato vero che non è la mera esposizione delle pietre. Il diadema, evoluzione della corona è un simbolo di regalità e non solo di ricchezza. Lì tutti insieme nella vetrina, sul trespolo ruotante, si mostravano per valore e splendore, ma null’altro. Nelle foto ci sono quello di Maria Bonaparte, straordinario e maestoso, il diadema della regina Elisabetta del Belgio (ma torneremo a parlarne) e quello detto “rinceaux” non reale in senso stretto, ma indossato da Margaretha di Romania il giorno delle nozze;
  • l’assenza di alcuni pezzi storici come il diadema Cartier della regina di Spagna e quello del Khevidé ora proprietà di Annamaria di Grecia, che voglio dire, se le regina d’Inghilterra presta la sua Halo Tiara (controllata a vista dai custodi onde evitare foto permesse per altri oggetti) voi potevate anche prestare le vostre tiare.

e se volete fare una passeggiata all’interno della mostra ecco qualche video (gentilmente segnalato da Alessandro)

 

 Verso il museo Marmottan

Paris1

L’uscita dal metro Muette

IMG_0234

Straordinaria anche se di minor impatto – e clamore mediatico – la mostra al Marmottan sulle sorelle di Napoleone e i loro destini italiani. Nel piccolo e un po’ apparato museo (che peraltro ospita non solo la più importante collezione di opere di Berthe Morisot, ma anche diverse Ninfee di Monet e Impression, lever du soleil da cui il nome “impressionisti”) le tre Bonaparte sono state raccontate attraverso ritratti, lettere, diari, abiti, ricordi. In Francia il biennio 2014-2015 (duecentenario della prima abdicazione, della morte di Joséphine, dei Cento giorni e poi di Waterloo) sarà ricco di eventi napoleonici e questa interessante mostra ha, in un certo senso, aperto in un certo senso le celebrazioni. Bello e ricco anche il catalogo che trovate qua.

Paris7

E’ stato un piccolo viaggio, ma ricco di meraviglie, di scoperte (persino banali, tipo meglio Parigi con il raffreddore che Falconara Marittima in salute) e di incontri, con un vecchio amico di penna e con un personaggio che conosco da anni attraverso i suoi libri e che è stato un piacere conoscere finalmente di persona.

IMG_0235

Lo riconoscete? E’ Philippe Delorme, storico, scrittore e giornalista a Point de Vue. Per me che leggo PdV da quando avevo undici anni è stato un onore e un grande piacere conosce quello che oggi è uno degli inviati di punta del settimanale. Abbiamo parlato a lungo e presto vi racconterò di una sua straordinaria e incredibile ricerca.

IMG_0238

IMG_0241

Infine volevo condividere anche con voi – tanto per riassumere – il mio stato scritto su Facebook mentre rientravo a casa con il Freccia Bianca:

“Allora… Stavo partendo da casa e mi si schianta la lampo dei pantaloni che avevo progettato di mettere per il viaggio: lotta contro il tempo per trovarne un altro paio idoneo alla bisogna. Tralascio i racconti sul mio raffreddore epocale trascinato nella ville lumière e sulla notte insonne sulla cuccetta bassa di Thello. Stavo al museo Marmottan che sento qualcosa di strano dentro di me: metto una mano sotto al golf e tiro fuori il ferretto del reggiseno uscito dalla sua sede naturale. Mi ero portata solo quello. Ieri sera in treno mi si blocca la lampo dei pantaloni e dopo un attimo di panico perché avevo urgenza di abbassarla la schianto di netto. Per fortuna avevo dei bellissimi pantaloni di pile grigio topo. Con i quali viaggio anche adesso. Infine ho perso le chiavi di casa… Perse-perse o forse solo nascoste molto bene, ma sta di fatto che il mio gentile cognato Frenzis prima di recuperarmi in stazione ad Ancona passa da Stefano a prendere le sue. Non ho più l’età per viaggiare?”.

 IMG_0280

Ah e c’è qualcuno in grado di spiegarmi il motivo per cui parto con una valigia/trolley (quella rossa a sinistra) e rientro con lo stesso trolley gonfio fino quasi a esplodere più altre due borse, una pieghevole portata di scorta e una acquistata ex novo in loco (ehm c’erano i saldi anche per le borse). Il post non è sponsorizzato da Kipling, ma ho scoperto che costano il giusto e per viaggire sono il top.

copyright foto: Marina Minelli

Previous Post

Estelle sulla neve

Next Post

Felipe e Letizia in crisi coniugale?

error: Content is protected !!