“Si parte Maestà…”: prorogata la mostra delle carrozze reali alla reggia di Venaria

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 Vista complessiva della citroneria con le due carrozze del Settecento

Appassionato di storia sabauda e profondo conoscitore della sua Torino e del Piemonte, l’amico, lettore, commentatore, guida  ha visitato una bellissima mostra e ce la racconta anche per immagini. Ancora una volta un immenso grazie ad Alessandro Sala

La settimana scorsa sono andato a vedere una di quelle mostre che ti ricordi poi per anni. Era da quando (una mattina di un annetto fa) avevo letto un articolo che annunciava per il 2013 alla reggia di Venaria Reale una mostra sulle carrozze utilizzate da Casa Savoia che aspettavo questo momento. Dopo una serie di ritardi, a una settimana dall’inaugurazione, mi sono precipitato a vederla e come immaginavo sono rimasto estasiato, sembravo un bambino in un parco divertimenti, vagavo da una carrozza all’altra sorridendo, felice come una pasqua e soddisfatto dell’operato degli organizzatori.

L’esposizione è allestita nella Citroniera, la più grande orangerie d’Europa (supera in metratura anche quella di Versailles), opera di Filippo Juvarra. Dopo una breve introduzione con la storia e l’evoluzione dei cortei delle carrozze da parata ci si ritrova in questo enorme ambiente luminosissimo ad ammirare dieci superbi esemplari realizzati tra la seconda metà del ‘700 e gli ultimi decenni dell’800. Il tutto contornato da due esemplari in miniatura per bambini (di cui uno realizzato per il futuro Vittorio Emanuele III), tre bellissime portantine del XVIII sec., disegni preparatori e progetti.

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Il berligotto

Le prime due carrozze sono di epoca settecentesca e appartengono a due nobili famiglie italiane, una di origine siciliana e l’altra romana, ma sono di produzione francese. Dopodiché si incontra il berlingotto di gran gala di Vittorio Emanuele I datato 1789, una delizia per gli occhi. Proviene dalle scuderie del Quirinale e sicuramente è il pezzo più prezioso di tutta la mostra. È l’unica carrozza reale italiana del’700 sopravvissuta fino a noi, le altre furono tutte distrutte all’epoca della rivoluzione francese e durante il  periodo napoleonico. Realizzato a Torino per il matrimonio tra Vittorio Emanuele duca d’Aosta (poi sovrano di Sardegna), secondogenito del re Vittorio Amedeo III, e Maria Teresa d’Asburgo-Este (1773-1832); per  gli intagli fu chiamato il Bonzanigo (ebanista di corte dopo la morte del Piffetti), mentre le pitture sono attribuite al Rapous, già attivo nella decorazione delle residenze sabaude in Piemonte. Insomma per questa carrozza che è da considerare come una vero e proprio capolavoro vennero impiegati i migliori artisti presenti a Torino nel 1789. Successivamente seguì i Savoia nelle nuove capitali insieme a tutti gli altri esemplari delle scuderie reali, fino a giungere alla sua attuale dimora, Roma.

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Poi si raggiunge, camminando lungo il percorso, una carrozza dei primi decenni dell’800, molto significativa perché rappresenta la nascita del nostro Paese. Proviene dalla collezione di palazzo Pitti a Firenze, ma nasce per il sovrano di Napoli e Sicilia e, successivamente all’unificazione, viene riadattata per il primo re d’Italia. È interamente ricoperta di rame dorato con stemmi d’argento, l’ultima volta che venne utilizzata fu per l’ingresso a Firenze di Maria Pia di Savoia, regina consorte del Portogallo. Per testimoniare la raffinatezza delle corti preunitarie insieme a questo esemplare delle Due Sicilie sono presenti anche la carrozza di Pio IX, munita all’interno di piccolo trono in velluto rosso, e una berlina dorata realizzata per Ferdinando III di Toscana, con interni in tessuto verde e con un susseguirsi di gigli fiorentini nelle decorazioni.

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Proseguendo nella Citroniera e nell’ipotetica linea temporale tracciata dagli organizzatori si arriva alle berline di gala realizzate per la corte italiana. Casa Savoia  possedeva quattro stupende carrozze da parata (una è il berlingotto citato prima), oggi chiamate piemontesi, che sono considerate gli esemplari più belli della collezione del Quirinale (più di cento carrozze), una delle più importanti d’Europa insieme a quelle austriaca e britannica. Nonostante ciò con la proclamazione del regno d’Italia Vittorio Emanuele II e Umberto I ordinano alla ditta milanese di Cesare Sala (purtroppo non è un mio antenato) una serie di berline di gran gala per la nuova corte italiana, in modo da rivaleggiare con le grandi monarchie europee. Il risultato è uno strepitoso insieme di carrozze dorate e argentate utilizzate, come mostrano i filmati dell’istituto Luce, fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il primo esemplare che si incontra è una berlina argentata del 1879 realizzata per la prima regina d’Italia Margherita. Faceva parte di un treno di sei, dotata di quattro posti, negli esterni predomina il blu Savoia con finiture rosse con gli stemmi della Casa Reale dipinti sulle portiere e riprodotti in argento nella parte alta della vettura, che agli angoli è sormontata da quattro corone reali in argento. Oltre che servire la sovrana, questa carrozza fino al 1940 fu usata per la presentazione al re delle credenziali dei nuovi ambasciatori: si recava alla residenza del diplomatico per accompagnarlo al Quirinale e poi lo riportava alla sua abitazione. Ancora oggi questa pratica molto scenografica è rigorosamente applicata alla corte della regina Elisabetta II, per gli ambasciatori viene concesso un tiro a due cavalli mentre per gli alti commissari del Commonwealth (i diplomatici dei paesi che ne fanno parte) uno a quattro.

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Successivamente, preceduta da sei cavalli bianchi con ricche bardature in oro e piume , si raggiunge il pezzo che insieme al berlingotto mi ha emozionato di più: la berlina dorata di gran gala del re, detta la “n° 1”. È quella usata dal sovrano per le inaugurazioni del parlamento e per le grandi occasioni di stato dal 1877 fino al 1940. Blu con decorazioni in oro, porta le grandi armi del monarca sulle portiere e ha gli interni in seta color avorio. Toglie il fiato. Uno dei sei vetri è abbassato per consentire di guardare all’interno. Vi assicuro che è molto emozionante (o almeno lo è stato per me) posare gli occhi sul posto in cui sono stati seduti Vittorio Emanuele III e Umberto II poco più che settant’anni fa, e prima di loro Vittorio Emanuele II e Umberto I. Questa carrozza in più è l’unica munita di cocchiere in livrea di gran gala, e ha anche due staffieri, come altre due della mostra. Questi manichini in alta uniforme sono molto scenografici; le giacche, i bottoni e i tricorni replicano all’infinito e in svariate fatture lo stemma dei Savoia dando l’idea della maestosità dei cortei reali e della ricchezza della cote italiana. Doveva essere un’esperienza davvero unica assistervi per le vie di Roma.

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Completano la mostra una carrozza da caccia di fine ‘800, dono dello zar Nicola II, anche questa proveniente dalla collezione del Quirinale, e la mitica Palombella, automobile di inizio ‘900 voluta dalla regina Margherita, riccamente decorata negli interni, tanto che da pochissimi dettagli si nota che non si è seduti in una berlina di gala. Alla morte della sovrana fu venduta e dopo un giro di proprietari venne acquistata dal conte Biscaretti di Ruffia, diventando uno dei pezzi più preziosi della sua raccolta che oggi altro non è che il Museo dell’Automobile di Torino, considerato dal Times come il più importante in Europa dedicato al mondo dell’auto.

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Insomma il mio consiglio è, se riuscite, di andare a vedere questa esposizione unica. Chiuderà, anche se è probabile che verrà prorogata, il 2 febbraio 2014. In più questa domenica (20 ottobre) per l’occasione si svolgerà nei giardini della reggia a partire dalle ore 15:00 una sfilata di carrozze appartenenti a privati, per lo più databili fine ‘800 primi ‘900.

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Voglio concludere con un appello alla Presidenza della Repubblica, che custodisce questo immenso patrimonio artistico che sono le berline reali di Casa Savoia. Sarebbe cosa saggia e anche redditizia dal punto di economico trasformare le scuderie del Quirinale (credo visitabili solo una volta la mese), dove sono conservate queste magnifiche vetture, in un museo vero e proprio in modo da valorizzare queste carrozze. Sicuramente otterrebbe un grande successo di pubblico, oltre al fatto che farebbe conoscere al mondo un’altra eccellenza artistica italiana.

 Alessandro Sala

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Alcuni link interessanti:

http://www.lavenaria.it/web/it/calendario/mostre/details/143-carrozze-regali.html

http://www.lavenaria.it/web/it/calendario/eventi/details/183-grande-sfilata-di-carrozze-depoca.html

http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/collezioni/carrozze/carrozze.htm

e qui il video dell’istituto Luce presente alla mostra per dare un’idea della maestosità dei cortei reali:

http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Video&key=1632&vKey=1475&fVideo=1

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ps: fatto raro in Italia, permettono di eseguire foto alla mostra (anche col flash). Vorrei quindi ringraziare mio papà che mi ha fornito le immagini per il post. Ne ha fatte centinaia, è stato molto difficile dover sceglierne qualcuna da postare… avrei voluto mettervele tutte (ha fotografato molti particolari).

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E infine il link al pdf dell’interessante rassegna stampa

 

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